L’appello del Papa: le Chiese in Italia si uniscono alla preghiera per la pace

Durante la Messa di apertura dell’Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, Papa Francesco ha annunciato un doppio appuntamento di preghiera per la pace: “per invocare dall’intercessione di Maria Santissima il dono della pace, domenica prossima mi recherò nella Basilica di Santa Maria Maggiore dove reciterò il santo Rosario e rivolgerò alla Vergine un’accorata supplica; se possibile, chiedo anche a voi, membri del Sinodo, di unirvi a me in quell’occasione. E, il giorno dopo, 7 ottobre, chiedo a tutti di vivere una giornata di preghiera e di digiuno per la pace nel mondo”.
La Presidenza della CEI, raccogliendo l’appello del Papa, invita le comunità ad unirsi alla preghiera del Rosario di domenica 6 ottobre e a vivere la giornata di preghiera e di digiuno del 7 ottobre.
“Ogni giorno aumentano i pezzi di questa guerra mondiale che si abbatte su diversi popoli e numerosi luoghi, spesso dimenticati. Non dobbiamo stancarci di chiedere che tacciano le armi, di pregare perché l’odio faccia spazio all’amore, la discordia all’unione. È tempo di fermare la follia della guerra: ognuno è chiamato a fare la propria parte, ognuno sia artigiano di pace”, afferma il Card. Matteo Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della CEI.

Tutti ormai sappiamo che il 7 ottobre è dedicato alla Madonna del Rosario perché a questa preghiera fu attribuita la sconfitta dei Turchi a Lepanto, nel 1571: la vittoria della flotta cristiana impedì l’invasione islamica dell’Europa. Il Papa Pio V volle dedicare questa data alla Madonna delle Vittorie, per ricordare e celebrare in tutta la Chiesa un evento così importante per la storia della cristianità e del nostro continente europeo.

Mi viene da pensare a un bambino, che chiede insistentemente alla mamma di essere aiutato.
Quanto può resistere, una mamma, di fronte alle moine del figliolino suo prediletto, bisognoso del suo aiuto? Ecco quello che siamo noi, agli occhi della Vergine Santa, quando ci mettiamo in ginocchio a ripetere le Ave Maria, scorrendo col cuore e col pensiero i misteri della sua vita con Gesù, e le presentiamo le nostre necessità, come quelle di chi amiamo; o anche, semplicemente, le facciamo compagnia, esprimendole il nostro amore, la nostra fiducia, il nostro desiderio di imparare da lei le virtù che ci mancano. O, ancora, ci rivolgiamo a Lei per sentirci uniti al suo Cuore, legati a questa catena di grazia da Lei voluta per riportare l’uomo a Dio. E non sarà capace, la Madonna delle Vittorie, di vincere anche sulle nostre paure, sulle nostre preoccupazioni, spirituali o materiali che siano? «Pregate sempre, senza stancarvi», ci suggerisce: quando camminiamo, quando siamo in treno, quando facciamo la fila alla posta… È così bello avere tra le dita questi piccoli grani, ripetere le parole di un angelo, ripetere i nomi di Gesù e di Maria e, con umiltà, ripetere anche il nostro, insieme a quello di tanti altri “peccatori”: nome che ci ricorda che non abbiamo diritto a niente, ma bisogno di tutto… E questo “tutto” è nelle mani di Maria, l’onnipotente per grazia: non abbiamo che da rivolgerci a Lei, ripetendo non formule magiche, ma una supplica piena di fiducia, che oppone, alla grandezza della “Piena di grazia, Madre di Dio”, la miseria e povertà di noi peccatori, perché è questa umile consapevolezza che commuove il Cuore della Mamma, lo piega e lo apre per far piovere su di noi quelle grazie e quelle benedizioni che il mondo non può dare.