La nostra meta

Oggi è la festa della nostra memoria, la memoria storica che prepara il futuro. Facciamo memoria di tutte le persone che ci hanno preceduto e, avendo vissuto bene, adesso sono nella gloria di Dio. La memoria è il ricordo del passato, ma in questo caso è ricordo del futuro: ricordiamo coloro che sono davanti a noi, ci aspettano e costituiscono la nostra meta, il traguardo verso cui anche noi camminiamo. I Santi sono uomini e donne che hanno rea-lizzato la loro vita, sono coloro che hanno sulla fronte il sigillo del Dio vivente. È una immagine che adopera il libro dell’Apocalisse per indicare coloro che hanno nella mente, nel cuore, nell’animo, il progetto stesso di Dio. Che cosa è un sigillo? È un oggetto che noi non adoperiamo più – al massimo parliamo di una lettera sigillata o di un vasetto ben sigillato – nel nostro modo di parlare vuol dire che è chiuso bene. Il sigillo però non è un elemento di chiusura, ma di autenticazione, è come un timbro. Nell’antichità i grandi sovrani adoperavano un anello con dei segni particolari che venivano impressi nella ceralacca, lasciando così un segno di autenticazione. Quando un’autorità mette il sigillo su un documento vuol dire che lo riconosce come autentico: è proprio suo, ha valore. La parola sigillo noi la adoperiamo nella liturgia soprattutto nella celebrazione della Cresima. Chi l’ha già fatta dovrebbe ricordare che cosa gli ha detto il vescovo in quel momento e chi si prepara a farla comincia a comprenderne il significato. Che cosa dice il vescovo al ragazzo che riceve la Cresima? Gli mette una mano sulla testa e con il pollice, bagnato nel sacro Crisma, gli fa un segno di croce sulla fronte dicendo: “Ricevi il sigillo dello Spirito Santo che ti è dato in dono”. Eccolo il sigillo di Dio: è quel segno di croce fatto con il Crisma sulla fronte. Non è una chiusura, è un segno di appartenenza: appartieni al Signore, perché ti è stato dato in dono lo Spirito Santo che è il suo amore, la sua forza, la sua capacità di vivere bene. Questo gesto del segno di croce sulla fronte è il primo che si compie nel rito del battesimo. Quando si accoglie un bambino, prima di iniziare la celebrazione, si fa il segno della croce sulla fronte: “Ti segno con il segno della croce”. È il sigillo del Dio vivente – è come mettere il timbro – è molto di più … è mettere dentro la testa il pensiero stesso di Dio. Quand’è che vi fate un segno di croce sulla fronte? Durante la Messa, prima di ascoltare il Vangelo. Talvolta può essere un gesto banale fatto semplicemente senza pensarci, invece è un gesto importante: ascoltando l’annuncio del Vangelo tutti i partecipanti portano la mano alla fronte e si fanno un segno di croce; poi ne fanno uno sulle labbra e un altro sul petto all’altezza del cuore. Quel segno di croce sulla fronte è il sigillo del Dio vivente, è una silenziosa preghiera con cui diciamo al Signore: “Mettimi nella testa le tue idee, dammi la tua mentalità”. Ce lo hanno fatto all’inizio nel battesimo, lo ripete il vescovo solennemente nel giorno della Cresima, lo ripetiamo noi tutta la vita ascoltando il Vangelo. Quando alla fine della vita riceveremo l’Unzione degli infermi, ancora una volta il sacerdote farà sulla nostra fronte un segno di croce: il sacramento della Unzione serve proprio per affidare al Signore una persona che soffre e sta per lasciare la terra.
Dall’inizio alla fine il sigillo del Dio vivente è impresso sulla nostra fronte: perciò deve entrare nel nostro cuore, deve diventare il nostro modo di pensare.
Impariamo dunque a pregare proprio così: “Signore, insegnami a pensare secondo il tuo stile, insegnami a riflettere secondo i tuoi criteri, insegnami a ragionare come ragioni tu, a volere le cose come le vuoi tu, mettimi nella testa la tua parola”. È una preghiera da fare dall’inizio alla fine della vita: “Signore, insegnami quello che devo fare, dammi la forza di fare quello che devo, fammi capire come devo comportarmi, aiutami a fare bene, mettimi nella testa l’idea del tuo
bene”. Ricordiamoci i Santi, che hanno vissuto be-ne e sono felici nella gloria. Noi siamo in cammino verso di loro. Chiediamo al Signore che imprima nella nostra fronte, il sigillo della sua volontà e ci metta in testa il suo modo di vedere perché anche noi possiamo arrivare alla santità eterna.