Riferiscono a Gesù un fatto di cronaca nera, e il Maestro riprende il ricordo di un incidente sul lavoro: si parla di casi di cronaca del suo tempo, ma potrebbero essere cronaca del nostro tempo. Di fronte a situazione disastrose di morti e di violenze, qualcuno si può domandare: “Erano più peccatori degli altri, quelli che sono rimasti vittime?”. Gesù risponde con forza: “No”, ma coglie l’occasione di quei casi di cronaca per dire a ciascuno di noi: “Attento, perché anche tu rischi di rovinarti la vita; se non vi convertite perirete tutti allo stesso modo”. C’è una contrapposizione netta, una alternativa: o conversione o rovina! Convertirsi vuol dire aderire al Signore, veramente, con tutto il cuore, pensare come pensa Lui, agire come agisce Lui, dare alla nostra vita lo stile di Gesù. C’è da cambiare il cuore, la mente, altrimenti andiamo incontro alla rovina, alla rovina della nostra vita; e ognuno deve pensare proprio alla scelta di vita e riconoscere che ci sono delle cose sbagliate che stanno rovinando la propria esistenza. È una grazia di Dio riconoscere quello che stiamo sbagliando per poter correggere ciò che è errato e sta rovinando la vita e rischia di rovinarla del tutto. Il peccato è una rovina. Ecco perché la tradizione ecclesiale ci insegna a vivere la Quaresima con il digiuno, cioè con un atteggiamento di penitenza, che toglie qualcosa, non semplicemente alla tavola, ma soprattutto dagli atteggiamenti sbagliati. Vorrei rivolgervi un invito a digiunare con le orecchie e a creare un po’ di silenzio. Viviamo in una civiltà del rumore e del frastuono, che sente la necessità di un continuo sottofondo per riempire a tutti i costi il silenzio. Non so perché, ma spesso il silenzio fa paura; o forse lo so il perché … perché nel silenzio ognuno si incontra con se stesso e abbiamo paura di guardare in faccia la nostra realtà. La musica, le parole, i suoni di sottofondo danno l’impressione di riempire un vuoto, distraggono, tengono compagnia. È il motivo per cui tante persone, non solo i giovani, vivono sempre con le cuffiette nelle orecchie, anche adulti e anziani – ognuno coi propri mezzi – con la radio, con la televisione, sempre con un suono nelle orecchie, per coprire il silenzio. Digiuniamo dunque da questi suoni inutili, impariamo a utilizzare i mezzi di comunicazione per ascoltare quello che ci interessa, non quello che capita, lasciando che la televisione e la radio funzionino ininterrottamente mentre facciamo dell’altro per stordire la testa. Non abbiamo bisogno di distrarci e neanche di divertirci, abbiamo bisogno di concentrarci e di convertirci. Notate che il verbo distrarsi o divertirsi comincia con il prefisso dis— che è negativo, come discordia e disperazione. Con questo prefisso si creano tanti termini negativi. Al contrario conversione e concentrazione hanno il prefisso con— che indica la compagnia; e con questo prefisso si creano molte parole belle come concordia che è il contrario della discordia e la conversione che è il contrario del divertimento: convergere o divergere … sono opposti! Convergiamo verso il Signore, oppure prendiamo una strada alternativa, divergiamo da Lui. È quello il divertimento, fare dell’altro, distrarsi, non pensarci; il Signore ci chiede invece un impegno serio. Facciamo silenzio, digiuniamo con le orecchie, digiuniamo dall’ascolto di tante cose inutili, digiuniamo dalle distrazioni e concentriamoci proprio sulla nostra vita. Lasciamo che il Signore metta a nudo la nostra esistenza. Abbiamo il coraggio di guardarci dentro, di riconoscere quello che abbiamo sbagliato, quello che stiamo sbagliando. Non abbiamo paura di questo, perché siamo con il Signore che è misericordia e grazia, non ci disperiamo di fronte al nostro peccato, perché confidiamo in Lui. Non abbiamo bisogno di coprire qualcosa, di far finta di niente, abbiamo bisogno di conoscere dove sbagliamo, di riconoscere i nostri peccati e affidarci al Signore perché non ci roviniamo la vita, ma la possiamo salvare con la sua grazia. Digiuniamo da tanti ascolti inutili, ascoltiamo il Signore attraverso la nostra coscienza, ascoltiamo la sua Parola, lasciamoci toccare nel vivo, lasciamoci correggere. È il nostro Dio, che si è rivelato a noi col suo Nome proprio, vuole entrare in comunione con la nostra vita. Convertiamoci a Lui, per non perire, per non rovinare la nostra vita. Orientiamoci a Lui e ascoltiamolo, chiudendo le orecchie a tante cose inutili, per aprirle a ciò che è essenziale, che dura e realizza la nostra vita.