Chiusura dell’Oratorio

L’ultimo decreto approntato dal Governo per contrastare la pandemia da coronavirus limita fortemente l’attività dei circoli e quindi anche quella del nostro oratorio, che appartiene a tale categoria. La nuova normativa, infatti, determina la sospensione della somministrazione di alimenti e bevande sia ai soci sia a frequentatori occasionali. E’ quindi impossibile proseguire con la normale attività del bar dell’oratorio, che aveva riaperto grazie all’impegno di alcuni volontari. Il decreto non impedisce l’utilizzo degli spazi per attività di religione e di culto e, di conseguenza, il salone dell’oratorio potrà continuare a essere utilizzato per gli incontri di catechesi. La legge prevede la possibilità dell’utilizzo dei soli spazi esterni, ma, vista la chiusura del bar e la necessaria sorveglianza perché siano attuate le norme del distanziamento sociale, si è deciso di interrompere momentaneamente la frequentazione dell’intero sito fino al 24 novembre come indicato nel decreto.

Tutti i Santi (1)

Celebriamo oggi con grande gioia la festa di Tutti i Santi. Visitando un vivaio botanico, si rimane stupefatti dinanzi alla varietà di piante e di fiori, e viene spontaneo pensare alla fantasia del Creatore che ha reso la terra un meraviglioso giardino. Analogo sentimento ci coglie quando consideriamo lo spettacolo della santità: il mondo ci appare come un giardino dove lo Spirito di Dio ha suscitato con mirabile fantasia una moltitudine di santi e sante, di ogni età e condizione sociale, di ogni lingua, popolo e cultura.

Ognuno è diverso dall’altro, con la singolarità della propria personalità umana e del proprio carisma spirituale. Tutti però recano impresso il sigillo di Gesù (cfr Ap 7,3), cioè l’impronta del suo amore, testimoniato attraverso la Croce. Sono tutti nella gioia, in una festa senza fine, ma, come Gesù, questo traguardo l’hanno conquistato passando attraverso la fatica e la prova (cfr Ap 7,14), affrontando ciascuno la propria parte di sacrificio per partecipare alla gloria della risurrezione.

La solennità di Tutti i Santi si è venuta affermando nel corso del primo millennio cristiano come celebrazione collettiva dei martiri. Già nel 609, a Roma, il Papa Bonifacio IV aveva consacrato il Pantheon dedicandolo alla Vergine Maria e a tutti i Martiri. Questo martirio, peraltro, possiamo intenderlo in senso lato, cioè come amore per Cristo senza riserve, amore che si esprime nel dono totale di sé a Dio e ai fratelli. Questa meta spirituale, a cui tutti i battezzati sono protesi, si raggiunge seguendo la via delle beatitudini evangeliche, che la liturgia ci indica nell’odierna solennità (cfr Mt 5,1-12a). E’ la stessa via tracciata da Gesù e che i santi e le sante si sono sforzati di percorrere, pur consapevoli dei loro limiti umani.

Nella loro esistenza terrena, infatti, sono stati poveri in spirito, addolorati per i peccati, miti, affamati e assetati di giustizia, misericordiosi, puri di cuore, operatori di pace, perseguitati per la giustizia. E Dio ha partecipato loro la sua stessa felicità: l’hanno pregustata in questo mondo e, nell’aldilà, la godono in pienezza. Sono ora consolati, eredi della terra, saziati, perdonati, vedono Dio di cui sono figli. In una parola: di essi è il Regno dei cieli (cfr Mt 5,3.10).

In questo giorno sentiamo ravvivarsi in noi l’attrazione verso il Cielo, che ci spinge ad affrettare il passo del nostro pellegrinaggio terreno. Sentiamo accendersi nei nostri cuori il desiderio di unirci per sempre alla famiglia dei santi, di cui già ora abbiamo la grazia di far parte. Come dice un celebre canto spiritual: Quando verrà la schiera dei tuoi santi, oh come vorrei, Signore, essere tra loro.

Possa questa bella aspirazione ardere in tutti i cristiani, ed aiutarli a superare ogni difficoltà, ogni paura, ogni tribolazione! Mettiamo la nostra mano in quella materna di Maria, Regina di tutti i Santi, e lasciamoci condurre da Lei verso la patria celeste, in compagnia degli spiriti beati di ogni nazione, popolo e lingua  (Ap 7,9). Ed uniamo nella preghiera già il ricordo dei nostri cari defunti che domani commemoreremo.

Domenica 1 novembre

Ore 15 S. Messa al cimitero

In occasione delle festività di Tutti i Santi come da tradizione, se il tempo lo permetterà, ci sarà una celebrazione eucaristica al Cimitero (ovviamente pochi potranno entrare nella chiesina, i più dovranno stare all’aperto), pertanto non sarà celebrata la messa delle ore 21.

Nuovo Messale Romano

Da poco è in vendita la nuova edizione del Messale Romano in lingua italiana. Si tratta della traduzione della terza edizione del Messale latino. L’utilizzo del nuovo Messale sarà obbligatorio in Italia a partire dalla domenica di Pasqua, il 4 aprile 2021, ma sarà possibile utilizzarlo da subito (si consiglia la Prima Domenica di Avvento come inizio).

”Fedeltà al testo liturgico contro le liturgie “Fai-da-te”
Nella presentazione al nuovo Messale i vescovi italiani invitano i pastori a studiare attentamente il testo per imparate “l’arte di evangelizzare e di celebrare” e richiamano ogni presbitero alla responsabilità e alla fedeltà al testo liturgico appena pubblicato affinché non ci si affranchi dall’autorità e dalla comunione con la Chiesa. Il principio della fedeltà «che si traduce in un vivo senso dell’obbedienza, impegna ciascun ministro a non togliere o aggiungere alcunché di propria iniziativa in materia liturgica». Difatti «la superficiale propensione a costruirsi una liturgia a propria misura, ignorando le norme liturgiche, non solo pregiudica la verità della celebrazione ma arreca una ferita alla comunione ecclesiale».

Quarta domenica dell’ottobre missionario: FRATERNI

In questa ultima domenica del mese missionario la parola che ci guida è: Fraterni.

Il tema che ci ha accompagnato in questo mese trova nella liturgia della Parola di oggi il suo coronamento: potremo essere veri “tessitori di fraternità” soltanto se prenderemo sul serio il comandamento dell’amore, che è la sintesi di tutto l’insegnamento della Parola di Dio. Se il nostro amore per Dio è sincero, non può che tradursi in un concreto amore verso il prossimo, disposti ad accoglierlo e valorizzarlo con autentico spirito fraterno. Preghiamo perché il Signore ci liberi da ogni egoismo e chiusura e, nell’eucarestia

celebrata oggi in tutte le comunità cristiane del mondo, aiuti la sua Chiesa a dare il suo speciale contributo nel risollevare questo mondo dalla profonda crisi generata dalla pandemia con autentico spirito di fraternità universale.

Il Signore è il tuo custode (4)

1 Alzo gli occhi verso i monti: da dove mi verrà l’aiuto? 2 Il mio aiuto viene dal Signore, che ha fatto cielo e terra. 3 Non lascerà vacillare il tuo piede, non si addormenterà il tuo custode. 4 Non si addormenterà, non prenderà sonno, il custode d’Israele. 5 Il Signore è il tuo custode, il Signore è come ombra che ti copre, e sta alla tua destra. 6 Di giorno non ti colpirà il sole, né la luna di notte. 7 Il Signore ti proteggerà da ogni male, egli proteggerà la tua vita. 8 Il Signore veglierà su di te, quando esci e quando entri, da ora e per sempre.

Salmo 121

Dal v. 3 però un evidentissimo salto grammaticale. Nella prima parte è il pellegrino che parla in prima persona singolare; nella seconda parte interviene un’altra voce, in terza persona: «Non lascerà vacillare il tuo piede…». Nella prima sezione il pellegrino riflette tra sé e sé, si autoincoraggia. Nella seconda una voce si rivolge a lui, una voce esterna che gli promette la presenza di Dio e la fedeltà del suo aiuto.

La custodia di Dio abbraccia tutta la vita dell’uomo Il Signore ti proteggerà da ogni male, egli proteggerà la tua vita: questa custodia di Dio abbraccia tutta la vita dell’uomo. Innanzitutto tutta la sua corporeità. A questo riguardo è interessante osservare che ognuna delle quattro strofe del salmo inizia nominando un membro del corpo umano, anche se, ancora una volta, la traduzione italiana ci inganna un poco. Infatti, nella prima strofa abbiamo gli occhi;  nella seconda il piede; nella terza c’è la mano (traduciamo sta alla “tua destra” ma in ebraico si dice più precisamente sta dalla parte della tua mano destra); infine nella quarta strofa, laddove leggiamo “il Signore proteggerà la tua vita” il testo ebraico dice: proteggerà la tua gola, o il tuo collo, che nella mentalità biblica è la sede del respiro e dunque della vita. Davvero la custodia di Dio abbraccia tutto l’essere dell’uomo.

E ritorniamo ancora agli ultimi versetti segnati da espressioni complementari: «il sole… la luna», «la notte… il giorno», l’ “entrare e l’uscire”, il «da ora… per sempre», “il salire e il scendere”. La presenza di questi binomi conferisce al Salmo un ritmo ondulatorio, oscillatorio come quando si culla un bambino. Dio culla il suo fedele. Nell’altalenarsi della vita mai uguale in se stessa, in perenne movimento, il pellegrino ha la certezza d’ essere sempre cullato dalle braccia di Dio. E ancora: Dio custodisce tutto ciò che l’uomo fa: Il Signore ti custodisce quando esci e quando entri. Due poli opposti – entrare/uscire – che significano qualsiasi cosa l’uomo faccia. L’uomo può affidarsi al va e vieni della vita, perché il Signore custodisce questo andirivieni che non gira a caso. L’immagine stessa dell’entrare e dell’uscire allude di per sé a tutta la parabola della vita dell’uomo, ricordando che Dio veglia su di noi dal nostro uscire nella vita, al momento della nascita, al nostro entrare nella morte e nel riposo eterno. E ancora il Signore custodisce tutto il tempo dell’uomo: «da ora e per sempre», di giorno e di notte, come suggerisce il v. 6. Tutto il passato, tutto il presente, tutto il futuro sono nelle mani di Dio. Non c’è istante dell’esistenza che non sia abbracciato da questa sollecitudine di Dio.  

Proprio per tutti questi motivi il salmo afferma che JHWH ci proteggerà da ogni male (v. 7).

Ripresa del catechismo

Domenica 25 ottobre prenderà il via il cammino di catechesi per le classi terza e quarta elementare. L’appuntamento sarà alle 9.20 in chiesa per partecipare alla Santa Messa delle 9.30. Il bambino dovrà essere accompagnato da un genitore. Le classi si sposteranno poi nelle aule di catechesi. L’incontro della terza elementare si terrà nell’aula video della Casa della Parola e della Carità, mentre quello della quarta elementare sarà nel salone dell’oratorio. I genitori potranno venire a prendere i bambini alle 11.30. Vi ricordiamo di portare con voi la necessaria autocertificazione. Grazie.

Via Crucis missionaria

Ore 17

Il tema della Via Crucis è: “Innamorati e vivi”. Un messaggio che custodisce in sé due significati. Il primo, nell’accezione qualificativa, descrive appieno coloro che ardenti di amore per Dio Padre e le Sue creature hanno investito la totalità del loro tempo per prendersene cura. Dei veri e propri giardinieri del Regno. Tanto appassionati al Mondo quanto a chi lo abita.  Il secondo è un vero e proprio imperativo, l’eredità che i martiri hanno ricevuto da nostro Signore  trasmettendola a noi, oggi. Solo chi si innamora è disposto ad abbandonare il superfluo per cogliere al  fine l’essenza della vita. Questa promessa non è solo speranza per l’avvenire ma prima di tutto garanzia per il presente. Passo dopo passo seguiremo il cammino di Cristo verso la croce. Il suo dono, frutto dell’Amore, sia ancora una volta sostegno per chi soffre, viatico per chi cerca la propria strada, braccia spalancate per chi pensa di essere abbandonato al proprio destino. Sulla croce non c’è un uomo morto,  ma un uomo che sta per risorgere. Da ciò nasce la nostra speranza: noi crediamo in Te, uomo della croce, Tu ci sostieni e ci indichi la strada.

Il Signore è il tuo custode (3)

1 Alzo gli occhi verso i monti: da dove mi verrà l’aiuto? 2 Il mio aiuto viene dal Signore, che ha fatto cielo e terra. 3 Non lascerà vacillare il tuo piede, non si addormenterà il tuo custode. 4 Non si addormenterà, non prenderà sonno, il custode d’Israele. 5 Il Signore è il tuo custode, il Signore è come ombra che ti copre, e sta alla tua destra. 6 Di giorno non ti colpirà il sole, né la luna di notte. 7 Il Signore ti proteggerà da ogni male, egli proteggerà la tua vita. 8 Il Signore veglierà su di te, quando esci e quando entri, da ora e per sempre.

Salmo 121

In cosa consiste questo aiuto? Al v. 5 del salmo il prendersi cura di Dio viene espresso con l’immagine dell’ombra: «Il Signore è come ombra che ti copre».  Come la nostra ombra non si separa mai da noi, allo stesso modo il Signore ci rimane fedelmente vicino, incollato alla nostra esistenza. Dio protegge i suoi fedeli da tutti i pericoli che potranno insidiare il loro cammino di pellegrinaggio sia a Gerusalemme sia nella loro vita. Torna alla memoria la nube luminosa dell’Esodo che era segno della presenza e protezione divina, la quale accompagnava il popolo nel suo uscire dall’Egitto (Es 13,21-22) e nel suo peregrinare nel deserto. La medesima ombra è poi ripresa nel Nuovo Testamento nell’annunciazione dell’angelo a Maria là dove il testo afferma: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo» (Lc 1,35). Questo è peraltro il versetto centrale del salmo, la sua affermazione principale. (Nell’ebraico originale questo versetto è esattamente preceduto da 58 sillabe e seguito da altre 58 sillabe).

Il centro del Salmo allora ci ricorda che la nostra vita è al centro della cura provvidente del Signore!

Il salmo lo ripete con insistenza: pur essendo molto breve, per sei volte in pochi versetti ritorna il sostantivo custode o il verbo custodire (in ebraico risuona sempre lo stesso verbo da cui deriva anche il termine custode. La nostra traduzione preferisce il verbo “proteggere”, 2 volte al v. 7, o il verbo “vegliare” al v. 8).

Ora non solo il salmo afferma questa custodia premurosa da parte di Dio, ma ne mette in luce una caratteristica fondamentale: si presenta come una custodia personalissima: è il tuo custode (continuamente in ebraico ricorre il suffisso «tuo” che ritorna dieci volte in otto versetti: è il tuo custode, che non lascia vacillare il tuo piede, che copre te e sta alla tua destra, che custodisce la tua vita e veglia su di te »). Questo “tuo” così insistentemente ripetuto esprime un rapporto e un’attenzione personale.

Il Signore è il tuo custode (2)

1 Alzo gli occhi verso i monti: da dove mi verrà l’aiuto? 2 Il mio aiuto viene dal Signore, che ha fatto cielo e terra. 3 Non lascerà vacillare il tuo piede, non si addormenterà il tuo custode. 4 Non si addormenterà, non prenderà sonno, il custode d’Israele. 5 Il Signore è il tuo custode, il Signore è come ombra che ti copre, e sta alla tua destra. 6 Di giorno non ti colpirà il sole, né la luna di notte. 7 Il Signore ti proteggerà da ogni male, egli proteggerà la tua vita. 8 Il Signore veglierà su di te, quando esci e quando entri, da ora e per sempre.

Salmo 121

Egli è un custode che non lascia vacillare (v. 3a), che non si addormenta (v. 3b) come gli dèi inesistenti (cfr. 1Re 18,27-28). In passato Dio aveva custodito nei suoi viaggi il patriarca Giacobbe (cfr. Gen 28,15), aveva inviato un angelo davanti alle tribù di Israele lungo il cammino dell’Esodo (cfr. Es 23,20), aveva protetto Tobia mandandogli l’angelo Raffaele (cfr. Tb 5,4.22).

Il salmista percepisce la presenza di Dio come un custodire che è l’azione tipica del pastore nei confronti del suo gregge. Egli, come pastore e custode d’Israele, è già in cammino alla ricerca del suo fedele quando questo lo invoca. Gli stessi ostacoli, pesi e drammi si mostrano così strumenti di cui Dio si serve per dimostrare che, con pazienza e fedeltà, accompagna il credente. Non è un caso, quindi, che Gesù abbia assunto la funzione di custode. Presenta Dio come un pastore che va alla ricerca della pecora smarrita (Lc 15,4-7; Mt 18,12-14) e se la carica sulle spalle, espletando così la funzione di custode. Gesù presenta poi se stesso come il buon pastore che si prende cura del gregge, a differenza, invece, del mercenario (Gv 10,1-21).

Infine, nella preghiera sacerdotale del capitolo diciassettesimo del vangelo di Giovanni, egli rende esplicita la sua funzione di custode, ricevuta dal Padre e la rimette nelle sue mani prima di partire da questo mondo. Il maestro così prega: “Padre santo, custodisci nel tuo nome coloro che mi hai dato, perché siano una cosa sola, come noi. Quando ero con loro, io conservavo nel tuo nome coloro che mi hai dato e li ho custoditi; nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si adempisse la scrittura” .