DIO È FELICE PER NOI E CON NOI
Nel libro del profeta Sofonia, il giudizio di Dio è presentato come il suo intervento nella storia. Sofonia annuncia il giorno del Signore e la salvezza riservata ai miti.
Sperare è…GIOIRE
ASCOLTO SAPIENZIALE: Il Signore tuo Dio in mezzo a te è un
salvatore potente. Esulterà di gioia per te, ti rinnoverà con il suo amore, si rallegrerà per te con grida di gioia, come nei giorni di festa” (Sof 3,14-18)
Il Profeta Sofonia ci invita a gioire. E lo fa con un tono particolarmente vibrante, carico di speranza e dell’entusiasmo tipico dei giorni di festa.
Il brano biblico che la liturgia propone nella terza domenica di Avvento, invita a riscoprire la dimensione festiva, quella stessa che per Israele rappresentava l’incontro rinnovato di Dio con il suo popolo. Un senso di esultanza accompagnava ogni festa religiosa degli ebrei e che noi cristiani dobbiamo riscoprire in un mondo che muore di noia e di tristezza.
Quella che il Profeta annuncia è una gioia “permanente” che risiede nella certezza che il Signore sta in mezzo al suo popolo come “salvatore potente”. Il motivo della speranza che si fa gioia è dato dunque dal fatto che Dio è in maniera costante “in mezzo” ai suoi per aiutarli e salvarli in ogni momento.
Tutto questo si è verificato precisamente nel mistero dell’Incarnazione, con la quale Gesù Cristo ha posto per sempre “la sua tenda in mezzo a noi”. “Gridate giulivi ed esultate…perché grande in mezzo a voi è il Santo di Israele”. Il rimando “cristologico” è dunque nelle pieghe del testo di Sofonia non appena lo si legge più in profondità.
Il profeta Sofonia, scrivendo in un momento drammatico della vita del suo popolo, invita a superare tutte le paure davanti al dramma dell’esilio che incombeva su tutti. Dopo aver richiamato alla conversione in nome di Dio, Sofonia pronuncia così parole meravigliose di speranza rivolgendosi verso i poveri di cuore,
i poveri del Signore, a coloro che non si affidano alle proprie forze, ma mettono la loro fiducia in Dio.
Il motivo della grande gioia è che Dio abita con il suo popolo, una gioia che deriva dal sapersi amati, dal conoscere ciò che Dio vuole da noi, dal perseverare in Lui anche quando tutto sembra venir meno.
Ma c’è dell’altro, c’è la reciprocità della gioia perché Dio è felice per noi e con noi.
Sono tre i verbi che il profeta utilizza per sottolineare questa felicità: esulterà di gioia per te, ti rinnoverà con il suo amore, si rallegrerà per te con grida di gioia come nei giorni di festa. Il Signore Dio grida la sua gioia, non la sussurra né tuona, ma grida per dichiarare il suo amore per l’umanità. È il quadro di un Dio dal volto felice e dalla gioi contagiante, la stessa di cui parlerà Gesù: “perché la mia gioia sia in voi” .