La certezza del suo amore

Nel percorso che sta conducendo Gesù verso la Passione e la morte, la trasfigurazione rappresenta un momento importante di consolazione e di manifestazione. Consolazione per lui, che è sempre più solo e che nel frangente decisivo sarà abbandonato da tutti. Manifestazione per i discepoli, che sono invitati a riconoscere in lui il Figlio che compie le promesse di Dio e realizza il suo progetto di salvezza. Entrambe si realizzano grazie all’irruzione di Dio, al suo amore che si rende evidente, palpabile, fino a “trasfigurare” e a rendere splendente ogni fibra di Gesù.
La terribile prova della morte sulla croce, e di tutto ciò che essa comporta, è ormai incombente.
È la prova a cui Gesù va incontro, giorno dopo giorno.
Ed è proprio passando attraverso questa prova che egli “darà prova” del suo amore smisurato.
Il passaggio lacerante in cui sta per avventurarsi sarà anche il luogo in cui risplenderà il volto di Dio e in cui si realizzerà il suo progetto di amore per l’umanità. La prova di Gesù, però, comporterà, inevitabilmente, anche la prova dei discepoli. Sì, perché la croce rappresenta un momento di verità che pone fine a qualsiasi equivoco: i sogni di una gloria a poco prezzo, di un successo trionfale, naufragheranno sulla collina del Calvario quando proprio lui, il Figlio, verrà inchiodato a una croce e sperimenterà una morte terribile e ignominiosa.
Proprio allora, i discepoli dovranno ricordare che quel corpo martoriato lo hanno visto splendere dell’amore di Dio, irraggiare attorno a sé quella luce e quella gioia che hanno in Dio la loro sorgente inesauribile. C’è per ognuno di noi, da qualche parte, un monte della trasfigurazione.
È grazie a quello che lì vi avviene che possiamo fronteggiare i momenti oscuri della prova, quando ci pare di essere abbandonati da tutti, condannati all’isolamento.
In quei frangenti conterà solo la certezza di un amore che non ci abbandona, la fiducia riposta in lui, Gesù, che ce lo ha rivelato. Ascoltarlo non significa solo accogliere la sua