Dedicazione della nostra Chiesa (2)

Ma perché si parla prima di “benedizione” e poi di “dedicazione”? 
Quando la costruzione di una chiesa è terminata, viene benedetta, invocando la benevolenza e la presenza del Signore su di essa. In seguito quel luogo può anche essere dedicato ad altro scopo, come succede quando, in una nuova parrocchia si celebra inizialmente in un capannone o in una sala o in un prefabbricato. Quando invece la chiesa viene “dedicata” significa che la si vuole destinare in modo definitivo al culto. Il rito della dedicazione può però essere celebrato solo quando la chiesa possiede un altare fisso. Non si tratta di passaggi burocratici.
Come per tutte le nostre case, si tratta di momenti che segnano una storia di amore di chi abita i luoghi, di chi li ha sognati proprio perché esprimino, custodiscano e incrementino la storia di bene di chi li abita. Così è anche tra di noi e con il Signore.
La chiesa è un edificio in cui Dio e l’uomo vogliono incontrarsi; una casa che ci riunisce,  in cui si è attratti verso Dio, ed essere insieme con Dio ci unisce reciprocamente.

“Perché farne memoria ogni anno? E come mai è una “solennità”, cioè il grado più alto delle feste cristiane, come il Natale, la Pasqua, l’Ascensione, la Pentecoste?” Potremmo chiamarla “la solennità della Chiesa locale”: attraverso il segno del tempio manifestiamo il nostro essere pietre vive dal giorno del Battesimo, la nostra comunione con la Chiesa diocesana e il nostro vescovo, la nostra missione di annunciare il Vangelo come grembo che genera altri alla fede, il dono immenso che ci viene fatto ogni volta che ci riuniamo in santa assemblea per celebrare l’Eucaristia!!

Celebrare questa solennità per la nostra comunità cristiana significa che siamo unici, ma in un corpo armonioso. Siamo speciali, ma in una comunione universale.
Proprio perché siamo noi, con la nostra storia, la nostra originalità, il nostro cammino, talvolta fattoo di slanci, altre volte di incertezze, mancanze, ma siamo parte irrinunciabile della Chiesa.
Non solo noi, ma non senza di noi.