Davanti al crocifisso

Mi fermo davanti al Crocifisso: mi fermo a contemplare il mistero di dolore e di morte che fa da preludio alla risurrezione.
Tocco il legno di quel patibolo sul quale Gesù è stato issato, il legno bagnato dal suo sudore e dal suo sangue. E penso che questo strumento di morte, ora è diventato per tutti noi l’albero della vita.
È lui, il Cristo, che lo ha trasformato, con il suo amore.
Guardo i chiodi che hanno fissato il suo corpo. È così che hanno tentato di fermarlo, di impedirgli di continuare il suo ministero di consolazione e di guarigione. Quelle mani che hanno toccato i lebbrosi, che hanno rialzato i paralitici, che hanno spezzato il cerchio diabolico dell’isolamento e della schiavitù, quelle mani che hanno spezzato il pane per sfamare le folle. Mani destinate a rimanere per sempre aperte per accogliere con tenerezza e misericordia tutti coloro che invocano perdono e domandano di essere trasfigurati dalla sua bontà. Quei piedi che hanno percorso le strade degli uomini, quei piedi coperti dalla polvere, affaticati dai lunghi percorsi, quei piedi che lo hanno portato da tante persone, in tante case, per condividere le sofferenze e aprire orizzonti di speranza.
Ringrazio coloro che, anche questo venerdì di quaresima, alle ore 21.00 animeranno questo momento.