Il mistero del tempo Pasquale

Tempo del Risorto

Il mistero del tempo pasquale ha le sue radici nella speciale presenza del Signore risorto, infatti: “Egli si mostrò ad essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, apparendo loro per quaranta giorni e parlando del regno di Dio” (Atti 1, 3).
E’ questa singolare presenza del Risorto che la Chiesa celebra attualizzandola nel tempo di Pasqua, presenza che riempie di gioia il cuore dei discepoli. Il cero pasquale, che splende davanti all’assemblea liturgica, esprime simbolicamente la luce del Risorto che illumina la sua Chiesa.
I vangeli delle tre prime domeniche di Pasqua raccontano le apparizioni del Risorto e nei giorni della solenne ottava pasquale vengono proposti con ordine tutti i brani evangelici relativi alle apparizioni del Signore.
Lo stupore e il mistero della risurrezione pervadono tutta la liturgia del tempo raggiungendo espressioni di alta spiritualità come nella sequenza Victimae paschali laudes, nella quale il primo annunzio dato da Maria di Magdala, prima testimone della risurrezione, si fonde con la rinnovata adesione e testimonianza della Chiesa di tutti i tempi: “Sì, ne siamo certi: Cristo è davvero risorto. Tu, Re vittorioso, portaci la tua salvezza”. Il tempo pasquale intende quindi rendere attuale, in modo del tutto speciale, rispetto agli altri tempi sacri, quel singolare incontro con Gesù risorto che nei quaranta giorni della Pasqua apparve veramente ai suoi discepoli e che oggi continua la sua presenza ed azione, sempre vere e reali, nel modo mistico-sacramentale delle azioni liturgiche.