Si sta per concludere il Mese di Maggio. Ci ha visti coinvolti come comunità parrocchiale, nelle sere da lunedì a venerdì, presso la Grotta, per pregare insieme il santo Rosario. Una buona presenza per questo nostro mese mariano. Abbiamo vissuto un esercizio di preghiera e di contemplazione unanime.
Vogliamo concludere evidenziano le parole di Maria. Lei parla sei volte, nel Vangelo. Due volte quando l’Angelo le annuncia la nascita del Bambino e lei risponde: “Com’è possibile? Non conosco uomo”.
Obiezione sensata e razionale. Quale che sia il messaggio, la ragione non viene meno e deve chiedere, chiedere, chiedere. E poi, subito dopo la risposta dell’Angelo, risposta coerente con la sua fede e con la realtà delle cose, perché davvero, come dice l’Angelo, Elisabetta, che tutti credevano sterile, sta aspettando un bambino, lei Maria risponde: “Eccomi”. Eccomi ci sono, non mi sottraggo. Poi ancora Maria parla con le parole del Magnificat, cosmico inno di lode al tempo che viene, rovesciamento del potere del mondo a favore degli umili. Umile è attributo che deve riconoscere il mondo, nessuno può darselo.
Poi, ancora, Maria parla dopo aver perso Gesù ragazzino per tre giorni: “Perché ci fai questo?”, chiede. Una domanda piena di dolore e di affetto. Se amiamo possiamo chiedere, anche a Dio, sempre.
E poi parla alle nozze di Cana e sollecita la manifestazione al mondo del Messia: “Non hanno vino”, non hanno la gioia. E poi, le ultime sue parole ai servi, a noi, a tutto il mondo: “Fate quel che vi dirà”.
Fidatevi, seguitelo, innamoratevi di Lui. Parlare così. Seguendo razionalità, e poi attenzione al bisogno del mondo, gioia come bisogno fondamentale dell’uomo. Infine con lei: “Fate quello che vi dirà”.
Sequela umile, pacifica, determinata, fino alla fine. Forse così si può parlare.
