Felici come una Pasqua (1)

Spesso diversi modi di dire” di uso comune riguardano realtà che, a ben vedere, sono più complesse ed “elevate” di quanto non sembri, ma che vengono trattate con leggerezza e semplicità, fino a diventare quasi scontate, entrando così, allo stesso tempo, nel tessuto del vivere quotidiano.
L’espressione “Felici come una Pasqua” associa l’emozione più semplice, quasi banale, della felicità al mistero che sta al cuore della fede cristiana, la Pasqua di risurrezione. Il sentimento, per così dire, più umano e infantile, insieme all’evento cardine della rivelazione divina in questo mondo.
La vera felicità è davvero quella che nasce dalla Pasqua, ma ciò significa allo stesso tempo la necessità di attraversare il mistero pasquale in pienezza. La Pasqua di Gesù è il culmine di una vita spesa totalmente nella dedizione per gli altri, nell’amore del prossimo, alla luce di una radicale relazione con Dio Padre. È solo in questo orizzonte che trova davvero senso la ricerca della felicità cristiana. In questo senso, allora, la felicità della Pasqua può diventare qualcosa di quotidiano, di “semplice”, che passa quasi inosservato.
Il modo di dire che descrive la felicità con l’immagine della Pasqua è tanto noto quanto ambiguo.
Il rischio è di pensare alla felicità come un sogno realizzato o qualcosa da raggiungere, dimenticando che la Pasqua include sempre il Venerdì Santo, e che la felicità è sempre radicata nella storia.