In ascolto della speranza

LA GRANDEZZA DI DIO NELLE PICCOLE COSE
Michea si occupò dei problemi morali e spirituali della gente e non di quelli politici; rimprovera le guide del popolo e difende i deboli e gli oppressi. Denuncia con energia le ingiustizie e annuncia la Speranza nella misericordia. Sperare è…APPREZZARE
ASCOLTO SAPIENZIALE: Così dice il Signore: E tu, Betlemme di Efrata così piccola per essere fra i villaggi di Giuda, da te uscirà per me colui che deve essere il dominatore in Israele; le sue origini sono dall’antichità; dai giorni più remoti (Mic 5,1)
Il profeta Michea, sulla linea degli oracoli messianici, parla di Betlemme pensando alla ripresa della storia della salvezza dalle origini risalenti a Davide. A questo stesso oracolo si rifaranno i sacerdoti e gli scribi di Gerusalemme per indicare ai Magi il luogo dove avrebbero potuto trovare “il re dei Giudei”, che essi andavano a cercare dietro l’indicazione della stella. La sorpresa del profeta nasce dal considerare la poca importanza della “piccola” borgata Betlemme, in confronto con le altre città di Giuda, e la gloria che le deriverà dal fatto che proprio da lei dovrà “uscire il dominatore di Israele”, cioè il Messia. Egli ci vie presentato con le immagini bibliche e tradizionali del “re-pastore” che guida con “forza il suo popolo e garantisce a tutti “pace” e Sicurezza. Betlemme non è solo un territorio geografico: è soprattutto la terra degli inizi dalla quale Dio riparte, castigando il peccato dei discendenti di Davide, che hanno tradito l’alleanza ma lo fa anche rinnovando la sua fedeltà con il dono della pace. Il Messia atteso e promesso è il dominatore sulle forze del male e il pastore del popolo di Dio. Anche i Vangeli sottolineeranno la dimensione geografica di Betlemme, città nella quale nascerà Gesù. L’oracolo del profeta Michea ci trasmette, alla vigilia del Natale di Gesù, un significativo elogio all’umilità che si contrappone a tutto ciò che oggi il mondo idolatra con le categorie della potenza e della forza, della sopraffazione e del sopruso. È la lezione dell’umiltà del Cristo che “spoglia sé stesso assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini”.
È la lezione dell’umiltà e delle piccole cose, di un piccolo borgo come Betlemme, del nostro piccolo borgo, dove prova a resistere e a vivere l’essenzialità delle piccole cose della vita quotidiana, la semplicità dei poveri di spirito contrapposta al sopruso e all’arroganza del potente Michea, in tempo e in un momento difficile della vita del popolo di Israele, ha il coraggio di promettere qualche cosa di grande e di bello,
sottolineando lo stile e la grandezza di Dio che prendono forma dalle realtà piccole in contrapposizione alla mentalità del mondo, alla voglia di essere grandi, di essere più degli altri, di essere forti e potenti.