Tutto ciò che esiste è fatto per la vita!

Il grido pasquale “Cristo ha vinto la morte!” risuona nel momento stesso in cui attorno a noi la natura ritorna alla vita. Se nel lungo inverno tutto sembrava morto, a primavera la vita rinasce e noi umani partecipiamo a questa rinascita. Abbiamo l’impressione che la natura ci trascini con sé e in qualche modo ci costringa a celebrare con lei la vita che vince la morte. Nel nostro cuore tutto, come in primavera, può nascere un’altra volta, rivivere, rifiorire, risuscitare!

La nostra vita umana e spirituale, con i suoi tempi e le sue stagioni, con il suo ritmo quotidiano così ripetitivo e uniforme, in realtà forma un tutt’uno con il ritmo della natura. Ritmo umano e ritmo cosmico, ritmo dello spirito e ritmo della terra sono una cosa sola, a dire che la natura non è il fondale dei nostri giorni, la natura non vive solo attorno a noi, ma vive con noi fino a vivere in noi.

I cinquanta giorni pasquali sono un tempo liturgico perché sono iscritti nel libro della natura tanto quanto sono scritti nel libro liturgico. Confessare che Cristo è risorto significa riconoscere che in tutto ciò che esiste c’è un alito di vita, significa comprendere che in ogni cosa c’è il desiderio di vita e ogni essere contiene in sé la possibilità di rinascere. Con il Cristo l’intero cosmo è risuscitato, perché la promessa di vita eterna è rivolta a tutto il creato, niente e nessuno ne è escluso: uomini e donne, animali, creature animate e inanimate, tutto e tutti siamo fatti per la vita e non per la morte.

La spiritualità del tempo pasquale è ricchissima e per non sperperare tale ricchezza limitiamoci ai due doni del Risorto: il comandamento dell’amore e lo Spirito Santo.

Don Giuseppe

Grazie per tanta attenzione e per tanta umanità

In questo tempo di difficoltà e di prova, per l’ennesima volta, persone della nostra comunità non mancano di manifestare gradita attenzione e ammirevole solidarietà;. Attenzione nei confronti della Parrocchia: ringrazio di cuore coloro che con offerte stanno continuando a sostenere anche economicamente la nostra chiesa.

Ringrazio dal profondo del cuore tutti coloro che, anche e non solo, in questa settimana santa, facendo la spesa per sé non hanno dimenticato i più bisognosi portando, parte dei loro acquisti nella cesta in chiesa donandoli per le necessità di chi sta attraversando un momento di particolare difficoltà economica.

Il Bambù preparerà ancora una volta dei pacchi che, con l’aiuto della Protezione civile locale, saranno consegnati a queste famiglie.

Che gioia…

Parlare di gioia, in questo periodo sembra un controsenso o la solita impostura. L’epidemia che stiamo vivendo sembra proibirci anche solo di usare questo termine.

Che sofferenza la vita! Che peso giorno per giorno sentirsi addosso la malattia, la minaccia del virus, la paura, le preoccupazioni per l’oggi e per il domani! Che sofferenza la vita quando ti sembra di non avere più nessuna speranza, quando anche gli affetti più cari svaniscono e ti resta nelle mani soltanto un ricordo che rende ancora più dura la tristezza di ciò che hai perduto! Che sofferenza la vita quando non vedi più nulla davanti a te!

Che sofferenza! E qualcuno oggi ha il coraggio di parlare di gioia, di speranza! Povero illuso! Ma sì forse lo fa per dovere, per abitudine!

Eppure anche duemila anni fa un gruppo di discepoli viveva nelle stesse condizioni. Con la morte violenta e ignominiosa di Gesù sulla croce sembrava che tutto fosse finito. I discepoli videro in quella morte la fine delle loro speranze. Disillusi e rassegnati, fecero ritorno alle loro famiglie: il messaggio di Gesù sull’imminente venuta del regno di Dio sembrava sconfessato dalla sorte da Lui subita. La morte in croce di Gesù non venne avvertita soltanto come il fallimento di un uomo singolo, ma anche come una catastrofe pubblica della sua causa. Eppure, poco dopo questa fine ingloriosa, i suoi discepoli si ritrovano insieme in una prodigiosa unità e in una rinnovata speranza. Il segreto di questa comunione ritrovata e vissuta è la fede in un evento incredibile, apparentemente assurdo, eppure così reale, così vero da rendere ragione, da svelare il significato profondo di ogni parola, di ogni gesto, di ogni profezia del Maestro: Gesù è risorto, e vive in mezzo a loro, pervasi da una gioia incontenibile, e perciò urlata nella piazza di Gerusalemme, gremita di folla. La croce, il masso rotolato vai dal sepolcro, il corpo sparito, non possono lasciarli in pace, non possono scivolare via come una tra le tante notizie che si inseguono. Anche per noi la croce, il masso, il corpo sparito, non possono lasciarci in pace. Dobbiamo dare un giudizio. Dobbiamo prendere una decisione. Se quel sepolcro vuoto ci dice falsità, trucco, meschino raggiro, allora continuiamo a disperare, ad essere delusi e stanchi di questa vita!

Ma se Gesù è davvero risorto, se davvero quel sepolcro vuoto indica la potenza di Dio, allora non sono consentiti compromessi, assurdi rinvii, colpevoli ritardi: bisogna aprirsi al Signore della vita, bisogna permettergli di illuminare il nostro animo, di salvarci. C’è ancora la voglia di vivere, c’è ancora uno spiraglio di luce, c’è ancora un respiro, un battito lento del cuore che canta la sua antica canzone! Abbiamo ancora il coraggio di leggere, dentro le righe annebbiate e contorte della nostra piccola storia, quegli spazi di gioia che esse contengono. Che gioia ogni giorno scoprire in se stessi una voglia e una forza sempre nuova, un interesse sempre vivo per sé e per tutto ciò che ci circonda! Che gioia sapere seminare a ogni passo semi di vita, semi di novità, camminare sulle nostre strade con nel cuore il canto della propria ricchezza, del proprio desiderio di bellezza, di armonia, di pienezza: che gioia sentire ogni giorno ritmare dentro di sé la poesia della vita, la danza delle proprie capacità che urgono dentro ed esigono di venire realizzate! Che gioia ogni giorno accorgersi che nonostante il tempo, le difficoltà, gli insuccessi, c’è sempre uno zampillo che feconda le zolle più aride, c’è sempre una luce che invade gli anfratti più bui del cuore! Che gioia sentire di avere tra le mani tesori preziosi da spendere per la propria soddisfazione e per la ricchezza altrui, accorgersi che anche nei giorni più sterili c’è ancora un seme di vita, una possibilità che apre nuove avventure! Che gioia sapersi creature di Dio, compagni del suo compito di Creatore, sapersi strumenti liberi e intelligenti di un progetto mai compiuto e sempre realizzato perché corretto e completato dalla forza e dall’amore di Dio stesso! Che gioia sapersi e scoprirsi a immagine e somiglianza di Dio, con dentro quell’anelito di eterno e di infinito che genera slancio instancabile e imprime alla vita un ritmo senza pause e supera e guarisce le inevitabili sconfitte che non sono mai definitive. Che gioia poter rileggere nella propria piccola storia di ogni giorno l’infinito romanzo d’amore di un Dio che si dona tutto alla sua creatura perché possa realizzare la sua pienezza.

Che gioia sapersi amati da Dio, dal creatore, dall’immenso, dall’infinito, dall’eterno, e portare dentro di sé questo amore che è il senso stesso della propria vita!

Che gioia potersi dire vicendevolmente: oggi per me, per noi è veramente Pasqua, è la festa della vita ritrovata, della gioia eterna!

Don Giuseppe

Don Giuseppe presenta la Pasqua (videomessaggio)

Cari parrocchiani di San Fiorano, come ha detto ieri sera il presidente Mattarella nel suo messaggio alla nazione, sarà una Pasqua diversa. Molti la trascorreranno da soli, molti nella tristezza della malattia e del lutto, ma la solidarietà e la speranza non devono abbandonarci. Ne usciremo. Don Giuseppe ha voluto registrare un augurio per tutti voi in occasione del giorno che è pilastro della nostra fede. Auguri a tutti!

Alleluia!

La nostra è religione dell’alleluia, cioè della gioia, della lode del trionfo, poiché Cristo con la sua morte e risurrezione ha vinto il peccato e la morte e ci ha resi partecipi della vittoria.  S. Agostino ci invita a fare di tutta la nostra vita un alleluia: “Lodiamo il Signore con la nostra condotta e con la nostra parola; con i nostri sentimenti e i nostri discorsi, con il nostro linguaggio e la nostra vita. Dio non vuole alcun disaccordo in chi ripete: Alleluia!”.

Cercando di fare della sua vita un alleluia il cristiano qui in terra canta alleluia anche nella prova, poiché la vittoria di Cristo gli ha dato solido fondamento di speranza per partecipare un giorno alla sua lode eterna: “Dio ci ha predestinati alla sua lode, noi che abbiamo posto la nostra speranza in Cristo”. E infatti come l’Amen anche l’Alleluia sarà il canto dell’eterna liturgia del cielo: “Allora contempleremo Dio senza veli  e con una gioia eterna potremo cantare la sua lode dicendo: Alleluia!”

Don Giuseppe

Un augurio agli amici di Senigallia

In occasione della Santa Pasqua, vogliamo inviare un caloroso augurio agli amici della Parrocchia del Portone a Senigallia, con la quale ci sentiamo ‘gemellati’ da quando don Paolo ci ha manifestato la sua solidarietà all’inizio dell’epidemia di Coronavirus. Amici, vi sentiamo vicini e non vediamo l’ora di potervi abbracciare!

Questi sono alcuni dei disegni che i bambini della nostra parrocchia hanno voluto dedicare agli amici del Portone.