Iniziato il Grest 2025

Non si poteva pensare al Grest senza tenere presente l’evento del Giubileo, un momento così importante per la Chiesa. Forse dobbiamo ammettere che non si è stati proprio originali. Qualcuno potrebbe dire che si poteva certamente, ma in realtà non si è voluto farlo! Non si voleva perdere l’occasione di un tema religiosamente connotato per metterlo al centro di una rilettura esistenziale che possa provocare la vita e la fede di tutti, dandole senso nuovo.

E allora l’immagine principale che si desidera consegnare è quella di una porta a cui bussare perché l’esperienza di bene si apra di fronte a noi. E all’apertura di questa porta ci possa raggiungere un annuncio: Io sono con voi tutti i giorni, io ci sono, incontrando la straordinarietà di un Dio che non ci abbandona. E questo sì che può davvero cambiare l’ordinario, perché sappiamo di non essere mai soli. Il Giubileo mostra il volto di Dio misericordioso e fedele, che ci ama a tal punto da rimanere e camminare con noi. È Lui il primo pellegrino di speranza. Sceglie di camminare da uomo, con il suo popolo per infondere la speranza, per essere la Speranza. E allora anche noi siamo invitati da pellegrini di speranza a bussare alla porta per trovarLo con noi tutti i giorni. Per incontrare i fratelli e vivere con loro esperienze che abbiano il sapore dell’inedito e il profumo di un cammino più umano da percorrere insieme per cui vogliamo spenderci “Adesso, non domani”: in questo adesso del Giubileo. Non domani, perché bisogna lavorare per i bambini e per il futuro, e l’essere umano d’onore non lascia agli altri la pesante eredità dei suoi “adesso” traditi. Bussiamo, entriamo nell’esperienza con la certezza di non essere soli. Certezza che diventa la nostra speranza più vera! E già questo ci sembra il primo messaggio profetico e rivoluzionario di questa estate: in questo tempo di solitudine dilagante, di individualismi difesi con le unghie e con i denti, noi possiamo e vogliamo, con fede e coraggio, annunciare la forza del “noi”, chiamati per ciò che siamo, radunati da fratelli in comunità, liberati da un amore la cui unica misura è il tutto. Concediamoci una piccola precisazione, non stiamo dicendo che il Grest diventa il Giubileo dei bambini e dei preadolescenti, degli animatori e dei coordinatori o di chiunque altro condivida questa esperienza. Stiamo accogliendo la sfida di raccogliere le dimensioni serie ed importanti per la vita che caratterizzano ogni anno giubilare che la Chiesa celebra ogni 25 anni e che poggiano sulle domande serie ed importanti che,
durante l’esilio in Babilonia, agitano la coscienza di Israele attorno alla comprensione di chi sono e di chi è il Signore: come mai tutto questo male? Cosa rimane in mezzo a tutto questo dolore?
Per chi e di chi è Dio? Forse questo tempo che viviamo non è molto diverso da quello che agitava il cuore degli uomini e delle donne di altre storie, epoche e tradizioni. Sicuramente però l’impresa coraggiosa è quella di accogliere la realtà e le sue contraddizioni per farne occasione di nuova narrazione da scrivere insieme, scombinando i piani di questa storia e praticando concretamente il bene possibile senza un copione chiaro se non agire per dare vita, per far vedere qualcosa e Qualcuno che affascina di più!