Facciamoci aprire gli occhi dallo Spirito e usciamo dalla nostra cecità di uomini che non sanno alzare il capo verso il cielo. Questa davvero è l’ora di Dio, la grande ora che Dio, con il suo Spirito vuole scrivere con le nostre dita: il futuro del Suo Regno che lo Spirito conosce. Scriveva Paolo VI: “Grande ora è questa che offre ai fedeli la sorte di concepire la vita cattolica come una dignità e una fortuna, come una nobiltà e una vocazione: grande ora è questa che sveglia la coscienza cristiana dall’assopimento consuetudinario …Grande ora è questa, che non ammette che uno possa dirsi cristiano e conduca vita moralmente molle e indolente, isolata ed egoista e non piuttosto trasfigurata dalla volontà positiva di vivere la propria fede in pienezza di convinzioni e propositi. Grande ora è questa che fa dei giovani, degli uomini, delle donne, degli infermi, anime ardenti e vive per il cristianesimo … Grande ora è questa in cui la Pentecoste invade
di Spirito Santo il corpo Mistico di Cristo e gli dà un rinato senso profetico, secondo l’annuncio dell’apostolo Pietro”. E’ la stessa storia dei santi del nostro tempo così numerosi, che testimoniano come il vento dello
Spirito non abbia cessato di soffiare, ma anzi aumenta di intensità. Non c’è che da farsi trasportare coraggiosamente, perché, ricordiamolo quel vento impetuoso è in noi con la Cresima. “Insegnaci o Signore, a contare i nostri giorni, quelli trascorsi e quelli a venire: per conoscere la vera sapienza, quella del cuore, dono del tuo Spirito.” Tutti li raduniamo nelle tue mani: i giorni in cui lo Spirito fa festa in noi, con i suoi giorni di gioia e quelli di dolore; i giorni di pace e quelli di tormento; i giorni di incontri, frutto dello
Spirito che muove i cuori e quelli di abbandono; i giorni di povertà e di abbondanza. Tutti, come grano di incenso, consumati, dal fuoco dello Spirito, li bruciamo davanti a te, o Signore! Siano, davanti al tuo Volto,
l’omaggio dei tuoi poveri figli in cui ha trovato dimora il tuo Santo Spirito, anticipo della totale consegna che ti faremo quando ci chiamerai là dove non si contano più i giorni nel tuo radioso “giorno senza tramonto”.
La Pentecoste dei volti
Ancora e sempre Pentecoste: quando ti senti perdonato e amato forse ancora di più dopo il tuo errore, è lui, lo Spirito. Quando senti nascere in te l’umile rete di forza e di pace mentre affronti la prova, è ancora lui, lo
Spirito. La capacità di intravedere, il guardare con speranza, con occhi « altri» capaci di sorprendere le gemme più che le cose evidenti e finite, è ancora lui, lo Spirito. La capacità di contemplare e fidarti della sconvolgente
debolezza delle cose sul nascere; il coraggio di essere spesso soli a vegliare sui primi passi degli incontri, soli a guardare lontano e avanti, è lui, lo Spirito creatore. A ciascuno è data però una manifestazione particolare dello Spirito. Se Cristo ha riunificato l’umanità, lo Spirito ha diversificato le persone. All’unità del sangue della croce si accompagna la diversità del fuoco: nel giorno di Pentecoste le fiamme dello Spirito si dividono e ognuna illumina una persona diversa, sposa una libertà irriducibile, annuncia una vocazione.
Lo Spirito dà ad ogni cristiano una genialità che gli è propria, e ciascuno deve essere fedele al proprio dono. E se tu fallisci, se non realizzi ciò che puoi essere, ne verrà una disarmonia nel mondo intero, un rallentamento
di tutto l’immenso pellegrinare del cosmo verso la vita, una ferita alla Chiesa: come corpo di Cristo, essa esige adesione e unità; come Pentecoste vuole l’invenzione, la libertà creatrice, la battaglia della coscienza.
Il suo compito, in questi tempi in cui la Pentecoste si fa segretamente più intensa, è generare al mondo uomini liberi, responsabili e creativi. Lo Spirito altro non fa’ che, come in Maria, incarnare anche in te la Parola. Perché il divino e l’umano trovano compimento solo così: l’uno nell’altro. Dio parla con le tue parole, piange le tue lacrime, ti sorride come nessuno. E le tue mani sono le sue mani, la tua parola gli dà parola, la tua vita disseta la sua sete di vita.