Reca la data del 24 maggio 2022, settimo anniversario dell’Enciclica Laudato si’, e si intitola «Prese il pane, rese grazie. Il tutto nel frammento» il Messaggio diffuso dalla Commissione episcopale per i Problemi sociali e il Lavoro, la Giustizia e la Pace e la Commissione episcopale per l’Ecumenismo e il Dialogo della CEI per la 17^ Giornata Nazionale per la Custodia del Creato (1° settembre 2022) e per il tempo del Creato (1° settembre – 4 ottobre 2022). Da un termine che «ci sembra scontato» perché «talmente “quotidiano” da non attirare il nostro sguardo» scaturisce una riflessione «in comunione con la Chiesa che è in Italia e che a Matera si prepara a celebrare il Congresso Eucaristico Nazionale dal titolo: “Torniamo al gusto del pane. Per una Chiesa eucaristica e sinodale”».
Come afferma Papa Francesco: “Siamo chiamati a includere nel nostro operare una dimensione ricettiva e gratuita, che è diversa da una semplice inattività. Si tratta di un’altra maniera di agire che fa parte della nostro essere. In questo modo l’azione umana è preservata non solo da un vuoto attivismo, ma anche dalla sfrenata voracità e dall’isolamento della coscienza che porta a inseguire l’esclusivo beneficio personale. La legge del riposo settimanale imponeva di astenersi dal lavoro nel settimo giorno, “perché possano godere quiete il tuo bue e il tuo asino e possano respirare i figli della tua schiava e il forestiero”. Il riposo è un ampliamento dello sguardo che permette di tornare a riconoscere i diritti degli altri. Così, il giorno di riposo, il cui centro è l’Eucaristia, diffonde la sua luce sull’intera settimana e ci incoraggia a fare nostra la cura della natura e dei poveri”». Infine, la condivisione, in quanto «riceviamo dalla terra per condividere, per diventare attenti all’altro, per vivere nella dinamica del dono. Riceviamo vita per diventare capaci di donare vita», conclude il testo ricordando che «la condivisione così può diventare stile di cittadinanza, della politica
nazionale e internazionale, dell’economia: da quel pane donato può prendere forma la civiltà dell’amore.
Torniamo, dunque, al gusto del pane: spezziamolo con gratitudine e gratuità, più disponibili a restituire e condividere. Così ci è offerta la possibilità di sperimentare una comunione più ampia e più profonda: tra cristiani anzitutto, in un intenso respiro ecumenico; con ogni credente, proteso a riconoscere la voce di quello Spirito di cui la realtà tutta è impastata; con ogni essere umano che cerca di fondare la propria esistenza sul rispetto delle creature, degli ecosistemi e dei popoli».