Giovedì Eucaristico

Per iniziare la preghiera è importante sapere chi siamo, ma è molto più importante avere consapevolezza di Colui di fronte al quale stiamo e con il quale vogliamo intrattenerci.
Bisogna insistere sul fatto della presenza di Dio. Essa è indispensabile, visto che il rapporto personale si stabilisce tra due che si incontrano. L’orazione inizia e si sviluppa solo se ci si mette e si sta alla presenza di Dio presente. La consapevolezza di questa presenza è, per la preghiera, come l’aria senza la quale non si vive. È evidente, infatti, che se noi iniziamo la preghiera senza questa attenzione a Dio presente, noi non stiamo ascoltando o parlando con nessuno; con la conseguenza che la preghiera resta un fatto estraneo alla vita, e tutto diventa formalismo o pura elucubrazione. Finché non si sperimenta il miracolo di essere davanti a Dio, non si è ancora incominciato a pregare, anche se abbiamo pronunciato una infinità di parole.
È meglio passare tutto il tempo a sforzarsi di credere che Dio ci è presente e ci guarda con amore, che moltiplicare parole vuote, dette a nessuno. E di assoluta importanza, dunque, avere consapevolezza che il Signore ci è realmente vicino, presente al nostro spirito, solo così possiamo realmente vivere la comunione con Lui. Si tratta di una presenza certamente misteriosa, che può essere in qualche modo colta con una certa intuizione, ma che noi possiamo percepire solo attraverso un atto di fede la quale, si sa, è oscura.
Parlando della fede un giorno Paolo VI ebbe a dire che noi siamo, in un certo senso, nella condizione di una persona che si trova in una stanza completamente buia o di un cieco che non vede, ma che sa di avere davanti a sé una persona che osserva, ascolta, ama. Un altro è qui, e questi è Dio. Stare alla presenza di Dio significa essere attenti a Lui, e questo è già stabilire un contatto personale, significa ascoltarlo, significa iniziare il dialogo della preghiera; qualunque sia il sentimento che in quel momento nutriamo nel cuore o anche esprimiamo a parole. Anzi, si può dire in tutta verità che pregare, sostanzialmente, è starsene alla presenza di Dio, sapendosi da Lui guardati con amore.