Giornata Eucaristica (2)

Un abisso chiama un altro abisso”, dice il salmista (sal 42). Solamente l’infinito e eterno Amore di Dio può riempire il vuoto esistenziale che c’è nell’uomo quando non conosce né ha incontrato Dio. Quando non c’è Dio nell’orizzonte di una vita si vive l’angusta contraddizione fra l’essere stato creato col desiderio di eternità e la realtà dei propri limiti, della fragilità e dell’effimero di questa vita.
Ogni uomo -anche quando non sia cosciente di cio’- ha sete di eternità, di infinito, di trascendenza. Questa sete è in realtà sete di Dio. Come lo spiega il salmista: “la mia anima ha sete del Dio vivo” (sal 42). Ma -questa è la Buona Novella che ci rivela il Signore- anche Dio ha sete dell’uomo, della sua salvezza. Non è un caso che il dialogo di Gesù Cristo con la samaritana inizi con “dammi da bere”. Sicuramente il Signore aveva sete fisica ma Lui aveva un’altra sete più importante da appagare. Per questo anche ai discepoli -che erano ritornati e si erano meravigliati nel vederlo parlare con una donna per giunta samaritana- quando gli chiedono che mangi, lui risponde che ha un cibo da mangiare che loro non conoscono e poi spiega che questo alimento “è fare la volontà del Padre”. La sete di Cristo è sete di salvezza delle anime, la sua fame è fare la volontà del Padre: salvare tutta l’umanità. Gesù, in questo momento concreto della relazione, ha sete della salvezza di quella vita persa e attraverso di lei di tutti gli abitanti di Sicar.
In quel “dammi da bere” sotto il sole di mezzogiorno nel pozzo di Giacobbe, si specchia un altro mezzogiorno, quando si oscura il sole nel Golgota: è il “ho sete” della croce.
Il dialogo comincia con il “dammi da bere” ma culmina con la domanda della samaritana sul dove adorare Dio. Dalla sete del Signore deriva la sete della samaritana: dove adorare Dio. La sete dell’uomo e la sete di Dio si incontrano nell’adorazione. Si incontrano e si saziano reciprocamente. Solo l’amore infinito di Dio riempie l’infinito vuoto di eternità, di bontà, di bellezza dell’uomo.