Che cosa vuol dire adorare Dio? Significa imparare a stare con Lui, a fermarci a dialogare con Lui, sentendo che la sua presenza è la più vera, la più buona, la più importante di tutte. Ognuno di noi, nella propria vita, in modo consapevole e forse a volte senza rendersene conto, ha un ben preciso ordine delle cose ritenute più o meno importanti.
Adorare il Signore vuol dire dare a Lui il posto che deve avere; adorare il Signore vuol dire affermare, credere, non però semplicemente a parole, che Lui solo guida veramente la nostra vita; adorare il Signore vuol dire che siamo convinti davanti a Lui che è il solo Dio, il Dio della nostra vita, il Dio della nostra storia.
La vera adorazione di Dio viene da un cuore che desidera soltanto Lui.
Questo era esattamente il punto su cui si sbagliavano i samaritani; questi cercavano di adorare sia Dio che gli idoli, e questo viene riaffermato dal Signore Gesù Cristo quando discute sull’argomento della vera fede con la donna samaritana che venne a prendere l’acqua nel pozzo. “Voi adorate quel che non conoscete”. Queste persone adoravano Dio “senza convinzione” perché il loro affetto completo non riposto in Dio. È possibile persino per i veri credenti cadere in questo errore. Possiamo non acconsentire al fatto di avere degli idoli fisici, come facevano invece i samaritani, ma cosa assorbe la nostra volontà, il nostro tempo, le nostre risorse più di ogni altra cosa? Sono forse cose come la carriera, i possedimenti materiali, il denaro, la salute, o persino la nostra famiglia? Gridiamo a gran voce, come il re Davide nel Salmo 63:5: “L’anima mia sarà saziata come di midollo e di grasso, e la mia bocca ti loderà con labbra giubilanti”. Solo Dio dovrebbe soddisfare il cuore dell’uomo rigenerato e la sua risposta a quella soddisfazione divina, paragonabile al migliore dei cibi, è il frutto delle labbra che cantano la lode di Dio.