Hanno fatto esperienza del Risorto, risentono il vibrare della sua Parola, la stessa che ora li motiva verso un futuro inedito, non più orientato dalle proprie certezze, ma dalla forza di una promessa e della fedeltà dell’amore, da ciò che permette loro di sentire “ardere il cuore”. A partire da quella Parola riconsegnata e dai gesti che Gesù ha compiuto nella condivisione eucaristica, riscoprono il significato della sua vita e della sua morte come dono di comunione, come incontro che ora permette a loro di riconoscere il Signore come colui che è in grado di offrire una relazione di comunione e di donare vita.
Proprio questa memoria riattivata, con la possibilità di accedere al “cuore” della vicenda di Gesù, permette l’“ardere del cuore”, una passione per la vita che desiderano consegnare anche ad altri, a partire dalla loro comunità. I loro piedi ora si muovono in un cammino di condivisione testimoniando che l’incontro con il Signore dà una sensatezza alla ricerca del vivere umano.
Dalla disponibilità a lasciarci incontrare, interrogare, accompagnare e permanere nella relazione con il Risorto, è consegnata la possibilità di andare al “cuore” di una concreta possibilità di stare nella vita, anche quella ferita. Allo stesso tempo, proprio quel ri-cordare ci pone nelle mani un “defibrillatore” inconsueto in cui riattivare il palpito della vita attraverso le parole e i gesti compiuti da Gesù, e che rimandano al cuore dell’annuncio cristiano: «Gesù Cristo ti ama, ha dato la sua vita per salvarti, e adesso è vivo al tuo fianco ogni giorno, per illuminarti, per rafforzarti, per liberarti».
Un annuncio che tutti dovrebbero sentire per riconoscervi una presenza in grado di rianimare alla vita, e di renderla umanamente significativa.