Un aiuto per ritrovare il senso autentico dell’esposizione solenne e dell’adorazione eucaristica, ci viene oggi da importanti documenti della Chiesa che traducono la riforma conciliare.
L’Istruzione sul Culto del Mistero Eucaristico fuori della Messa dice che la celebrazione dell’Eucaristia nel sacrificio della Messa è veramente l’origine e il fine del culto che ad essa viene reso fuori dalla Messa. Questo significa innanzitutto che il culto eucaristico, e perciò l’adorazione, deve fare continuo riferimento alla Messa da cui parte ed a cui deve portare, riproponendo una più stretta relazione con la celebrazione. Anche i segni devono parlare questo linguaggio.
Oggi spesso l’Ostensorio viene direttamente collocato sulla mensa della celebrazione, perché appaia più evidente che l’Ostia adorata viene dalla Messa.
E come nella Messa il pane consacrato è posto sulla mensa per essere distribuito, così l’esposizione sull’altare richiama il desiderio di Gesù che istituì questo sacramento perché fosse a nostra disposizione come cibo.
Bisogna allora concludere che la preghiera di adorazione a Cristo nel sacramento, prolunga ed interiorizza l’intima unione raggiunta con lui nella comunione sacramentale.
Allo stesso modo, come nella Messa vi è un intimo e inscindibile legame tra la mensa della Parola e quella del Pane, così in ogni preghiera di adorazione eucaristica deve apparire evidente questo rapporto. E’ con questa chiarezza di idee che durante l’esposizione, si raccomanda caldamente di dedicare un tempo conveniente a letture della Parola di Dio e a un po’ di adorazione silenziosa.
Noi pure infatti siamo diventati suo corpo e, per la sua misericordia, quel che riceviamo lo siamo. Ripensate che cos’era una volta nei campi questa sostanza, come la terra la partorì, la pioggia la nutrì e la fece diventare spiga; poi il lavoro dell’uomo la radunò nell’aia, la trebbiò, la ventilò, la ripose [nei granai], poi la tirò fuori, la macinò, l’impastò, la cosse, ed ecco finalmente la fece diventare pane. Ed ora pensate a voi stessi: non eravate e siete stati creati, siete stati radunati nell’aia del Signore, siete stati trebbiati col lavoro dei buoi, ossia di coloro che annunziano il Vangelo. […] Quindi siete venuti all’acqua (del Battesimo) e siete stati impastati e siete diventati una cosa sola. Col sopraggiungere del fuoco dello Spirito Santo siete
stati cotti e siete diventati pane del Signore.
(S. Agostino, Omelia nel giorno di Pasqua)