Ecco un modo di rappresentare la virtù della Prudenza: una scultura a tre facce, ognuna delle quali guarda in una direzione diversa. Perché mai questa immagine rappresenta la Prudenza? La Prudenza è proprio la virtù di colui che sa vedere bene, in tutte le direzioni.
“Gesù disse: “Ecco io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe”
La Prudenza è una virtù da non confondere con la paura: non è la virtù di chi ha paura, di chi, per la fifa, non fa qualcosa perché non vuole rischiare; il sottile calcolo: non è la virtù di chi calcola tutto e solo la massima sicurezza la fa agire.
La Prudenza è una virtù contro: La precipitazione: è la situazione di chi fa in maniera avventata, di fretta, senza consiglio; La sconsideratezza: è la situazione di chi fa senza pensare, senza considerare, senza giudizio. Gesù stesso invita i suoi discepoli a fare bene i calcoli (cfr. Lc 14,25-33).
Come diventa ridicolo chi parte per costruire una torre e poi si ferma a metà perché non ha più mezzi, come diventa ridicolo il generale che parte in guerra con la metà degli uomini necessari per fare una battaglia, così si diventa ridicoli se si progetta un’impresa e si fanno i calcoli sbagliati. È prudente chi sa fare bene i calcoli prima di intraprendere un’impresa. La parabola va più in là. L’impresa a cui Gesù fa riferimento è andarGli dietro: “Fai bene i tuoi calcoli quando ti metti dietro a me”, sembra dire Gesù. Gesù sta raccontando di chi vuole essere Suo discepolo e non fa bene i calcoli cioè non si rende conto di che cosa sia necessario per seguirlo. Potremmo dire: il conto che devi metterti a fare quando ti metti dietro a Gesù è quello che non devi fare i calcoli in ciò che dai.
Di fronte a una scelta da fare …
L’impulsivo o il passionale: non sceglie, agisce in base all’impulso o allo slancio del cuore. L’indeciso: non sceglie, ha paura Il Prudente: ci pensa, valuta bene, fa bene i suoi calcoli …
Chi è il Prudente?
Colui che sa decidere convenientemente il da farsi, colui che sa valutare le conseguenze favorevoli e sfavorevoli prima di decidere è colui che fa una scelta “oculata” Colui che non agisce solo in base agli slanci del cuore o in base agli impulsi. Colui che ha la testa sulle spalle ed è capace di valutare le capacità e i mezzi necessari per una data impresa. Colui che si mantiene in una “zona di sicurezza”. Colui che è equilibrato. Colui che si fa consigliare e accetta il consiglio degli altri.
La Prudenza si gioca nell’ascolto …
Uno degli aspetti pratici di questa virtù è la capacità di saper ascoltare. La persona prudente è sapiente perché attenta nell’ascolto. Il Prudente è attento nella scelta del suo consigliere (cfr. Siracide 37,7-12). La persona Prudente presta anzitutto ascolto alla Parola di Dio, ascolta volentieri la voce delle persone sagge ed è attenta al consiglio del proprio cuore (cfr. Siracide 6,33-37). La persona Prudente è inoltre amabile e sa consigliare l’altro nella prudenza, nell’attenzione, nella cura, nella riflessione attenta sulle situazioni della vita (cfr. Siracide 37,16-18).
… e nel parlare al momento giusto. “C’è un tempo per parlare e un tempo per tacere” (Qoelet 3,7). Primo ambito dove praticare la Prudenza è il linguaggio. L’uomo prudente infatti parla con sobrietà e moderazione, sa riconoscere i momenti giusti nel parlare e nell’esprimersi. Egli riconosce con umiltà di non sapere tutto nella vita, per questo si astiene dal parlare quando non ha conoscenza di determinate cose o situazioni: “Se conosci una cosa, rispondi al tuo prossimo, altrimenti mettiti la mano sulla bocca” (Siracide 5,12). Il Prudente dunque è colui che non è precipitoso nel parlare, ma sa attendere il momento favorevole (cfr. Qoelet 5,1).
La Prudenza permette agli uomini di istruirsi vicendevolmente con docilità e spirito fraterno (cfr. Siracide 4,23). L’uomo prudente è colui che non tiene per se stesso i propri doni, ma li investe nella giusta proporzione, li mette al servizio perché questi portino frutti di vita anche nel prossimo. La Prudenza insegna a parlare poco o addirittura ad astenersi dal parlare con uomini irascibili e superbi (cfr. Siracide 8,11.16). Altro caso in cui la Prudenza conduce al dominio della parola è quello legato alla custodia del segreto che un amico ha confidato (cfr. Siracide 27,16-17).