Conclusione mese di maggio

Si conclude il Mese di Maggio camminando e pregando. Ci sono itinerari in cui si percorrono solo chilometri, altri che permettono di aprire la mente e altri che mettono in movimento il cuore. Dipende da che cosa si è disposti a “perdere”. Per fare chilometri serve “perdere” tempo. Per aprire la mente serve “perdere” tutto ciò che può distrarre. Ma per mettere in moto il cuore bisogna “perdere” ciò che crediamo di avere. Perlomeno, bisogna essere predisposti a non trattenere. Maria che “si alzò in fretta e andò” è la donna che percorre chilometri mossa dal suo cuore. Maria è la donna davvero libera, che percorre chilometri, che apre la sua mente e lascia che la Parola del Signore metta in movimento il suo cuore. A chi cerca di riempirsi col vuoto di sé, a chi ambisce ai vertici mondani, a chi si affanna inseguendo il proprio benessere, la vita di Maria sembrerà ben poco attraente, per nulla invidiabile, ma essa è il modello perfetto di chi cerca solo l’Amore di Dio.

Visitazione della B.V.M.

La festa della Visitazione chiude il mese di Maggio che per tradizione è dedicato alla Vergine Maria.
Un mese che ci ha visti come comunità cristiana riuniti insieme con Maria per la recita del Rosario serale. È una di quelle feste che ci costringe a metterci in cammino. Maria è la protagonista di un gesto talmente tanto rivoluzionario che rimarrà come battistrada per tutti coloro che vogliono prendere sul serio Dio.
Ella davanti all’annuncio dell’angelo non si ritira in una preghiera individualistica, ma sente l’urgenza di trasformare in carità il dono ricevuto. Ed è proprio in questo gesto che Maria ritrova la parola per sé, cioè la rilettura sapienziale di ciò che le è accaduto. Infatti, le parole che ella pronuncia, sono la diretta conseguenza delle parole di Elisabetta. Maria canta la sua storia, la racconta, la condivide.
E mentre si guarda dentro scorge anche i segni del domani e non solo traccia del passato.
Quando guardiamo la nostra vita non dobbiamo soltanto tirare le conclusioni dalle nostre esperienze, dobbiamo avere il coraggio di guardare anche avanti, al futuro, e ricordarci che siamo figli di un Dio che disperde i superbi nei pensieri del loro cuore, rovescia i potenti e gratifica gli umili, ricolma di beni chi è affamato e a chi si crede ricco lascia le mani vuote. Maria dice tutto questo mentre sa che dovrà fare i conti con le angherie di Erode, le incomprensioni dei vicini, la povertà dell’esilio forzato in Egitto.
Ella sa bene che la cronaca è molto spesso cronaca nera, ma, nonostante ciò, sa cantare la luce nascosta in essa. L’esperienza delle fede non è l’esperienza di vedersi risolti tutti i problemi e per questo sentirsi grati, è invece l’esperienza di saper scorgere un misterioso bene lì dove tutti vedono solo ingiustizia e imprevisti. Ma il dono di questo sguardo viene donato solo a coloro che sanno mettersi in gioco nella carità concreta, così come ha fatto Maria. Anzi è proprio lei che ci dice in fondo qual è lo scopo vero di ogni carità: portare gioia nella vita degli altri. Chi sa fare questo trova gioia anche per sé.

Offerte e donazioni per la chiesa

Ritornando ancora per un istante alla Festa in onore del nostro Patrono san Floriano martire, voglio ringraziare dal più profondo del cuore tutti coloro che hanno partecipato ai momenti di festa, in particolar modo con la presenza alle celebrazioni liturgiche quale grande e bella testimonianza di essere e di appartenere ad una famiglia, la comunità cristiana. Ci siamo stretti, nella fede e nella preghiera, intorno al nostro Patrono, con momenti di grande partecipazione e devozione. 
Voglio ringraziare inoltre tutti coloro che si sono impegnati per la buona riuscita di tutti i giorni di festa. Un grazie a tutti coloro che hanno preparato la nostra Chiesa: uno splendore.
Grazie a tutti coloro che hanno prestato un servizio liturgico: ministranti, organisti, cantori, lettori.
Grazie a coloro che hanno preparato ed organizzato la Pesca di beneficenza. Il loro impegno e la loro dedizione ha fruttato un guadagno di 2.188 euro che è andato nel fondo cassa della Parrocchia per prepararci ad affrontare i lavori di ristrutturazione della nostra Chiesa. A tal proposito, in questi giorni è arrivato il parere positivo delle Belle Arti. Ora mancano gli ultimi documenti da presentare alla CEI per chiudere il cerchio e poter avere il decreto del nostro Vescovo per inizio lavori.
Dal tabellone posto in chiesa risulta che grazie alle continue e importanti donazioni di tanti di voi abbiamo racimolato un totale di 21.500 euro. Chiaramente per arrivare ai 150.000 c’è ancora da scalare. In questo ultimo periodo prima di aprire il cantiere saranno necessari anche alcune donazioni di spessore. Confidiamo nella Provvidenza. Grazie mille e di cuore a tutti.
Ne approfitto per ringraziare anche le famiglie dei Comunicandi che in occasione della festa della Prima Comunione dei loro figli, hanno raccolto e donato alla Chiesa un totale di 210 euro.

Apertura Iscrizioni Grest 2025

Sono aperte le iscrizioni al Grest 2025, che si terrà in Oratorio per tre settimane, dal 9 al 27 giugno.

Per iscriversi, occorre compilare e firmare il modulo di Iscrizione e il modulo Privacy, e poi consegnarli a don Giuseppe entro il 3 giugno.

Scarica e compila il modulo Iscrizione al Grest

Scarica e compila il modulo Privacy

Chi usufruirà del servizio mensa e avesse intolleranze e/o allergie da segnalare, deve inoltre scaricare e compilare l’apposito modulo, da consegnare in busta chiusa a don Giuseppe.

Scarica il modulo intolleranze/allergie.

Venerdì 6 giugno alle 18.30 si terrà in Oratorio un incontro informativo per i genitori interessati.

Santa Maria della Fonte

“L’anno 1432 dalla nascita del Signore – si legge in un antico racconto – il giorno 26 maggio alle ore cinque della sera, avvenne che una donna di nome Giannetta, oriunda del borgo di Caravaggio, di 32 anni d’età, figlia di un certo Pietro Vacchi e sposa di Francesco Varoli, conosciuta da tutti per i suoi virtuosissimi costumi, la sua cristiana pietà, la sua vita sinceramente onesta, si trovava fuori dall’abitato lungo la strada verso Misano, ed era tutta presa dal pensiero di come avrebbe potuto portare a casa i fasci d’erba che lì era venuta a falciare per i suoi animali. Quand’ecco vide venire dall’alto e sostare proprio vicino a lei, una Signora bellissima e ammirevole, di maestosa statura, di viso leggiadro, di veneranda apparenza e di bellezza indicibile e non mai immaginata, vestita di un abito azzurro e il capo coperto di un velo bianco. Colpita dall’aspetto così venerando della nobile Signora, stupefatta Giannetta esclamò:  Maria Vergine! E la Signora subito a lei: Non temere, figlia, perché sono davvero io. Fermati e inginocchiati in
preghiera”. La Vergine disse alla donna dei gravi peccati che gli uomini commettono e di aver chiesto al Figlio suo “misericordia per le loro colpe”. Invitava a digiunare con pane e acqua al venerdì e di dedicare a lei il sabato.
Inviava poi Giannetta a portare questo annuncio alla gente, promettendo forti segni che avvallassero le sue parole.
E così avvenne: la gente credette, vennero a visitare il luogo dell’apparizione “e vi trovarono una fonte mai veduta prima da nessuno. A quella fonte si recarono allora alcuni malati che se ne tornavano liberati dalle infermità di cui soffrivano, per l’intercessione e i meriti della Madre di Dio ”.

S. Cresima

Carissimi cresimandi, pensando a voi, alla Celebrazione della Cresima, ormai imminente, colgo l’occasione per invitarvi a vivere questo appuntamento come una festa.
C’è nel Vangelo una Parola di Gesù che la voglio pensare, in questo momento della vostra vita, ricolta a voi: «Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga». Portare frutto significa vivere una vita piena, ricca, felice! Ricordate: Dio non toglie
nulla, soltanto dona! A voi, cari ragazzi, vuole donare tanta felicità e bellezza. Non allontanatevi mai da Gesù e lui vi aiuterà a fare della vostra vita un capolavoro, una meraviglia unica!
Rimanete saldi nel cammino della fede. Qui sta il segreto del nostro cammino! Lui ci dà il coraggio di andare controcorrente. Non ci sono difficoltà, tribolazioni, incomprensioni che ci devono far paura se rimaniamo uniti a Dio come i tralci sono uniti alla vite, se non perdiamo l’amicizia con Lui, se gli facciamo sempre più spazio nella nostra vita. Il Signore è tanto misericordioso che quando andiamo da Lui ci perdona. Abbiamo fiducia nell’azione di Dio!
Con Lui possiamo fare cose grandi; ci farà sentire la gioia di essere suoi discepoli, suoi testimoni.
Scommettete sui grandi ideali. Noi cristiani non siamo scelti per le cose piccole, ma per le cose grandi. Giocate la vita per i grandi ideali! Lo Spirito Santo vi è riconfermato perché possiate avere un alleato sicuro, forte e determinato nel guidarvi in questo progetto.
Ricordate che la cresima non è il sacramento dell’addio! Non lasciate la Chiesa, la Parrocchia!
Essa è la casa che Gesù vi ha donato per trovare accoglienza, affetto, valori, pienezza di vita!
Pertanto, vi invito a non sentire questo Dio lontano e fuori da voi, poiché è lo stesso Padre che vi ha pensati, amati, ideati e quindi creati, è il Dio Figlio che, come compagno di viaggio, vi guida ed è il Dio Spirito Santo che vuole confermare la vostra fede mediante il suo sigillo.
Aprite i vostri cuori e lasciatevi colmare dall’amore di Dio.
La cresima non è un semplice rito, ma un nuovo inizio. È un invito a diventare protagonisti della vostra vita, a continuare il cammino della fede, iniziato col Battesimo, ma con maggior responsabilità e libertà. Vi incoraggio a vivere la vostra fede con entusiasmo e con passione, a pregare con costanza, a leggere la Parola di Dio, a partecipare alla Messa domenicale e festiva, a condividere la vostra gioia con gli altri. Siete chiamati a essere luce nel mondo, a diffondere la bellezza del Vangelo, a testimoniare con la vostra vita il potere dell’amore di Dio.
Vi affido alla protezione di Maria, madre di Gesù e nostra madre. Lei vi guiderà e vi sosterrà nel vostro cammino.

B.V.M Ausiliatrice

L’esistenza umana ha due facce: può essere vista come un cammino da compiere in solitudine dal principio alla fine, oppure come un percorso condiviso dove il senso si trova proprio nel prendersi per mano. La Chiesa oggi ci ricorda che anche la strada verso il Cielo non è mai sforzo eroico individuale ma sempre un’opera da realizzare in comunità. Ricordare la Beata Vergine con il titolo di «Ausiliatrice» o «Aiuto dei cristiani» vuol dire proprio scoprirsi bisognosi di condivisione ad ogni singolo passo, sia esso un passo sicuro e gioioso oppure un insicuro procedere tra le difficoltà.
Maria è colei che rende possibile l’incarnazione, ovvero il modo che Dio ha scelto per salvare l’umanità e aiutarla a trovare la strada verso ciò che conta davvero.
Il titolo di «Ausilio dei cristiani», da sempre accostato a Maria nella tradizione della devozione popolare, trovò una formulazione “ufficiale” dopo la battaglia di Lepanto nel 1571, quando venne invocata a protezione delle flotte cristiane. La festa fu fissata al 24 maggio nel 1815 da Pio VII.
All’Ausiliatrice don Bosco affidò tutta la propria opera.

Gesù ci lascia la sua pace e ci rende artigiani di pace

«Vi lascio la mia pace». Gesù nel cenacolo, durante quella cena così importante che segna il vertice della sua vita, lascia in eredità ai suoi amici la pace: “Vi do come dono grande la pace, non come fa il mondo, ma in modo originale e nuovo”. Gli ebrei avevano, e hanno ancora, l’abitudine di salutarsi dicendo shalom, come gli arabi dicono salam, che vuol dire pace. È semplicemente una abitudine. Noi diciamo ciao, buongiorno, loro dicono pace … però dal dire al fare c’è una bella differenza. Si può dire tutto il giorno pace, pace e non fare la pace! È tragico pensare ad esempio che a Gerusalemme abitino due nazioni che si salutano dicendo pace tutto il giorno e facendosi la guerra da tanto tempo. Capita anche a noi di dire una cosa e di farne un’altra. Gesù invece dice e fa … per fortuna, di Lui ci possiamo fidare. Ci ha portato la pace e ci dà la capacità di essere persone di pace. Anche nel nostro piccolo possiamo costruire la pace. Facciamo la comunione con Gesù per essere capaci di vivere in pace. Per fare la pace bisogna anzitutto non litigare con nessuno; però capita talvolta di litigare. La colpa di chi è? In genere – si dice – è sempre dell’altro.
Per essere persone di pace dobbiamo invece partire dall’idea che un po’ è anche colpa mia.
Se abbiamo litigato con qualcuno fare la pace vuol dire chiedere scusa e perdonare. Sono due aspetti diversi. Ti chiedo scusa, perché riconosco di averti trattato male: era colpa mia!
Per ammetterlo ci vuole una forza enorme. Però è la strada buona. Riconoscere che è colpa mia permette di fare la pace. Se invece sono prepotente e non voglio ammettere di avere sbagliato,
non ti chiederò mai scusa: vuol dire che non sono una persona di pace, perciò non posso parlare di pace; sono uno che ha il cuore in guerra, dominato dalla prepotenza e dall’orgoglio. Ma Gesù mi libera da tutto questo e allora io voglio lasciarmi liberare da Lui e avere la forza di dire: “Scusami”, e ammettere: “Era colpa mia”. D’altra parte potrebbe anche capitare che sia colpa sua, allora non è giusto che io vada a chiedergli scusa se è colpa sua … e allora che cosa posso fare? Perdonarlo. Non legarmi al dito quella parola o quel gesto cattivo che ha fatto, ma prendere l’iniziativa, essere per primo io generoso, andargli incontro, tendergli la mano e dirgli: “Ti perdono; dai, facciamo la pace, lasciamo perdere e ricominciamo”. Anche questo è importante, ma vi accorgete che costa fatica: non è facile chiedere scusa e non è nemmeno facile perdonare. Ma la pace che Gesù ci offre è una capacità … per questo facciamo la comunione, perché vivere bene non è facile!
Istintivamente ci viene il contrario: prendere quello che appartiene all’altro, colpire chi ci è antipatico, disprezzare chi non la pensa come noi, ricordarci il male che ci hanno fatto e pensare di fargliela pagare. Questa non è una mentalità di pace. Si comincia da bambini e si continua da grandi. Solo Gesù ci dà la vera pace e ci rende capaci di costruire buone relazioni.
È Gesù che di dà questa forza. Viviamola e ringraziamo del dono grande che ci ha fatto.
Se tutti ci impegniamo, la Gerusalemme nuova si costruisce ed è la nostra comunità: le tensioni si risolvono, i conflitti si superano e le relazioni buone, cordiali, amichevoli, rendono bella la vita. Ma la volete una vita bella? Certo! Questa è la strada, dunque: Gesù è la strada per un’autentica pace.

S. Rita da Cascia

Santa Rita è stata, nei fatti e nelle parole, una testimone coraggiosa di Cristo in tutte le sue fasi della vita, come sposa, madre, vedova e consacrata ed ha potuto esserlo proprio in virtù della sua intimità col Signore.
Lei e anche i suoi genitori, erano definiti nella loro comunità col termine di “pacieri”, perché aiutavano le persone e le famiglie in lite a ritrovare accordo, perdono e pace. Lei stessa, pur avendo vissuto il dramma dell’assassinio di suo marito, ha perseverato nella via della pace: via apparentemente più difficile, ma in realtà l’unica in grado di portare verso la salvezza. Ed ecco che custodire la pace, nel nostro cuore prima, e con gli altri poi, è il segreto per poter essere segno di riconciliazione nel nostro ambiente. Per questo ogni volta che vogliamo aver cura della verità, che vogliamo essere testimoni autentici del Vangelo, ricordiamoci di essere sempre e comunque segno di amore. Alla base di tutto questo, c’è il coltivare una profonda intimità nel nostro cuore col Signore che ci suggerirà, se lo ascoltiamo, i modi più opportuni per poter agire e parlare (o anche per saper attendere) nelle varie situazioni.