Il passaggio dal Sabato Santo alla Domenica di Resurrezione…

…non avviene attraverso una notte, ma attraverso una prolungata e anticipata aurora, attraverso la Veglia, madre di tutte le veglie. Riunita nell’oscurità alle ore 21.30 al Mortorino, l’assemblea cristiana, in misteriosa comunione con il cosmo intero, si pone quasi simbolicamente sulle soglie della storia della salvezza, partendo da lontano, dalla notte del caos primordiale, dall’oscura lontananza della morte per camminare verso la luce della Vita, che è il Cristo risorto. E non è un vuoto simbolismo. Sull’umanità di oggi incombe ancora la notte angosciosa dell’assenza di Dio, la notte del male, la notte della solitudine che è chiusura alla comunione. Tutto grida un’esigenza di luce.
E quanto esprime la liturgia della luce, che apre la Veglia. Mentre il cero viene solennemente collocato nel presbiterio, prorompe il canto dell’Exultet che celebra lo splendore del Cristo risorto, liberatore del genere umano dalle tenebre del peccato e della morte. Immersa nella luce nuova, l’assemblea ascolta le grandi tappe della storia di salvezza, facendo così memoria delle “meraviglie” che Dio ha operato in favore del suo popolo e di tutta l’umanità, fino al punto culminante: «Cristo risuscitato dai morti non muore più… Così anche voi consideratevi morti al peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesù». 
Dal cuore dei fedeli erompe ormai, come un fiume di gioia, L’«Alleluia pasquale».