“Uomo avvisato è mezzo salvato”. La sapienza dei proverbi ci ha insegnato questa massima con cui riconosciamo che essere preavvisati è quasi come essere già salvi: non è sicuro infatti che siamo salvi, e il proverbio collega all’avviso metà della salvezza. Chi è avvisato è mezzo salvato, non salvato del tutto! Sapere del pericolo ci può aiutare a evitare il pericolo, ma non è detto. È possibile che, pur sapendo di qualche cosa di negativo, non accogliamo quell’ammonimento e finiamo in quella situazione disgraziata. Vi è mai capitato in qualche occasione di dire: “Ci avessi pensato prima! Tornassi indietro farei diversamente”. Provate un po’ a pensare davvero a qualche esperienza che vi ha toccato nella vita in cui riconoscete che, se poteste tornare indietro, fareste diversamente … eppure nella maggior parte delle situazioni non si può tornare indietro. È un discorso per assurdo quello che facciamo – “potessi tornare indietro” – perché in realtà non posso tornare indietro: quello che ho fatto, resta fatto; se ho fatto uno sbaglio che ha avuto delle conseguenze, quelle conseguenze restano. Posso però imparare per il futuro: dalla esperienza del mio sbaglio posso imparare a fare meglio da qui in poi. È quello che ci suggerisce la Scrittura. Noi leggiamo la Parola di Dio proprio per essere avvisati: quella parola che ci forma ed è “mezza salvezza”; l’altra metà dobbiamo mettercela noi con la nostra saggezza. Il senso della parabola che racconta Gesù sta proprio qui: bisogna pensarci prima, è inutile piangere quando i danni sono fatti; bisogna essere previdenti e pensare prima di fare qualche cosa di grave, perché poi le conseguenze vengono inevitabilmente; rimpiangere dopo di aver sbagliato non serve più! Quando Gesù racconta questa parabola si rivolge ai farisei come persone religiose che però non accettano la sua predicazione, e con questo racconto vuole dare a loro un serio avviso: “Attenti ad ascoltare davvero la mia Parola prima che sia troppo tardi perché, quando vi troverete nella situazione negativa, in quella condizione di inferno, sarà troppo tardi. Pensateci prima, pensateci adesso che avete possibilità di credere in Colui che è la vita e aderite alla sua rivelazione”. Il ricco mangione, che elemosina una goccia di acqua in mezzo a quella fiamma che lo tormenta, dice di avere ancora cinque fratelli sulla terra – che evidentemente sono del suo stesso stampo e si comportano come lui – e immagina che anche loro possano finire in quella disgrazia, perciò vorrebbe un miracolo, vorrebbe la carità di Lazzaro, che tornasse in vita a rimproverare i fratelli. Tante volte molte persone dicono che, se ci fosse qualche miracolo, qualche segno, qualche prodigio, sarebbe più facile credere. Gesù invece rifiuta questa idea. I miracoli non sono fatti per fare venire la fede, i miracoli sono riconosciuti dalle persone di fede e quelli che non hanno fede negano l’esistenza dei miracoli e non si accorgono del prodigio che avviene.
Il personaggio di Abramo nella parabola offre una risposta chiarissima: “Se non ascoltano la Bibbia, se non ascoltano la Parola di Dio attraverso Mosè e i profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”. Gesù ha risuscitato un uomo che si chiamava proprio Lazzaro… ed è servito per convincere gli increduli? No. Dopo che Gesù ha richiamato dalla tomba il morto Lazzaro, i capi del sinedrio si sono radunati e hanno deciso di eliminarlo, addirittura hanno pensato di ammazzare anche Lazzaro, perché diventava un testimone scomodo e pericoloso.
Nemmeno la risurrezione di un morto può convincere chi non vuol credere.
Allora è importante ascoltare l’ammonizione che il Signore ci dà attraverso i profeti e gli apostoli.
La Parola di Dio che ci accompagna nella nostra vita è quell’ammonimento continuo, perché siamo noi quelle persone avvisate – sappiamo che cosa fare, sappiamo che c’è il rischio dell’inferno – è già mezza salvezza avere questa conoscenza. Non facciamo finta di niente, prendiamola sul serio finché siamo in tempo, prima che sia troppo tardi. Accorgiamoci del bene che c’è da fare e facciamolo: non domani, oggi; prima che sia troppo tardi aderiamo al Signore con coerenza piena, per non dover dire un domani: “Ci avessi pensato prima!”. Abbiamo chi ci forma, ascoltiamolo; abbiamo la Parola di Dio, ascoltiamola e viviamo di conseguenza … e saremo tranquilli, in vita, in morte e oltre la morte.