Nella Chiesa italiana si rilancia lo slogan, impegnativo, “Testimoni e profeti”. Chi possono essere, oggi, i testimoni e i profeti?
Da tempo una forma di pensiero sempre più pervasiva si è annidata nel modo di concepire la vita e le relazioni, mi riferisco al disumano ragionevole. Un pensiero unico centrato sull’individualismo e sulla ricerca del benessere a tutti i costi. Anche nella Chiesa, a mio modesto avviso, questa visione del vivere ha inferto delle ferite. La risposta a tutto ciò non sta nell’elaborare concettualmente risposte convincenti ma esibire una vita che abbia il sapore e il gusto del bello, del vero, del buono.
Essere testimoni e profeti richiede semplicità del cuore, vita lontana da ripiegamenti autoreferenziali, insieme alla fiducia in Dio e negli uomini. I testimoni e i profeti sono da identificare in quanti, e sono tanti, desiderano porre le radici della propria vita in una vera docilità allo Spirito, l’unico capace di aprire la vita al mistero di Dio e al mistero dell’uomo. Lì dove la vita si apre all’umano redento dall’amore grande del Cristo Gesù, fiorisce la vita e quella speranza capace di contagiare l’esistenza di molti.
