Sul monte i discepoli videro la gloria di Gesù, contemplarono con i loro occhi la figura divina del loro Maestro. Lo conoscevano bene come uomo, in quella occasione straordinaria lo videro nella forma divina e rimasero abbagliati. Non compresero bene quello che stavano vivendo, ma ne ebbero un grande incoraggiamento per affrontare il dramma della morte stessa di Gesù. Nella luce della trasfigurazione chiediamo al Signore che purifichi i nostri occhi, che pulisca il nostro sguardo, perché possiamo contemplare il suo volto e riconoscerlo presente nella nostra vita, per poter vedere dove stiamo andando e avere ben chiara la meta della nostra esistenza, che è l’incontro con la sua persona. In questo tempo di Quaresima la liturgia e la saggezza della Chiesa ci invitano al digiuno, alla penitenza e all’astensione da ciò che è male. Perciò in queste settimane penitenziali suggerisco qualche modo alternativo di digiuno, che non consiste soltanto nel non mangiare alimenti, ma nel purificare tutti i sensi. Nella Domenica della Trasfigurazione concentriamo la nostra attenzione sugli occhi: è importante anche il digiuno degli occhi. Togliamo cioè ogni sguardo maligno. Come ci sono le parole cattive ci sono anche gli sguardi cattivi. È attraverso gli occhi che noi percepiamo gli altri ed è proprio attraverso il nostro sguardo che critichiamo, giudichiamo, disprezziamo. Sono gli occhi che introducono nella nostra persona atteggiamenti di invidia e di gelosia. È l’occhio cattivo che guarda l’altro con invidia, con gelosia, con astio. Impegniamoci dunque a curare i nostri sguardi, a digiunare dallo sguardo cattivo, dall’atteggiamento maligno che guarda l’altro per valutarlo e per disprezzarlo. Abbiamo bisogno di pulire la nostra anima, di purificare interiormente il nostro spirito. Abbiamo bisogno di pulire la lingua da ogni tipo di parola cattiva, abbiamo bisogno di pulire i nostri occhi da tutti gli sguardi cattivi. Ci sono tante cose che non devono essere guardate e che eppure attirano maliziosamente lo sguardo. Pensate al mondo del computer, a tutto ciò che viene pubblicato online: ci sono moltissime cose buone, belle, utili, edificanti. Purtroppo ce ne sono anche molte negative, dannose, scabrose, volgari, capaci di distruggere la coscienza. Sono gli occhi che godono di queste immagini negative. Lo sguardo volgare, rivolto a queste figure, porta dentro il cuore l’amarezza, il vuoto, la delusione. Sembra che sia qualcosa di superficiale, usato come passatempo momentaneo, e invece lo sguardo di spettacoli scabrosi lascia un segno negativo nel cuore e nella mente. In alcuni casi, addirittura, provoca dipendenza, con grave amarezza e un conseguente disprezzo della vita. Attraverso gli occhi entra dentro di noi il bello e il brutto. Da una finestra aperta entra tutto quello che c’è fuori: entrano i profumi della primavera, entrano anche le puzze dell’inquinamento. Bisogna stare attenti a non lasciare aperto il nostro spirito a ciò che inquina l’anima. E gli occhi sono la porta del nostro cuore. Digiuniamo, cioè vigiliamo sui nostri occhi. Come abbiamo bisogno di silenzio per non sentire troppe parole, così abbiamo bisogno anche di calmare gli occhi. Non c’è bisogno di vedere sempre qualcosa di nuovo, proprio come passatempo. C’è bisogno di contemplare ciò che è bello, soffermarci sulle cose buone, imparare ad avere uno sguardo benevolo. Proviamo a fare attenzione al modo con cui guardiamo agli altri, perché tutto parte da lì: è lo sguardo rivolto all’altro che mi porta a volergli bene o a trattarlo male. Vigiliamo sui nostri occhi, digiuniamo dagli sguardi maligni, dal guardare le cose negative. Impariamo a riconoscere le nostre occhiate cariche di invidia, e curiamo gli sguardi invidiosi! Impariamo a riconoscere i nostri sguardi carichi di gelosia, curiamoli! È un digiuno importante che purifica interiormente la nostra persona e ci rende capaci di godere la visione di Dio. Cerchiamo il suo volto: anche noi saliamo sul monte con Gesù per guardare a Lui, per rivolgere a Lui i nostri occhi, chiedendo che li purifichi; e impegniamoci a non sporcarli con tutto ciò che è male.