L’impazienza non è evangelica (1)

“Tutto e subito”: questa era la sintesi di una ricerca sui giovani fatta dal Censis qualche decennio fa. È difficile sapere se quella generazione diventata adulta abbia compreso che vivere all’insegna del “tutto e subito” ha significato limitarsi all’immediato e rinchiudersi nel presente. Di certo l’ultima generazione è ancor più sensibile alla gratificazione immediata. La cosiddetta generazione Z, la prima che ha l’accesso a internet fin dall’infanzia, è poco propensa ad avere aspettative che impegnano ed esigono tempo per essere esaudite. Si corre il rischio di lasciare indietro una generazione esausta, spenta e sfiduciata: di fronte al futuro prevalgono l’incertezza, l’ansia, la paura. È quanto emerge dal recente Rapporto realizzato dal Censis per il Consiglio nazionale dei giovani e l’Agenzia nazionale per i giovani dal titolo: Generazione post pandemia: bisogni e aspettative dei giovani italiani nel post Covid. Occorre riflettere su una concreta promessa di futuro per arginare l’onda d’urto della crisi pandemica, economica e delle attuali sfide su un’intera generazione, che oltre ad essere la più povera è anche la più sola.