Giornata Missionaria Mondiale

“La missione dei cristiani è donare aria pura, di alta quota, a chi vive immerso nell’inquinamento del mondo portare in terra quella pace che ci riempie di gioia ogni volta che incontriamo Gesù sul monte, nella preghiera; mostrare con la vita e persino a parole che Dio ama tutti e non si stanca mai di nessuno.”

“Di me sarete testimoni” (At 1,8) Vite che parlano
La Giornata Missionaria Mondiale 2022 trova il suo principale riferimento tematico nel messaggio di Papa Francesco che porta il titolo «Di me sarete testimoni».
Il Papa ci dice: «Come Cristo è il primo inviato, cioè missionario del Padre e, in quanto tale, è il suo “testimone fedele”, così ogni cristiano è chiamato a essere missionario e testimone di Cristo.
E la Chiesa, comunità dei discepoli di Cristo, non ha altra missione se non quella di evangelizzare il mondo, rendendo testimonianza a Cristo. L’identità della Chiesa è evangelizzare».
L’ottobre missionario di quest’anno si inserisce nel contesto di importanti eventi di cui non possiamo non tenere conto.
Prima di tutto ricordiamo che in quest’anno ricorrono importanti anniversari per la vita e missione della Chiesa: la fondazione, 400 anni fa, della Congregazione de Propaganda Fide – oggi denominata “per l’Evangelizzazione dei Popoli” – e, 200 anni fa, dell’Opera della Propagazione della Fede, per iniziativa di una giovane laica francese, Pauline Jaricot, della quale abbiamo celebrato la beatificazione il 22 maggio scorso. Questa preziosa Opera, che in breve si è sparsa in tutta la Francia ed in altri paesi europei, insieme all’Opera della Santa Infanzia e all’Opera di San Pietro Apostolo, 100 anni fa sono state riconosciute come Opere “Pontificie”, cioè importanti per la vita di tutta la Chiesa e di tutte le Chiese, in particolare per quelle più giovani e più fragili. In questo ottobre missionario facciamo nostro l’augurio del Papa: «Auspico che le Chiese locali possano trovare in queste Opere un solido strumento per alimentare lo spirito missionario nel Popolo di Dio».
Non possiamo dimenticare il “cammino sinodale della Chiesa italiana” che, nell’anno pastorale 2022-2023 prevede un approfondimento della fase di “ascolto” iniziata nel precedente anno pastorale: la vita di ogni uomo e donna è preziosa e ha qualcosa di significativo da offrire.
In particolare un invito a “mettersi in ascolto” delle vite di tanti missionari e del loro “camminare insieme” con le Chiese che sono chiamati a servire: sono vite che hanno tante cose da dirci, sia come testimonianze personali di fede e di servizio all’evangelizzazione, sia come esperienze di Chiese particolari che si impegnano a vivere la sinodalità. Le loro esperienze di evangelizzazione sono importanti anche per le nostre comunità: sono «Vite che parlano»; che parlano di Cristo risorto e vivo, speranza per tutti gli uomini del mondo. Sull’esempio dei missionari vogliamo anche noi imparare a far sì che le nostre vite “parlino” e siano, pur nella semplicità, una testimonianza del Signore Gesù e del suo amore.
L’ascolto delle vite dei missionari risvegli in ciascuno il desiderio e la disponibilità di partecipare alla missione universale della Chiesa. Rinnoviamo a tutti l’invito di Papa Francesco nel suo messaggio: «ai discepoli è chiesto di vivere la loro vita personale in chiave di missione: sono inviati da Gesù al mondo non solo per fare la missione, ma anche e soprattutto per vivere la missione a loro affidata; non solo per dare testimonianza, ma anche e soprattutto per essere testimoni di Cristo»

Missionari a casa nostra. Questa è la vera novità?

Così titolava Vittorio Messori una sua riflessione di stampo direttamente  missionario. Certamente è un emblematico commento allo slogan “se io parto, tu non devi restare”. Se c’è un missionario che parte, ci deve essere altresì una Comunità cristiana che mantiene l’occhio vigile sui fenomeni di paganesimo che ci circondano. Pochi cristiani lo hanno avvertito, ma la Chiesa in questi ultimi decenni si è data una nuova definizione, cioè si è definita come Chiesa missionaria: tutta la Chiesa è missionaria!
Il mondo “pagano” che una volta eravamo soliti pensare lontano e per la cui conversione si faceva appello ad anime generose di missionari disposti fino al sacrificio del martirio, ora, quel mondo ce l’abbiamo a fianco, nella nostra di casa, anzi ce l’abbiamo addirittura presente in casa, anche tra i membri di rispettabili famiglie cristiane.
È un invito a tutti i cristiani, a quei tanti cristiani che già lodevolmente animano le nostre comunità, a fare la proposta cristiana e compiere così il meraviglioso impegno della missione.
Ci è chiesto di compiere la missione ad gentes anche qui, nelle nostre terre.

Ottobre: mese missionario

Ottobre, che come ben sappiamo e più volte evidenziato, è dedicato alla Missionarietà della Chiesa.
Proviamo a mettere in evidenza alcune semplici sottolineature o meglio alcuni nodi da sciogliere.
LA SFIDA DELLA QUALITÀ DELLA FEDE
Il primo nodo è costituito dalla difficile custodia e promozione di ciò che è specifico e proprio della fede cristiana: dobbiamo ricollocare Gesù Cristo, la sua Parola e la sua Persona viva, al centro della fede e della vita. E rendere questa centralità, dove già fosse chiaramente vissuta, ancora più capace di produrre nuovi stili di testimonianza al Vangelo. Questo problema, da sempre importante nella vita della Chiesa, si sta facendo oggi più urgente, dato il clima e lo stile di vita che si sta diffondendo causa della cultura secolarizzata.
LA SFIDA DELLA VERA FRATERNITÀ
Il modo di vivere, d’incontrarci e di comunicare, di lavorare, di gioire e di soffrire, tipico della nostra cultura, ci rende sempre più estranei gli uni agli altri. Le relazioni tra le persone, anche quelle profonde e significative (amore, familiarità, amicizia…) diventano sempre più superficiali e fragili.
Se da un lato questo fenomeno, che è sotto gli occhi di tutti, colpisce al cuore il messaggio e la proposta cristiana, dall’altro mi pare che si possa considerarlo come un’occasione eccezionale, che ci viene offerta nell’oggi di Dio, per far vedere quanto sia vero e urgente il messaggio del Vangelo e quanto sia preziosa la presenza nel mondo di autentiche comunità cristiane nelle quali si vive una capacità di fraternità e di amicizia sostenuta dal dono dello Spirito santo di Gesù: “Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri”. A questo proposito dobbiamo convincerci del compito urgente che ci è affidato: la trasformazione delle parrocchie da dispensari di servizi religiosi a vere comunità fraterne, nella quali ci si conosce e ci si vuole bene e si collabora all’annuncio e alla testimonianza del Vangelo, che ha nell’amore reciproco sul modello di Gesù il suo centro propulsore e la sua verifica decisiva.

Ottobre Missionario

Iniziamo il mese di Ottobre, mese missionario, tenendo presente l’invito del Santo Padre “di me sarete testimoni”. Testimoni di chi e per chi? Dio non è affatto sordo alle domande dell’uomo che chiede il perché del male subìto, ma allo stesso tempo la soluzione è dirompente, controcorrente, illogica: li scalza, li sprona ad avere fiducia in Lui. Un richiamo ad avere un cuore aperto ad accogliere il suo Dono, da ravvivare, custodire; non per sé stessi, ma per gli altri, uscendo dal cerchio del proprio egoismo, per “dare testimonianza” con gratuità.
Questa è infatti la medicina di Dio per l’uomo, questa è la risposta di Dio alle nostre domande di senso: servire i fratelli, in Cristo.
Siamo invitati a riconoscere il progetto di salvezza per tutti gli uomini.
«Ogni discepolo missionario di Cristo è chiamato a riconoscere l’importanza fondamentale dell’agire dello Spirito, a vivere con Lui nel quotidiano e a ricevere costantemente forza e ispirazione da Lui. Anzi, proprio quando ci sentiamo stanchi, demotivati, smarriti, ricordiamoci di ricorrere allo Spirito Santo nella preghiera, la quale ha un ruolo fondamentale nella vita missionaria, per lasciarci ristorare e fortificare da Lui, sorgente divina inesauribile di nuove energie e della gioia di condividere con gli altri la vita di Cristo».
Sarà un tempo di grazia, un momento di spiritualità che permetterà di connetterci a quella comunione profonda che dà linfa al nostro cammino.
Preghiamo perché nella nostra comunità impariamo a riconoscere e ad essere testimoni del dono ricevuto affinché possiamo essere testimoni autentici e credibili.

Verso il mese missionario

Nell’ottobre missionario siamo invitati ad essere testimoni della fedeltà di Dio.
Nel cammino spesso la fatica si fa sentire; le sfide che siamo chiamati a vivere sono grandi e può sopraggiungere la tentazione dello scoraggiamento. La Parola di Dio però ci richiama alla preghiera perseverante, al mantenerci ancorati al Signore e a supplicare il dono della Fede.
Dio non solo è giudice giusto, ma soprattutto è nostro Padre amorevole e non ci fa mancare la Sua grazia, con la quale poter essere testimoni della bellezza tanto antica e sempre nuova del Vangelo. Sì, apriamo con coraggio il nostro cuore al Signore, e la Sua fedeltà farà affiorare una rinnovata fiducia in noi stessi, nel fratello e nella vita, così da renderci testimoni credibili lì dove siamo.
Il Signore ci chiama ad essere testimoni di Misericordia e Fraternità e ci invita a non avere la presunzione di essere migliori degli altri ma ad essere solidali con tutti e a saper accogliere la misericordia di Dio. Sentiamoci chiamati ad essere testimoni della misericordia di Dio sapendoci riconoscere bisognosi di Lui e dei fratelli.
Il Signore ci chiama ad essere amanti della vita e testimoni della salvezza.
In questo anno pastorale l’immagine biblica che ci guiderà sarà quella della casa.
La casa diventa il luogo in cui Cristo decide di dimorare.
Siamo chiamati a fermarci a casa nostra con Gesù, soprattutto con l’ascolto quotidiano della Parola di Dio, per essere anche noi testimoni della salvezza.

Verso la conclusione del mese missionario (2)

Dalla missione dentro di sé si può passare alla missione verso gli altri, ricordando che essere credente significa essere credibili ed esortando tutti all’uso della parola alla luce della Parola di Dio: occorre essere missionari con l’esempio, e questo avviene se l’incontro con il Risorto trasforma la nostra vita.
Solo allora si può andare incontro al prossimo che mi è vicino e la prossimità permette di poterci parlare nella sincerità, nella collaborazione, nel modo sincero di costruire la città terrena, avendo per tutti un atteggiamento a dimensione d’uomo, e quindi secondo Dio.
Quale effetto produce questa conversione interiore: quello di essere come il cero pasquale luci accese per diradare tante tenebre che ci sono; il lucernario con il suo simbolismo nella notte di Pasqua infatti ci fa comprendere cosa significa cambiare per essere per tutti sorgente di luce. E per poter far questo il cristiano ha bisogno dell’alimento, la preghiera, perché il cristiano può consumare se stesso solo se si alimenta nell’incontro con il Signore. Questo è il segreto della vita missionaria. La preghiera del Padre nostro ci aiuta ad allargare gli orizzonti all’uomo di tutti i luoghi e di tutti i tempi e che gli altri segni che rivivremo nella celebrazione ci ricorderanno il nostro impegno di battezzati e ci daranno la spinta per essere missionari nel nome del Signore e sotto la guida di Maria,  Stella della nuova evangelizzazione.

Verso la conclusione del mese missionario (1)

Il 31 ottobre si conclude il Mese Missionario.
Mentre finisce questo mese missionario la nostra, come ogni parrocchia, sta vivendo il suo Anno pastorale che ci fa comprendere che noi siamo su questa terra non per guardare solo a noi stessi, chiusi nel nostro egoismo e nel nostro individualismo, soli nel nostro piccolo mondo, ma per essere per l’altro, per essere con l’altro, in missione per il mondo. Per questo occorre costruirsi con la preghiera e il sacrificio perché niente nella Chiesa è fecondo se non nasce dall’adorazione, dalla preghiera attorno alla Parola di Dio e dall’Eucaristia.
La prima missione da compiere è all’interno di noi stessi, quella di possederci spiritualmente, di far missione in noi stessi che significa andare al di là delle piccole visioni, al di là delle piccole divisioni e recuperare il senso serio dell’esistenza che solo in Dio ha la sua luce, coltivare pensieri di bontà, portando in tutto un atteggiamento buono, di apertura.

Giornata missionaria mondiale (3)

Nella Chiesa italiana si rilancia lo slogan, impegnativo, “Testimoni e profeti”. Chi possono essere, oggi, i testimoni e i profeti?
Da tempo una forma di pensiero sempre più pervasiva si è annidata nel modo di concepire la vita e le relazioni, mi riferisco al disumano ragionevole. Un pensiero unico centrato sull’individualismo e sulla ricerca del benessere a tutti i costi. Anche nella Chiesa, a mio modesto avviso, questa visione del vivere ha inferto delle ferite. La risposta a tutto ciò non sta nell’elaborare concettualmente risposte convincenti ma esibire una vita che abbia il sapore e il gusto del bello, del vero, del buono.
Essere testimoni e profeti richiede semplicità del cuore, vita lontana da ripiegamenti autoreferenziali, insieme alla fiducia in Dio e negli uomini. I testimoni e i profeti sono da identificare in quanti, e sono tanti, desiderano porre le radici della propria vita in una vera docilità allo Spirito, l’unico capace di aprire la vita al mistero di Dio e al mistero dell’uomo. Lì dove la vita si apre all’umano redento dall’amore grande del Cristo Gesù, fiorisce la vita e quella speranza capace di contagiare l’esistenza di molti.

Giornata missionaria mondiale (2)

Anche oggi, nel mondo, si moltiplicano situazioni di conflitto, povertà, negazione dei diritti essenziali, migrazioni forzate… In quasi tutti i Paesi del mondo sono presenti i missionari, spinti da un generoso impegno per l’evangelizzazione e la promozione umana. 
Potrei sembrare banale ma il segno della loro testimonianza è la trasparenza e la freschezza con cui vivono il Vangelo, sapendosi fare tutto a tutti, ad ogni latitudine del globo terrestre e in ogni ambito esistenziale segnato dalla fragilità e dalla sofferenza. Quanto andiamo vivendo, anche a causa della pandemia, ha messo a nudo le fatiche che abitano i nostri vissuti. I missionari, ovvero coloro che sentono incontenibile la gioia di un annuncio che si fa solidarietà e vicinanza, diventano gli avamposti di una sacramentalità della Chiesa che nell’umano ferito e dolente sa attestare l’esercizio dell’ospitalità e della cura, la vicinanza del Cristo sulle strade dell’uomo.

Giornata missionaria mondiale (1)

“Non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato”: è preso dagli Atti degli apostoli il titolo del Messaggio di Papa Francesco per la Giornata missionaria mondiale 2021.
“Essere attrattivi”, come spesso ci rimanda Papa Francesco, è questione di autenticità, di verità nell’agire. Solo chi è stato contagiato dall’amore può trasmettere amore. Dovremmo interrogarci su quanti
dei nostri cammini di fede sono davvero esperienze dell’amore con cui Dio ci ama. Con questo messaggio il Papa ci invita a sperimentare quell’amore viscerale, ricco di compassione e umanità, che ritroviamo nell’esperienza del Cristo. Solo chi è stato toccato da quest’incontro ha il cuore che trabocca di gioia e può evangelizzare, ovvero portare al mondo un annuncio di speranza, di gioia che narri la vicinanza del Signore alla vita di ciascuno; la possibilità di sperimentare una vita nuova, segnata dalla gratuità e dalla fraternità. Generare alla fede è azione dello Spirito che soffia come e dove vuole e non azione prevedibile di strategie pastorali spesso ipertrofiche e sterili.