La nascita di Maria segna gli inizi dei tempi dell’incarnazione. Se per secoli e millenni la Parola di Dio ha promesso, e le profezie e i profeti avevano il compito di ravvivare l’attesa e la speranza, con la nascita di Maria le attese diventano fatti, e le profezie entrano nella cronaca della storia. Sarà questo il motivo per cui il Vangelo di questa memoria ci tiene a enumerare la genealogia di Gesù. Ma Maria non fa parte di questo elenco di nomi, di famiglie, di storie, di volti. Maria è tutta un’altra storia. Basta fermarsi a riflettere sui dogmi mariani per accorgersi di come Ella sia completamente diversa dal resto della creazione. Non è un’esigenza da copione, ma è la particolarità di come Dio ha pensato di preparare la venuta del Figlio nel mondo. Da una parte la storia degli uomini, e dall’altra la storia della Grazia. Giuseppe è capofila della storia, Maria capofila della Grazia. Come possono incontrarsi due segmenti così diversi? La storia degli uomini e la grazia di Dio? Solo se qualcuno saprà dire di sì. Maria è colei che ha detto di sì alla grazia che le domandava di passare attraverso la sua libertà. Giuseppe è colui che ha detto di sì al passaggio di Dio nella sua storia, facendo spazio a un imprevisto. In questo giorno celebriamo la festa della nascita di Maria, perché non può passare sotto silenzio l’unica creatura al mondo che era in grado di poter dire di sì a Dio senza anteporre se stessa. Non può passare sotto silenzio il giorno in cui è venuta al mondo l’unica creatura che poteva far incontrare la grazia con la storia. In Maria il cielo e la terra si incontrano. In Maria inizia un’aurora che annuncia già il giorno di Pasqua.