Puoi essere Erode, ma la tua coscienza sarà sempre attratta dalla verità

La vicenda di Giovanni Battista è una vicenda che costantemente si ripete nella storia. Chi dice ad alta voce una verità scomoda per il sistema, sistematicamente viene fatto fuori. Ancora oggi ci sono regimi che fanno sparire giornalisti, missionari, medici, politici che usano il metodo del Battista. Per non parlare poi di quella subdola forma di eliminazione che è la gogna mediatica, cioè il gettare fango addosso affinché la persona
in questione sia screditata dall’opinione pubblica. Verrebbe da dirci pacatamente che forse sarebbe decisamente meglio farsi i fatti propri. Ma questa forma di discrezione prende il nome di omertà ed è la politica preferita dalla mafia. Nessuno di noi vorrebbe avere la testa tagliata, e credo che nemmeno Giovanni Battista ne fosse entusiasta. Ma ci sono momenti in cui dobbiamo decidere se vivere da complici o morire da onesti. Arriva il giorno in cui non possiamo rimanere in silenzio, ma dobbiamo gridare con tutto noi stessi ciò che sappiamo essere vero e giusto. Dobbiamo ricordarci che non si può piacere a tutti ma che inevitabilmente quando si dice qualcosa di vero si suscita l’odio di chi vive contro quella verità. E si aggiunga anche la persecuzione che viene da quelli che dovrebbero essere dalla nostra parte ma che magari sono accecati dall’invidia e per questo diventano anch’essi un’ulteriore mortificazione. La via del Battista è una via dove molte volte si sperimenta la solitudine. Ma Dio non ci lascia mai veramente soli. Possa allora darci la forza di non avere troppa paura.

Nel racconto del martirio di Giovanni Battista leggiamo l’atteggiamento strano che Erode ha nei suoi confronti: “Giovanni diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere la moglie di tuo fratello». Per questo Erodìade gli portava rancore e avrebbe voluto farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo giusto e santo, e vigilava su di lui; e anche se nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri”. Un uomo come Erode sente fascino nei confronti di un uomo come Giovanni.
Tutta la buona notizia nel Vangelo sembra quindi concentrarsi su questo dettaglio apparentemente secondario: puoi essere Erode ma non puoi restare indifferente alla Verità e a chi la dice. Ciò sta a significare che nonostante le scelte sbagliate, i vissuti contradditori, e la convinzione di essere più furbi degli altri, rimaniamo comunque sensibili a ciò che è oggettivamente vero. Sappiamo che alla fine questo non salverà la vita di Giovanni, ma ci dice che nessuno può dirsi immune al lavorio della propria coscienza.
Possiamo agire contro di essa o a favore, certamente però non possiamo dire di non averne una.
E proprio per questo Erode è infinitamente responsabile di quello che fa, e con lui ognuno di noi.
Non possiamo continuare a dare la colpa a tutti i condizionamenti di cui è fatta la nostra vita, ma ognuno
di noi deve ammettere che ha una coscienza e che al di là di tutto essa ci dice qualcosa.
Dobbiamo decidere però cosa farne di ciò che ci dice.