Via Crucis in Mortorino

La Via Crucis è esperienza di dolore, percorso che giammai si fa da soli perché siamo dentro una carovana umana, ma è anche incontro di vite profumate, sebbene la carne è ridotta a brandelli e il volto si mostri sfigurato dalle violenze.
Proviamo a guardare in faccia il dolore dell’umanità, tra pandemia e guerre, tra violenze urbane e violenze sociali, tra solitudine collettiva e paure. Lasciamo che almeno una parte di noi si confronti con questo dolore o, come sarebbe meglio dire, lasciamo che la nostra vita sia come un campo di battaglia su cui si combattono le contraddizioni del nostro tempo.
Cristo Gesù, nella sua tenerissima carne, è stato come un campo di battaglia, un altare sul mondo, perché gli egoismi, le violenze, le idolatrie che dilaniavano i cuori e i volti di tanti uomini e donne potessero trovare ospitalità da qualche parte, uno spazio, un altare su cui combattere e placarsi. Noi, piccoli uomini, come una sola piccola anima, siamo invitati a divenire, proprio nella contemplazione spaventosa della violenza e del dolore di tanta parte di umanità, spazio interiore accogliente, camera ospitale per i drammi dell’umanità, altare dove l’irriconoscibile umano possa essere trasfigurato in bellezza dall’amore.
Le vie della croce, quella di Gesù Cristo e quella di tanti poveri cristi, ci ricordano che se l’infinito dolore di un bimbo violato, di una donna uccisa o di un uomo umiliato non allargano le pareti del cuore e non ci rendono più umani, liberandoci dalle piccolezze e dalle cose superflue di questa vita, non solo è una opportunità perduta ma segna l’apice dell’imbruttimento dell’umano.

Via Crucis missionaria

Ore 17

Il tema della Via Crucis è: “Innamorati e vivi”. Un messaggio che custodisce in sé due significati. Il primo, nell’accezione qualificativa, descrive appieno coloro che ardenti di amore per Dio Padre e le Sue creature hanno investito la totalità del loro tempo per prendersene cura. Dei veri e propri giardinieri del Regno. Tanto appassionati al Mondo quanto a chi lo abita.  Il secondo è un vero e proprio imperativo, l’eredità che i martiri hanno ricevuto da nostro Signore  trasmettendola a noi, oggi. Solo chi si innamora è disposto ad abbandonare il superfluo per cogliere al  fine l’essenza della vita. Questa promessa non è solo speranza per l’avvenire ma prima di tutto garanzia per il presente. Passo dopo passo seguiremo il cammino di Cristo verso la croce. Il suo dono, frutto dell’Amore, sia ancora una volta sostegno per chi soffre, viatico per chi cerca la propria strada, braccia spalancate per chi pensa di essere abbandonato al proprio destino. Sulla croce non c’è un uomo morto,  ma un uomo che sta per risorgere. Da ciò nasce la nostra speranza: noi crediamo in Te, uomo della croce, Tu ci sostieni e ci indichi la strada.