Sotto la Croce Maria diventa madre di tutti i credenti. La sua premura è ricordarci che siamo stati amati a caro prezzo, destinati alla vita eterna.
È davvero significativo che si sia voluta la festa di Maria Madre della Chiesa proprio il giorno dopo la Pentecoste, quasi a ricordare a ognuno di noi che la Chiesa nasce grazie allo Spirito e non per pianificazione umana. Ma la pagina del Vangelo di Giovanni (Cristo morente in croce, con Maria e Giovanni ai piedi) che ce ne spiega il senso è una intensa descrizione degli ultimi istanti di vita di Gesù. È infatti quello il momento in cui viene seminato il seme della Chiesa che germoglierà poi il giorno di Pentecoste.
Tre cose colpiscono di questo racconto: l’allargamento della vocazione di Maria che sotto la Croce diventa Madre di tutti i credenti e non solo di Gesù. L’intensa sete di Cristo che rimane come sospesa per tutta l’estensione della storia. E il fianco squarciato da cui viene fuori sangue ed acqua. La Chiesa infatti come Maria è un grembo dentro cui può rinascere una vita nuova.
Chi entra nella Chiesa lo fa attraverso le acque del battesimo, e la vita che ne scaturisce non è più solo vita biologica, ma vita eterna che misteriosamente sgorga dentro di noi.
La vita spirituale infatti è la vita eterna che ci attraversa.
La seconda caratteristica della Chiesa è prendere sul serio la sete di Cristo che è sete che si prolunga nei bisogni concreti dei fratelli e delle sorelle, che è sete di Gesù nell’essere riamato, che è sete di corrispondenza. La fede cristiana non è la sola azione di Dio ma la reciproca azione di due libertà che si incontrano: la mia e quella di Dio.
La terza caratteristica della Chiesa sono i sacramenti che sgorgando dal fianco di Cristo ci ricordano il prezzo dell’amore. Siamo amati a caro prezzo, cioè siamo preziosi ai Suoi occhi e vivere la vita dei sacramenti significa fare esperienza di questo amore prezioso.
La memoria della Beata Maria Vergine Madre della Chiesa ci ricorda come la maternità divina di Maria si estenda, per volontà di Gesù stesso, a maternità per tutti gli uomini e cioè per la Chiesa stessa in atto di affidamento.
Papa Francesco, nel 2018, ha fissato questa memoria il lunedì dopo la solennità della Pentecoste, giorno in cui nasce la Chiesa. Un titolo che non è nuovo.
Già san Giovanni Paolo II, nel 1980, invitò a venerare Maria come Madre della Chiesa; e ancor prima Paolo VI, il 21 novembre 1964, a conclusione della terza Sessione del Concilio Vaticano II, dichiarerà la Vergine “Madre della Chiesa”. E nel 1975, la Santa Sede propose una Messa votiva in onore della Madre della Chiesa, ma non entrò nella memoria del Calendario liturgico.
Accanto a queste date recenti, non possiamo dimenticare quanto il titolo di Maria Madre della Chiesa sia presente nella sensibilità di sant’Agostino e di san Leone Magno; di Benedetto XV e Leone XIII, fino quindi a papa Francesco quando, l’11 febbraio 2018, 160° anniversario della prima apparizione della Vergine a Lourdes, dispone di rendere obbligatoria questa memoria.