In questo tempo di Avvento impegniamoci a coltivare nel nostro cuore sentimenti di desiderio e di speranza, nella consapevolezza che la nostra vita è tutta protesa verso qualcosa di grande, di bello, di buono, verso ciò che ci renderà più felici di quanto possiamo esserlo adesso.
Sappiamo che fin d’ora ci troviamo nella condizione beata, propria di coloro che vivono alla presenza del Signore; siamo protesi verso il termine ultimo della storia, ma nello stesso tempo intensamente impegnati a vivere ciò che è avvenuto e a viverlo ora. Gesù è con noi e Gesù è atteso nella gloria, ma noi viviamo già della sua vita e siamo chiamati a vivere in pienezza la sua vita nella gloria.
Il Signore è già venuto e la storia della salvezza è in atto; noi possiamo rivivere interiormente la sua venuta come memoria viva, qualcosa che avviene adesso nella nostra vita, che si fa presente nell’oggi della nostra esistenza.
Ci troviamo in un’altra dimensione in cui Cristo è il nostro «oggi», il nostro spazio vitale, e noi viviamo in lui, di lui e per lui. Sempre tutto inizia e si compie, perché Cristo è la nostra vita, noi partecipiamo alla sua pienezza e vivendo in lui viviamo già nell’eternità.
Dobbiamo accogliere questo dono di grazia non guardando a noi stessi, ma a Lui, non preoccupandoci di noi stessi, ma di entrare nella presenza del Signore che si dona.
Cerchiamo di vivere ogni giorno nell’atteggiamento di chi attende vigilando nella preghiera, come sentinelle notturne che attendono il sorgere dell’aurora e del vero sole: Cristo.
In questo tempo di attesa è indispensabile in modo particolare il silenzio, per essere simili alle sentinelle che tendono l’orecchio per ascoltare il rumore dei passi quando chi è atteso è ancora lontano, ma si avvicina.
Occorre quindi vegliare pregando, meditando e scrutando nella notte quasi per affrettare il mattino, attendendo la manifestazione dell’amore di Dio nel Cristo che viene per farci conoscere il Padre e renderci figli e partecipi della vita divina…
