Epifania è una splendida parola greca che abbiamo conservato dall’antichità e, purtroppo, perché non la capiamo bene, l’abbiamo deformata, l’abbiamo fatta diventare befana; e il linguaggio corrente, aiutato dalla televisione e dal mondo del commercio, ha trasformato la festa dell’Epifania nel giorno della befana.
È un guaio, perché vuol dire perdere il senso della nostra fede. È necessario essere credenti intelligenti.
La festa della Epifania ci ricorda l’intelligenza della nostra fede, la necessità di capire quello in cui crediamo. Epifania vuol dire che il Signore si è fatto conoscere, si è manifestato. Il Signore invisibile si è fatto vedere da noi, noi lo abbiamo riconosciuto e questo riempie di gioia. I magi sono partiti da lontano e hanno riconosciuto in quel Bambino, in una povera casa di Betlemme, il Signore, il vero Re, il Salvatore dell’umanità. Il problema serio non è conoscere, ma riconoscere. Non ci arriviamo da soli con la nostra intelligenza a capire e a spiegare tutto, ma con l’intelligenza riconosciamo la presenza di Dio nella nostra vita. Ed è importante proprio questo impegno: riconoscere il Signore che è presente nella nostra esistenza. Non lo vediamo con gli occhi della carne, non lo sentiamo con le orecchie fisiche, eppure ci accorgiamo che è presente? Lo riconosciamo in qualche momento della nostra vita? Anche se non riusciamo a sentirlo presente sempre, ci sono dei momenti significativi in cui sentiamo che il Signore è presente, sentiamo che ha ragione, ci accorgiamo che è vero quello che ci ha detto.
Per aiutarci a comprendere questo senso, proviamo a immaginare il lavoro di un investigatore.
Quando avviene un delitto, si denuncia il fatto, ma non si sa come sono andate le cose. Bisogna trovare chi sia il responsabile: per mettere insieme i dettagli e gli indizi, ci vuole una ricerca, una investigazione, perché non è tutto così chiaro. Se uno non si impegna, non trova niente. Se invece c’è un investigatore che si impegna e ricerca con intelligenza, può scoprire come sono andati i fatti. In queste ricerche molte volte – tanti telefilm televisivi ci aiutano a pensare questo evento – la soluzione viene attraverso una intuizione: ad una certo momento si accede una luce, l’investigatore ha un attimo di illuminazione, gli viene in mente qualcosa che gli permette di ricostruire tutto. Nel linguaggio dei fumetti in genere c’è la lampadina che si accende. «I magi videro la stella e furono pieni di gioia». Col nostro linguaggio moderno potremmo dire che si è accesa quella lampadina – è una immagine di fede – si è accesa l’intelligenza e in un attimo hanno capito! Quando uno riesce a capire qualcosa di oscuro che stava ricercando, è pieno di gioia.
Perdonate il paragone negativo con l’investigatore in un caso di delitto, ma la nostra esperienza cristiana è proprio quella di investigatori che ricercano Dio. È lui che è venuto a cercare noi, eppure si nasconde, non è così apertamente visibile, ma c’è, opera, è presente nella nostra vita. Noi possiamo non accorgercene e fare come se niente fosse … oppure possiamo cercarlo, possiamo cercare la sua presenza, lasciarci illuminare dalle “sue lampadine” e riconoscerlo. Ogni volta che lo riconosciamo presente nella nostra vita siamo colmi di gioia, ci illuminiamo, perché sentiamo che quello che crediamo è vero. «Se lo senti, lo sai».
È importante sentire la presenza del Signore, riconoscerla! È importante usare l’intelligenza nella nostra vita di fede. Allora proprio in questa festa della intelligenza della fede, possiamo tranquillamente continuare a scherzare con la befana, con tutte le immagini che il mondo consumistico ci propone, ma non dobbiamo chiamarlo il giorno della befana … oggi è il giorno della Epifania, è l’Epifania del Signore nella nostra vita, è qualcosa di molto serio, non è una vecchia befana inventata dai commercianti, ma è la manifestazione di Dio e noi abbiamo bisogno di riconoscerlo.
Siamo venuti qui per adorarlo e per chiedere la luce, per riconoscerlo presente nella nostra vita.
Se lo cercate, lo troverete; se lo sentite, lo sapete; se lo riconoscete, siete persone contente, luminose.