“Gloria a Dio nell’alto dei cieli – cantano gli angeli nella notte di Betlemme – e sulla terra pace agli uomini che egli ama”. Nell’originale greco si adopera una parola di difficile traduzione, che potrebbe essere resa letteralmente con benevolenza: “Pace in terra agli uomini della benevolenza”. La benevolenza è quella di Dio e noi – creature umane – siamo oggetto di questa benevolenza. È la bella notizia di Natale: Dio vuole bene all’umanità. “Il voler bene” è una relazione di affetto; la benevolenza divina è quella buona disposizione d’animo nei confronti dell’umanità. Viene annunciato così il volto umano di Dio: quel bambino che è nato rivela la benevolenza divina che porta la pace, che offre la possibilità della pace, che crea pace fra di noi. A Natale noi accogliamo questo dono che viene dall’alto, il dono della benevolenza che Dio ci offre.
È quell’amore grande che egli offre a noi, chiedendo in cambio di essere amato; è la sua buona disposizione verso di noi. Dallo stile del Natale noi impariamo tale atteggiamento benevolo, per diventare persone che sanno voler bene. Può essere una espressione banale – possiamo infatti rovinarla – ma, se ci pensate bene e la dite con consapevolezza, è una affermazione grandiosa. Dire a una persona “Ti voglio bene” è un fatto meraviglioso. Può essere solo un TVB scritto in un messaggino senza pensarci, può essere una formula generica detta ad un grande pubblico, come una qualunque altra formula di saluto, ma se è detta col cuore, se è detta con l’intelligenza e la volontà, “Ti voglio bene” è una parola grandiosa! È l’autentica dichiarazione d’amore: voglio il tuo bene. Volere il bene dell’altro è l’atteggiamento di Dio, è la sua buona disposizione verso di noi, verso l’umanità, verso ciascuno di noi. Questo suo atteggiamento, rivelato nell’uomo Gesù, diventa il nostro stile, diventa la bella notizia cristiana, diventa il nostro impegno! Vogliamo essere persone benevoli, persone che sanno voler bene. Pensate quanti drammi famigliari segnano le nostre cronache, quante persone che dicevano di volere bene, invece trattano male fino ad uccidere la persona che pensavano di amare. Sembra facile volere bene! È banale dirlo, ma volere bene all’altro, volere il bene dell’altro è un’azione divina, è la grandezza della nostra umanità! È possibile grazie a Gesù Cristo! Grazie alla sua incarnazione egli ha unito cielo e terra. La gloria di Dio che è nell’alto dei cieli abita ora la nostra terra, la nostra realtà concreta, le nostre difficoltà, le nostre relazioni problematiche; e ci porta la pace, ci porta una capacità di relazione buona: pace fra l’umanità di Dio, pace fra le varie persone, pace dentro il cuore di ciascuno. Queste relazioni buone diventano benevolenza, affabilità, cordialità, simpatia, umanità: devono essere queste le nostre doti, le caratteristiche del nostro atteggiamento, la nostra realtà cristiana! La nostra Comunità deve essere caratterizzata da queste qualità. Vogliamo essere persone affabili che parlano con gli altri, con disponibilità, capaci di dialogo; vogliamo essere persone cordiali che ragionano e agiscono col cuore, con sentimento buono; vogliamo essere persone simpatiche – non perché facciamo ridere – ma perché siamo capaci di condividere i sentimenti dell’altro e di farci carico delle difficoltà, piangere con chi piange e ridere con chi è contento; vogliamo essere umani … quando parliamo di atteggiamento umano o della umanità nel tratto, intendiamo proprio questa benevolenza, questa capacità di affetto e di simpatia che lega gli uni agli altri. Il nostro mondo ne ha bisogno, ne ha bisogno da sempre! Siamo noi, che crediamo in Gesù Cristo, a essere portatori di questa affabilità, di questa cordialità, della simpatia umana, portatori della benevolenza divina, creatori di pace nelle nostre relazioni. Chiediamolo al Signore come dono natalizio per ciascuno di noi, per tutta la nostra comunità, perché le nostre relazioni diventino benevole. Chiediamo al Signore la capacita di essere quegli uomini della benevolenza a cui è data la pace del Natale: persone che sanno volere bene, non solo al piccolo cerchio dei parenti stretti, ma comunque, in genere nella società, capaci di volere il bene dell’altro – chiunque esso sia – capaci di volere il vero bene e di costruire il bene sociale, il bene comune. Vogliamo esser persone benevole che cambiano il volto della società.
È la bellezza del Natale creare atmosfere di amicizia, di simpatia, di umanità; è la bellezza del Natale sentirci in famiglia, sentirci accolti, ritrovarci, incontrarci … sappiamo quanto è bello stare insieme bene. Vogliamo crescere in queste relazioni umane e benevole. Chiediamo al Signore questo dono natalizio che ci renda capaci di volere bene, che ci renda disposti benevolmente verso gli altri.