Vite che parlano (1)

In questa sintetica espressione è contenuta tutta la storia di Rut e della sua famiglia, così come quella di tante persone che nella Sacra Scrittura hanno trovato ospitalità: l’aver assunto la logica dell’amore, averla tradotta in uno stile di prossimità e averla riaperta attraverso la speranza a un futuro, è ciò che permette di riconoscere la loro vicenda come una pagina stupenda del Testo Sacro. Sono vissuti che hanno la sembianza di frammenti, ma non per questo meno eloquenti di quella Parola che Dio consegna alla storia attraverso i vissuti delle tante persone che con la loro tenacia, si fanno carico di custodire la vita e di trasformare le situazioni di limite, di fragilità e di sofferenza in un possibile futuro abilitato dalla speranza che la fede sostiene e orienta. “Vite che parlano”, perché testimoni di come la vita, se confessata nella sua dimensione di dono, è sempre capace di configurarsi nella sua riuscita, in forza di quella gratuità che il dono porta con sé. Solo nel grembo di questa umanità che ci è “nutrice”, possiamo dirci partecipi della grande storia della salvezza all’interno della quale c’è spazio per comprendere le tante parole “di vita”, perché parole “della vita”. Di tutto questo,
il vissuto di tante donne e tanti uomini che hanno abbracciato la vita anche nei frangenti più difficili, è un documento incomparabile, una parola di Vangelo veramente udibile e al quale tornare ad apprendere.