Quanto sta accadendo in questo periodo anche, e non solo, nel nostro paese, nella nostra comunità, cioè il moltiplicarsi di casi di persone giovani che muoiono all’improvviso, lasciando sgomento, dolore e profonde ferite nei propri familiari e non solo, pone sulle labbra di molte persone questa domanda: Perché? Vogliamo capire il perché, vogliamo che qualcuno ci spieghi cosa sta accadendo. Anche a noi credenti di fronte alla sofferenza, viene naturale chiedersi “Perché?”
Tante e possibili risposte ci potrebbero essere (magari qualcuno le possiede). Onestamente ritengo che una risposta soddisfacente non ci sia. Temo che ne escano solo parole di circostanza.
Ho la sensazione che non si riesca a risolvere adeguatamente la ricerca con una logica puramente umana. Il Figlio di Dio venendo al mondo non ci ha offerto una relazione sulla sofferenza, sulla morte. Il Figlio di Dio si è fatto sofferenza, è morto. Dio soffre!
Gesù si è accostato alla sofferenza, si è fatto vicino con la compassione, con la cura e con la fede.
Il volto di Dio, nel Figlio suo, si presenta come Colui che si prende cura dell’uomo, lo ama con viscere materne, in modo appassionato. Gesù non ha spiegato la sofferenza, ma l’ha vissuta, l’ha offerta, ne ha fatto motivo di salvezza per tutto il mondo. Gesù nella sofferenza si affida al Padre e continua a proporci questo esempio perché lo seguiamo. Dio non vuole il male e le sofferenze, ma che nella nostra vita si manifesti il suo amore, anche quando costa e ci inchioda alla croce.
Di fronte a queste prove fidiamoci di Dio: cioè affidiamoci a Lui.
Nella nostra fragilità, nelle nostre lacrime, nelle assenze, percepiamo tutta la nostra debolezza e l’unica cosa da farsi è prendersi cura gli uni degli altri. È sentire e far sentire il calore del cuore.
Soprattutto è percepire la Presenza di Colui che è venuto per darci la vita in abbondanza.