Un Dottore della Chiesa, un Vescovo, un filosofo, ma prima di tutto un uomo, con le sue fragilità, le sue contraddizioni e la sua continua ricerca di un senso profondo del vivere.
E’ sempre straordinariamente attuale la figura di Sant’Agostino (di cui la liturgia fa memoria il 28 agosto), un faro spirituale che ha orientato la vita di migliaia di credenti (e non solo) di tutte le epoche e le latitudini. Poche altre personalità dell’universo cristiano hanno lasciato nei secoli un’eredità paragonabile alla sua.
«Ci hai creati per Te, Signore, e inquieto è il nostro cuore finché non trova riposo in Te». Questa celebre frase, contenuta nelle Confessioni, può in un certo senso esemplificare tutta la vita di questo santo, animata da un incessante anelito alla verità.
E ancora oggi Le Confessioni sono una bussola per tanti uomini e donne in ricerca.
«Tardi ti ho amato, Bellezza così antica e tanto nuova, tardi ti ho amato – si legge tra le pagine del libro – Sì, perché tu eri dentro di me ed io fuori: lì ti cercavo.
Deforme, mi gettavo sulle belle sembianze delle tue creature. Eri con me, ma io non ero con te. Mi tenevano lontano da te le tue creature, inesistenti se non esistessero in te.
Mi chiamasti, e il tuo grido sfondò la mia sordità; balenasti, e il tuo splendore dissipò la mia cecità; diffondesti la tua fragranza, respirai ed ora anelo verso di te; ti gustai ed ora ho fame e sete di te; mi toccasti, e arsi dal desiderio della tua pace».