Fra Dio e le bestie

Un grande scrittore del secolo scorso ha raccontato una novella intitolandola Metamorfosi.
È una immagine tipica del nostro mondo con la quale Kafka – con il suo linguaggio simbolico – ha voluto presentare il cambiamento dell’uomo in bestia. Metamorfosi corrisponde a trasfigurazione, cambiamento di forma; solo che l’impiegato Gregor Sansa diventa uno scarafaggio che, bloccato a letto, diventa odioso per tutti finché lo eliminano. L’uomo rischia di diventare una bestia.
L’immagine voleva proprio richiamare il dramma della società moderna dove la persona finisce per essere un ingranaggio di un grande meccanismo, non conta più niente e la vita di una persona vale come quella di uno scarafaggio. Il rischio serio è che si diventi delle bestie; d’altra parte l’immagine animale accompagna moltissime nostre espressioni.
Quando paragoniamo delle persone a degli animali noi adoperiamo una metafora molto importante ed estremamente varia. Sono soprattutto i difetti che noi richiamiamo attraverso paragoni animali.

Dire a una persona: sei un coniglio o dire che la moglie è una tigre o dire a uno studente che è un asino, parlare di uno che ha l’atteggiamento del pavone o di un altro che è un lupo per gli altri uomini, sono solo alcune immagini e non c’è bisogno di un grande sforzo per metterne insieme decine di altre.
Comportarsi come un elefante in una cristalleria, essere una volpe, comportarsi da maiale, essere un’oca e così via sono immagini frequenti. Abbiamo una grande quantità di elementi bestiali che servono per caratterizzare la nostra vita. Questo significa che effettivamente corriamo il rischio di vivere da bestie, perché tutti questi vari elementi animali sono caratteristiche del nostro comportamento. È possibile che sia in atto una metamorfosi per cui stiamo diventando animali, questo o quello, mentre la prospettiva divina è quella di una metamorfosi superiore: l’uomo è chiamato a diventare Dio. Nella persona di Gesù ci è offerta la possibilità di diventare Dio. L’uomo è a metà strada fra Dio e la bestia, degenera in animale o matura diventando Dio. L’offerta della grazia del Signore Gesù è proprio quella di liberarci dalla nostra bestialità. Nel racconto della Genesi, all’inizio, il primo comando che Dio dà all’umanità è: crescete, moltiplicatevi, riempite la terra a dominate sulle bestie del cielo, della terra e del mare. Questo testo è da leggere proprio in questa prospettiva metaforica. Non è semplicemente l’indizio di una moltiplicazione materiale con tanti figli in modo tale da popolare tutto il territorio e da fare i prepotenti sugli animali. L’indicazione è puntuale, è il comando fondamentale dato all’uomo, alla coppia fin dalla famiglia: crescete.
Crescete nel senso di maturate, migliorate, diventate grandi. “Riempire la terra” vuol dire dare un senso di pienezza alla vita terrena e potrete farlo dominando gli animali che avete dentro di voi.
Un biblista ha detto a proposito di questo testo che l’uomo diventa veramente uomo quando domina la propria animalità; quando non diventa scarafaggio, ma accogliendo la grazia di Dio diventa Dio.
Il tema del cambiamento è fondamentale nella nostra vita spirituale; chiediamo al Signore che ci aiuti a comprendere che cosa vuol dire per ciascuno di noi. Non ragionate con il cambiamento che deve fare vostro marito o vostra moglie, vostro figlio o vostra figlia, vostra madre o vostro padre, su quello siete preparatissimi. Ognuno pensi al cambiamento che deve fare lui o per lo meno si lasci aiutare da chi lo conosce a cambiare nella direzione che gli è indicata. Proviamo a cominciare a cambiare atteggiamento
nei confronti di chi ci rimprovera qualcosa, potrebbero avere ragione, prendiamoli sul serio.