Il povero grida e il Signore lo ascolta (1)

Il Signore ascolta il grido di colui che è povero, che si fa povero, perché si rende consapevole che senza di Lui non può nulla. La preghiera che sale a Dio da un cuore che si è fatto povero, perché consapevole che non può nulla senza il suo Signore, non soltanto è ascoltata ma è anche esaudita. E noi oggi vogliamo farci poveri, davvero poveri, perché la nostra preghiera venga ascoltata e venga esaudita. Ma quale preghiera? È la nostra comunità parrocchiale che dà voce alla preghiera con la quale domandiamo al Signore di accrescere la nostra fede, la nostra speranza e la nostra carità. Questa è la grande preghiera che l’inizio del nuovo anno catechistico ci suggerisce oggi, che la Parrocchia mette sulle nostre labbra e nel nostro cuore, e che noi presentiamo al Signore con un cuore povero.
Chiediamo di crescere nella fede. Che cosa vuol dire? Significa crescere nella consapevolezza e nell’esperienza non soltanto che Dio c’è, che Dio è presente nella nostra vita, che Dio ha a che fare con le nostre gioie e con i nostri dolori, ma anche nella consapevolezza e nell’esperienza che Dio ci ama, che ci ama davvero. È in questa fede che abbiamo bisogno di crescere ed è questa fede che oggi chiediamo di ricevere in dono ancora di più.
Lo chiediamo perché è bello avere la fede, perché è bello avere una fede grande, perché è bello vivere con una fede grande. La nostra supplica sale al Signore – «Accresci la nostra fede» – perché sappiamo che vivere senza fede o con una fede povera non è bello; mentre vivere con una fede e con una fede grande è bello, anzi è bellissimo, è esaltante perché cambia la vita, cambia il cuore, cambia il modo con cui affrontiamo, giorno dopo giorno, il cammino dell’esistenza. Cambia tutto in meglio! Per questo, dal profondo del cuore, chiediamo al Signore che accresca in noi la fede.