Giornata Mondiale del Malato: “La speranza non delude”

Oggi ricorre la 33 GIORNATA MONDIALE DEL MALATO. Fu San Giovanni Paolo II ad istituirla, nella ricorrenza dell’apparizione della Madonna a Lourdes.
L’esperienza della malattia e della sofferenza può generare un incontro facendo emergere una domanda di senso: “perché io, perché a me, perché in questa situazione.
E questa domanda in genere viene rivolta al Dio creatore, del quale sappiamo che è la risposta di senso per ognuno di noi.
Ciascuno di noi è chiamato a trovare la risposta di senso nella propria esperienza. Siamo invitati ad accogliere l’esperienza della malattia nella fedeltà a Dio e nella dimensione del dono ma anche della «condivisione» come gli «“angeli di speranza”, che sono i nostri affetti, i nostri curanti, tutte le persone attorno a noi quando sperimentiamo la sofferenza: nulla è peggio di viverla da soli. Camminare insieme è un segno della dignità umana, è un canto di speranza. I malati non sono solo i destinatari della nostra azione ma gli agenti principali di una rinnovata testimonianza, che dà luce e speranza a tutti noi.
Durante la Messa delle ore 17.30 conferimento dell’unzione degli infermi.
Chi desidera ricevere il sacramento dell’Unzione degli Infermi dia il proprio nominativo a don Giuseppe entro il 9 Febbraio.

Beata Vergine Maria di Lourdes

Il messaggio di Maria è un messaggio di speranza per tutti gli uomini e per tutte le donne del nostro tempo. E’ significativo che, al momento della prima apparizione a Bernadette, Maria introduca il suo incontro col segno della Croce. Più che un semplice segno, è un’iniziazione ai misteri della fede che Bernadette riceve da Maria. Il segno della Croce è in qualche modo la sintesi della nostra fede, perché ci dice quanto Dio ci ha amati; ci dice che, nel mondo, c’è un amore più forte della morte, più forte delle nostre debolezze e dei nostri peccati. La potenza dell’amore è più forte del male che ci minaccia. Ề questo mistero dell’universalità dell’amore di Dio per gli uomini che Maria è venuta a rivelare, a Lourdes. La Chiesa ha ricevuto la missione di mostrare a tutti questo viso di un Dio che ama, manifestato in Gesù Cristo. Volgiamo i nostri sguardi verso il Cristo. È Lui che ci renderà liberi per amare come Egli ci ama e per costruire un mondo riconciliato. La Chiesa è inviata dappertutto nel mondo per proclamare quest’unico messaggio ed invitare gli uomini ad accoglierlo mediante un’autentica conversione del cuore. Questa missione riceve, in occasione di questo Giubileo, un soffio nuovo. Seguendo il percorso giubilare sulle orme di Bernadette, l’essenziale del messaggio di Lourdes ci è ricordato. Bernadette è la maggiore di una famiglia molto povera, che non possiede né sapere né potere, è debole di salute. Maria la sceglie per trasmettere il suo messaggio di conversione, di preghiera e di penitenza, in piena sintonia con la parola di Gesù: ‘Hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli’. É dunque una vera catechesi che ci è proposta sotto lo sguardo di Maria. La bella Signora rivela il suo nome a Bernadette: ‘Io sono l’Immacolata Concezione. Maria le rivela così la grazia straordinaria che ha ricevuto da Dio, quella di essere stata concepita senza peccato. Maria è questa donna della nostra terra che s’è rimessa interamente a Dio e ha ricevuto da Lui il privilegio di dare la vita umana al suo eterno Figlio. Essa è la bellezza trasfigurata, l’immagine dell’umanità nuova. Presentandosi così in una dipendenza totale da Dio, Maria esprime in realtà un atteggiamento di piena libertà, fondata sul pieno riconoscimento della sua vera dignità. E questo privilegio riguarda anche noi, perché ci svela la nostra dignità di uomini e di donne, segnati certo dal peccato, ma salvati nella speranza, una speranza che ci consente di affrontare la nostra vita quotidiana. La vocazione primaria del santuario di Lourdes è di essere un luogo di incontro con Dio nella preghiera, e un luogo di servizio ai fratelli, soprattutto per l’accoglienza dei malati, dei poveri e di tutte le persone che soffrono. In questo luogo Maria viene a noi come la madre, sempre disponibile ai bisogni dei suoi figli. Attraverso la luce che emana dal suo volto, è la misericordia di Dio che traspare. Maria viene a ricordarci che la preghiera deve avere un posto centrale nella nostra vita cristiana. La preghiera è indispensabile per accogliere la forza di Cristo. Quando Maria ricevette la visita dell’Angelo, era una giovane ragazza di Nazareth che conduceva la vita semplice e coraggiosa delle donne del suo villaggio. E se lo sguardo di Dio si posò in modo particolare su di lei, fidandosi di lei, Maria vuole dirci ancora che nessuno è indifferente per Dio. Non lasciamoci scoraggiare davanti alle difficoltà! Maria fu turbata all’annuncio dell’angelo sentiva quanto era debole di fronte alla onnipotenza di Dio. Tuttavia disse “sì” senza esitare. Grazie al suo “sì” la salvezza è entrata nel mondo, cambiando così la storia dell’umanità. È bello invocare Maria come Stella della speranza’ che ci rischiara e ci orienta nel nostro cammino. Mediante il suo sì’, mediante il dono generoso di se stessa, ha aperto a Dio le porte del nostro mondo e della nostra storia. E ci invita a vivere come lei in una speranza invincibile, rifiutando di ascoltare coloro che pretendono che noi siamo prigionieri del fato.

Beata Vergine Maria di Lourdes

 L’11 febbraio è la festa liturgica della Madonna di Lourdes.
Ricorrenza per noi di san Fiorano particolarmente sentita grazie alla Grotta, voluta da don Alessandro Torchiani, che ci ricorda continuamente la Madonna di Lourdes, presente nel cortile della Canonica e visibile a tutti coloro che percorrono la via Pallavicino.
È anche la data individuata da san Giovanni Paolo II per la Giornata del malato.
Quando Giovanni Paolo II istituì la Giornata mondiale del malato, ebbe l’intuizione di legarla alla memoria della Beata Vergine di Lourdes. La prima ragione di questo legame è data dal continuo affluire di pellegrini al famoso santuario francese per implorare dalla Madonna la grazia della guarigione del corpo o dello spirito. Ma c’è una ragione ancor più profonda che lega l’apparizione della Vergine immacolata a Lourdes e la precarietà della condizione umana, segnata dal peccato, dalla sofferenza e dalla malattia. L’uomo per guarire ha bisogno della bellezza, della luce, del calore.
Leggendo i resoconti delle apparizioni mariane notiamo che la Madonna appare come bellezza: è una donna bella, circonfusa di luce. Una presenza davanti a cui è piacevole stare, tanto piacevole che lo staccarsi da lei è avvertito come un grande sacrificio, come una rottura.
Se è vero che la bellezza è ciò che muove l’uomo, è anche vero che l’uomo ha bisogno di una bellezza vicina, una bellezza “possibile”. La luminosità di Dio ci attrae, ma potrebbe anche respingerci se ci fermassimo a considerare la sua immensità e la sua inarrivabilità.
Egli, allora, ha mandato suo Figlio perché la bellezza della sua santità, che guarisce tutte le nostre infermità, divenisse familiare. Per preparare la nascita di Gesù ha pensato a una donna, Maria.
Dovendo essere la madre di colui che è la bellezza, non poteva che essere essa stessa luminosità.
La luminosità di Maria è accessibile per chiunque: possiamo guardarla, possiamo lasciarci attrarre e trasformare da essa. Maria risplende per la luce della sua maternità, della sua obbedienza, dei suoi silenzi.
Per la luminosità del suo essere sempre in ascolto del Figlio, accanto a lui anche quando egli si allontana da casa per vivere la sua missione. Maria è luminosa anche sotto la croce, piena di dolore e dignitosa assieme, certa della resurrezione, veramente madre e regina degli apostoli.
Il centro da cui si irradia tutta questa luce è il suo cuore, dove custodisce e medita continuamente le parole di Gesù. Da questo cuore infuocato nascono la sua fede e la sua carità.
La bellezza e la luminosità di Maria ci dicono che il bene è possibile, che sono possibili la conversione e il cambiamento della vita. La sua maternità ci riempie di fiducia e ci infonde coraggio. Seguendo i suoi passi o – come dice il Cantico dei cantici – seguendo il suo profumo, noi possiamo camminare anche attraverso le avversità e le malattie, possiamo sempre ricominciare e vivere nella speranza.
A Maria sappiamo di poter consegnare tutte le nostre pene e quelle delle persone che ci sono vicine, i nostri pesi e quelli degli uomini e delle donne che ci sono affidati.
In questo modo la sua maternità si allarga a tutto l’universo e Maria diventa la madre del genere umano, la regina del cielo e della terra, colei che possiamo invocare sempre pieni di esultanza.

I segni di Lourdes: la roccia, l’acqua, la luce e il vento

L’11 febbraio del 1858, Bernadette Soubirous, mentre si accingeva ad oltrepassare il Fiume Gave, fu scossa da un improvviso soffio di vento, vide l’agitarsi d’un roseto selvatico nel cavo della roccia e subito il sorriso d’una meravigliosa giovinetta vestita di bianco, che l’invitava a recitare il Rosario, e, al termine di quella apparizione le fu più facile passare a piedi nudi le fredde acque del Gave per tornare a casa.
A Lourdes, oggi, in quella grotta, il pellegrino contempla in Maria come in un’immagine  purissima, ciò che egli stesso desidera, spera e prega di essere; riconosce più prontamente la missione di Maria nel mistero del Cristo e della Chiesa, e sente più intensamente il legame che l’unisce agli altri fratelli, particolarmente ai poveri, ai deboli, agli ammalati; avverte chiaramente che la sua devozione a Maria, per essere sincera, deve tradursi in amore alla Chiesa e viceversa.
A Lourdes Maria comunica il suo messaggio con quattro segni particolarmente importanti nella manifestazione della vita cristiana e che il pellegrino comprende facilmente: la roccia, l’acqua, la luce e il vento.
Una delle scene lourdiane più suggestive è quella dei pellegrini che sfilano in rigoroso silenzio a baciare la roccia che racchiude, come in uno scrigno prezioso, la grotta delle apparizioni e la statua dell’Immacolata: ciò vuol dire che Maria educa i suoi pellegrini ad accettare con fede e con fiducia l’azione sovranamente libera di DIO.
Quello dell’acqua è il segno tipico di Lourdes. Nell’apparizione del 25 febbraio l’Immacolata chiese a Bernadette di bere e di lavarsi. Prontamente la fanciulla si avviò verso il Gave, perché nella grotta non vi era acqua, ma la Madonna fece segno di entrare nella grotta. Bernadette scavò con le sue piccole mani, ma non uscì altro che un filo d’acqua melmosa, che la ragazza riuscì a bere solo dopo il quarto tentativo. Si cominciò a capire, che la Vergine chiedeva la preghiera per i peccatori e la loro conversione e la fedeltà alla vita nuova, che scaturisce dalle acque purificatrici e sanificatrici del Battesimo. Quell’acqua guarì i primi ammalati ed ancor oggi compie miracoli per volere della Vergine.
A Lourdes, il pellegrino partecipa alla processione aux flambeaux; quando egli accende il cero votivo innanzi alla Madonna, questo è il segno che gli ricorda il dono del Battesimo come una vera illuminazione, che ha fatto cadere su di lui il raggio vivificante della Verità divina, che l’ha fatto idoneo a camminare come figlio della luce verso la visione di Dio, fonte d’eterna beatitudine.
Il vento rappresenta il segno dello Spirito Santo. Mossa dallo Spirito e confortata dalla presenza di Maria, Bernadette visse il messaggio di Lourdes: povertà lieta, preghiera e penitenza per i peccatori, presenza di Maria, sofferenza fisica e morale, felicità e fiducia nelle promesse dell’Immacolata, carità infinita e divenne santa. Sicché possiamo senz’altro dire che da Lourdes Maria continua ad essere segno ai figli del suo amore, indicandoci il cammino del bene.

Il racconto delle prime apparizioni

Quella mattina dell’11 febbraio 1858 era un giovedì grasso e a Lourdes faceva tanto freddo.
In casa Soubirous non c’era più legna da ardere. Bernadette, che allora aveva 14 anni, era andata con la sorella Toinette e una compagna a cercar dei rami secchi nei dintorni del paese.
Verso mezzogiorno le tre bambine giunsero vicino alla rupe di Massabielle, che formava, lungo il fiume Gave, una piccola grotta. Qui c’era “la tute aux cochons”, il riparo per i maiali, un angolo sotto la roccia dove l’acqua depositava sempre legna e detriti. Per poterli andare a raccogliere, bisognava però attraversare un canale d’acqua, che veniva da un mulino e si gettava nel fiume.
Toinette e l’amica calzavano gli zoccoli, senza calze. Se li tolsero, per entrare nell’acqua fredda.
Bernadette invece, essendo molto delicata e soffrendo d’asma, portava le calze.
Pregò l’amica di prenderla sulle spalle, ma quella si rifiutò, scendendo con Toinette verso il fiume.
Rimasta sola, Bernadette pensò di togliersi anche lei gli zoccoli e le calze, ma mentre si accingeva a far questo udì un gran rumore: alzò gli occhi e vide che la quercia abbarbicata al masso di pietra si agitava violentemente, per quanto non ci fosse nell’aria neanche un alito di vento.
Poi la grotta fu piena di una nube d’oro, e una splendida Signora apparve sulla roccia.
La Signora aveva l’aspetto di una giovane di sedici o diciassette anni. Vestita di bianco, con una fascia azzurra che scendeva lungo l’abito, portava sulla testa un velo bianco che lasciava intravedere appena i capelli ricadendo all’indietro fino all’altezza della fascia. Dal braccio le pendeva un grande rosario dai grani bianchi, legati da una catenella d’oro, mentre sui piedi nudi brillavano due rose, anch’esse di un oro lucente. Istintivamente, Bernadette s’inginocchiò, tirando fuori la coroncina del Rosario.
La Signora la lasciò fare, unendosi alla sua preghiera con lo scorrere silenzioso fra le sue dita dei grani del Rosario. Alla fine di ogni posta, recitava ad alta voce insieme a Bernadette il Gloria Patri. Quando la piccola veggente ebbe terminato il Rosario, la bella Signora scomparve all’improvviso, ritirandosi nella nicchia, così come era venuta. Tre giorni dopo, il 14 Febbraio, Bernadette – che ha subito raccontato alla sorella e all’amica quanto le è accaduto, riferendo della cosa anche in casa – si sente chiamata interiormente verso la grotta di Massabielle, munita questa volta di una bottiglietta di acqua benedetta che getta prontamente sulla S. Vergine durante la nuova apparizione, perché, così le è stato detto, su queste cose non si sa mai e potrebbe anche essere il diavolo a farle un tiro mancino… La Vergine sorride al gesto di Bernadette e non dice nulla. Il 18 febbraio, finalmente, la Signora parla. “Non vi prometto di farvi felice in questo mondo – le dice – , ma nell’altro. Volete farmi la cortesia di venire qui per quindici giorni?”. La Signora, quindi, confida a Bernadette tre segreti che la giovane deve tenere per sé e non rivelare mai a nessuno.

Nostra Signora di Lourdes

La grotta in mezzo ai Pirenei francesi evoca le apparizioni mariane più famose della storia, riconosciute ufficialmente dalla Chiesa. Avvennero nel 1858 ed ebbero come protagonista una ragazza di quattordici anni, Bernadette Soubirous.
La Vergine le apparve per ben diciotto volte in una grotta, lungo il fiume Gave.
Le parlò nel dialetto locale, le indicò il punto in cui scavare con le mani per trovare quella che si rivelerà una sorgente d’acqua, al contatto con la quale sarebbero scaturiti molti miracoli. Tutto ebbe inizio giovedì, 11 febbraio 1858, quando Bernadette si recò a raccogliere legna secca nel greto del fiume Gave, insieme ad una sorella e ad una loro amica. Un rumore che proveniva dal cespuglio che si trovava nella grotta attirò la ragazzina alla quale apparve la Vergine presentandosi come Immacolata concezione e confermando quindi  il dogma del concepimento immacolato di Maria promulgato da papa Pio IX l’8 dicembre 1854, quattro anni prima.

L’Immacolata

I segni che ci parlano di Lourdes

È questa la rivelazione che Maria fa a Bernardette durante l’ultima apparizione… E a questo punto noi ci riempiamo di gioia, contemplando il dono che Dio ha fatto a una figlia del nostro popolo, della nostra famiglia. L’ha resa immune da ogni colpa di peccato!
Cosa vuol dire? Dice la liturgia: “Il Signore si è preparata una degna dimora”.
È un’immagine bellissima.
In vista della nascita di Cristo, Dio ha preparato questa dimora, questo grembo purissimo, Maria.
In Maria noi scopriamo un’altra cosa interessante.
Troviamo la nostra vocazione alla santità… ad essere anche noi santi e ‘immacolati’!
Cioè… persone che accolgano la volontà del Padre… che si lascino abitare sempre di più dalla parola di Gesù… che si lascino guidare dallo Spirito!
Ecco la dimensione trinitaria della nostra vita!
Il Signore non si impressiona: sa che siamo peccatori… è decisivo che noi abbiamo fiducia in lui e che con la stessa fiducia da caduti ci rialziamo per… ricominciare!
Maria, la donna piena della grazia e della simpatia di Dio, ci conservi un cuore puro, come quello che piccoli, capace di attendere e accogliere i regali di Dio.

Il Santuario

I segni che ci parlano di Lourdes

Ogni costruzione materiale, Chiese, Santuari, Cappelle, richiamano alla ‘vera costruzione’, non di mattoni o di pietre, ma di persone che è la… CHIESA!
La volontà del Signore è che non si edifichino solo chiese bellissime, ma che si costruisca la ‘comunità
dei credenti’.
La Chiesa è la dimora del Signore… dove il Signore continua a ricolmare di favori la famiglia pellegrina sulla terra: il Pane… la Parola… il Perdono… la Pace… la Preghiera…
Sono i ‘doni’ indispensabili per costruire la ‘Chiesa dei credenti’… che diviene la vera dimora di Dio nella vita! Noi siamo il ‘Tempio dello Spirito”, “la dimora dell’Altissimo”, “le membra di Cristo”.
Noi siamo la ‘pietre vive’… che fanno il ‘tempio spirituale’ nel ‘tempio materiale!
Quindi… quando il Signore chiede anche a noi di costruire la Chiesa, ci chiede di costruire una comunità vera che ha al suo centro Cristo Signore… che si raduna in Chiesa… che viene guidata dalla Parola… che celebra i sacramenti… e che poi ‘esce’ per vivere la carità!
Maria, madre della Chiesa, sia nei nostri banchi con noi, come nel cenacolo degli apostoli, e ci faccia crescere nell’unità, nella fraternità e nella pace.

La penitenza

I segni che ci parlano di Lourdes

“Penitenza, penitenza, penitenza…”. Per ben tre volte Maria ripete questa parola-chiave dell’itinerario di fede. È il ‘cuore’ del messaggio di Lourdes.
PENITENZA: una parola che ha in sé un mucchio di significati e che si riferisce a più svariate situazioni.
Vuol dire nella traduzione pratica: CONVERSIONE… cioè ‘cambiamento radicale’ che parte… dalla scoperta del Signore… dalla coscienza del peccato… dalla decisione di riprendere un cammino diverso… La coscienza del peccato, nasce dalla coscienza dell’amore di Dio nella vita.
Non dalla ricerca a partire da se stessi… MARIA, la donna della riconciliazione, ci metta nel cuore il desiderio di purificazione e di ricostruirci nuovi nel dono del perdono di Gesù.

Beata Vergine di Lourdes

La memoria della beata Vergine Maria di Lourdes, da trent’anni, per volontà di San Giovanni Paolo II, incrocia la Giornata mondiale del malato. Questo incontro tra la Maternità di Maria e la sofferenza è accompagnata dalla preghiera e dalla penitenza, richieste che sono venute dalle apparizioni di Maria alla Grotta. Si intitola «Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso». Porsi accanto a chi soffre in un cammino di carità il Messaggio di Papa Francesco per la XXX Giornata Mondiale del Malato. Il Pontefice ricorda “i progressi che la scienza medica ha compiuto soprattutto in questi ultimi tempi; le nuove tecnologie hanno permesso di approntare percorsi terapeutici che sono di grande beneficio per i malati; la ricerca continua a dare il suo prezioso contributo per sconfiggere patologie antiche e nuove;
la medicina riabilitativa ha sviluppato notevolmente le sue conoscenze e le sue competenze”.
Lanciando tuttavia un monito e invitando a trattare sempre il malato come persona portatrice della propria dignità. “Tutto questo, però, non deve mai far dimenticare la singolarità di ogni malato, con la sua dignità e le sue fragilità. Il malato è sempre più importante della sua malattia, e per questo ogni approccio terapeutico non può prescindere dall’ascolto del paziente, della sua storia, delle sue ansie, delle sue paure.
Anche quando non è possibile guarire, sempre è possibile curare, sempre è possibile consolare, sempre è possibile far sentire un atteggiamento che mostra interesse alla persona prima che alla sua patologia”.