Pellegrini di speranza!

Pellegrini di speranza! Questo sarà il tema del nuovo anno catechistico, che ci porterà all’apertura del Giubileo. Metterci in cammino insieme è il nostro obiettivo, alla presenza di Dio e alla riscoperta del sentirci fratelli e sorelle. Qui trovate il calendario degli incontri, dei ritiri, delle confessioni e delle sospensioni per il cammino dell’iniziazione cristiana, dalla prima elementare alla terza media. Vi aspettiamo domenica 6 ottobre per la Santa Messa delle 10.30. Al termine, in oratorio, le iscrizioni e una pizzata tutti insieme. Per il pranzo le adesioni vanno inviate ai catechisti entro il 29 settembre. Grazie!

Scarica qui sotto il modulo per l’iscrizione. Qui trovi l’elenco dei catechisti

Assenze o scelte che fanno soffrire

Care mamme e cari papà, mi rivolgo direttamente a voi.
Mi spinge una forte preoccupazione che vorrei condividere. Vi ringrazio se riuscite a dedicare qualche minuto alla lettura di questo mio scritto, che affido alla vostra sensibilità umana e cristiana. 
Prendetelo come una confidenza dettata solo dal bene che voglio a voi, ai vostri ragazzi e al popolo che mi è stato affidato.
È facilmente visibile, nel tempo estivo e quando non ci sono in calendario gli incontri di catechesi dell’Iniziazione Cristiana, l’assenza totale dei bambini, dei ragazzi e anche dei genitori alla Messa domenicale e festiva. Questo dato di fatto è davvero preoccupante. Oppure, quando riprende la catechesi, qualcuno accompagna il figlio in chiesa, ma non si ferma per la Messa.
La prima cosa che desidero è vedere tutta la famiglia unita, come lo è in tanti momenti e occasioni della vostra vita quotidiana, anche durante la Celebrazione Eucaristica. Devo ammettere che non sempre la Messa è coinvolgente per un bambino. È vero, i ragazzi a Messa si stancano e si annoiano. Comprendo quanto sia necessario e urgente rendere le nostre celebrazioni più belle. Ma questa difficoltà non deve
diventare pretesto per giustificare assenze.
Vivace e incoraggiante è invece la presenza di alcuni vostri figli alla catechesi.
E di questo non c’è che da ringraziare il Signore, ma anche voi per la generosa collaborazione offerta.
Per questa scelta potete ben immaginare la mia gioia.
Purtroppo si sta allarga sempre di più una scelta che desta nel mio cuore tanta tristezza: vedere classi intere, o quasi, di catechesi scomparire dopo la Cresima. Oppure non vedere per un anno alla catechesi ragazzi che non devono prepararsi per ricevere un Sacramento.
Il nostro compito di comunità cristiana, che vi ha garantito quando avete chiesto il Battesimo di vostro/a figlio/a, è quello di affiancarci a voi, cari genitori, per aiutarvi e camminare insieme e in maniera costante verso la piena maturità della fede. C’è bisogno infatti che il ragazzo faccia concreta esperienza di Gesù e della Chiesa: esperienza che ha i suoi momenti forti nella vita di famiglia e di comunità parrocchiale.
Mi faccio voce e impegno della nostra comunità cristiana: il sottoscritto, i catechisti e gli operatori pastorali ci mettiamo al vostro fianco per sostenere il cammino cristiano dei vostri figli. 
Senza dimenticare che i primi protagonisti siete voi, essendo diventati educatori nella fede dei vostri ragazzi da quando, nella celebrazione del sacramento, vi siete impegnati ad educare, “secondo la legge di Cristo e della sua Chiesa”, i figli che il Signore vi avrebbe donato.
Non posso che esprimere riconoscenza a quelle famiglie che iscrivono i loro figli alla proposta parrocchiale offrendo così loro un valido percorso di fede.
Incoraggio coloro che, in accordo con i propri figli sospendono per un anno o in maniera definitiva la presenza al catechismo, a rivedere le proprie scelte sempre pensando alla parola data il giorno del Battesimo: ricordo che mantenere una parola è, prima che cristianamente, umanamente, segno di serietà, maturità e responsabilità. Le assenze, il disinteresse, è imputabile ai ragazzi/e? No, cari genitori. Siamo, insieme
famiglia e comunità cristiana, i responsabili della educazione della fede dei vostri figli.
Per questo mi permetto di manifestare il mio dissenso quando (solo in ambito religioso e non si comprende a pieno la ragione) si lascia tranquillamente scegliere ai propri figli senza un intervento determinato dell’adulto.
Cari genitori, ho accennato solo ad alcuni problemi.
Ce ne sarebbero altri. Mi interessava farvi giungere la mia voce, per esprimere il desiderio di incontrare voi e i vostri figli in quello che ritengo essere appuntamenti inderogabile per un cristiano:  la catechesi domenicale e nella domenica la santa Messa, tutti attorno alla mensa della Parola di Dio e dell’Eucaristia e nell’aula per approfondire e maturare la propria fede.
Grazie per la pazienza di avermi letto.
Vi giungano con fraternità il mio saluto e la mia benedizione.

Don Giuseppe

Il povero grida e il Signore lo ascolta (2)

Chiediamo di crescere nella speranza. Che cosa è la speranza? È un modo nuovo di guardare ciò che sta alle nostre spalle, ciò che abbiamo tra le mani e ciò che ci attende, perché è il modo in cui Dio guarda. Lo sguardo di Dio è uno sguardo splendido, di misericordia, di cura, di pazienza, carico di promessa; e dentro questo sguardo vediamo tutto in modo diverso, perché capiamo che ciò che ci sta alle spalle, ciò che abbiamo tra le mani e ciò che ci attende è dentro un disegno di provvidenza. Una provvidenza che ha cura amorevolissima della nostra vita. Una cura che si perde nell’eternità. Perché supplichiamo il Signore che accresca in noi la speranza? Perché vivere senza speranza o con una speranza piccola non è bello; mentre vivere con speranza, con una grande speranza è bello. È bellissimo!
E come per la fede, anche la speranza cambia la nostra vita in meglio. In meglio!
È per questo che la chiediamo: «Signore accresci la nostra speranza».
Chiediamo di crescere nella carità. La carità non è semplicemente un voler bene umano. No! Sarebbe troppo poco. Anche perché sappiamo che il voler bene umano, l’amare con le capacità del nostro cuore è qualcosa di tanto fragile: oggi c’è e domani non c’è, oggi è acceso come una fiamma ma domani è spento e senza calore. Noi chiediamo, invece, che il nostro cuore possa essere acceso da quella carità che è lo stesso amore di Dio riversato nei nostri cuori: una fiamma che non si spegne, un calore che non si attenua, una capacità di dono che non viene mai meno e che partecipa delle profondità dell’amore del cuore del Signore.
Perché chiediamo al Signore di crescere nella carità? Perché vivere senza carità o con poca carità non è bello; mentre vivere con carità e con una grande carità è bello, è straordinariamente bello! E la nostra vita cambia davvero in meglio.
È conveniente vivere di fede grande, vivere di speranza grande, vivere di carità grande: perché in questa fede, in questa speranza, in questa carità la nostra vita, anche da un punto di vista umano, fiorisce in tutte le sue potenzialità ed è bella di una bellezza che altrimenti mai potremmo avere o sperimentare. Ecco perché, con il cuore povero, all’inizio di questo anno catechistico diciamo: «Signore accresci la mia fede, accresci la mia speranza, accresci la mia carità. Accresci tutto questo, perché possa fare esperienza di quella bella notizia che è la Tua presenza di salvezza nella mia vita, nella nostra vita».

Il povero grida e il Signore lo ascolta (1)

Il Signore ascolta il grido di colui che è povero, che si fa povero, perché si rende consapevole che senza di Lui non può nulla. La preghiera che sale a Dio da un cuore che si è fatto povero, perché consapevole che non può nulla senza il suo Signore, non soltanto è ascoltata ma è anche esaudita. E noi oggi vogliamo farci poveri, davvero poveri, perché la nostra preghiera venga ascoltata e venga esaudita. Ma quale preghiera? È la nostra comunità parrocchiale che dà voce alla preghiera con la quale domandiamo al Signore di accrescere la nostra fede, la nostra speranza e la nostra carità. Questa è la grande preghiera che l’inizio del nuovo anno catechistico ci suggerisce oggi, che la Parrocchia mette sulle nostre labbra e nel nostro cuore, e che noi presentiamo al Signore con un cuore povero.
Chiediamo di crescere nella fede. Che cosa vuol dire? Significa crescere nella consapevolezza e nell’esperienza non soltanto che Dio c’è, che Dio è presente nella nostra vita, che Dio ha a che fare con le nostre gioie e con i nostri dolori, ma anche nella consapevolezza e nell’esperienza che Dio ci ama, che ci ama davvero. È in questa fede che abbiamo bisogno di crescere ed è questa fede che oggi chiediamo di ricevere in dono ancora di più.
Lo chiediamo perché è bello avere la fede, perché è bello avere una fede grande, perché è bello vivere con una fede grande. La nostra supplica sale al Signore – «Accresci la nostra fede» – perché sappiamo che vivere senza fede o con una fede povera non è bello; mentre vivere con una fede e con una fede grande è bello, anzi è bellissimo, è esaltante perché cambia la vita, cambia il cuore, cambia il modo con cui affrontiamo, giorno dopo giorno, il cammino dell’esistenza. Cambia tutto in meglio! Per questo, dal profondo del cuore, chiediamo al Signore che accresca in noi la fede.

Apertura anno Catechistico

Carissimi cristiani di san Fiorano, come comunità cristiana, all’inizio del nuovo anno catechistico, rivolgiamo al Signore questa preghiera: «Fa’ che amiamo ciò che comandi».
È una preghiera tanto bella, perché ci aiuta a ricordare che quello che il Signore comanda, ovvero la parola con la quale ci raggiunge, la volontà che Egli ci manifesta, non è un peso.
Al contrario quella parola e quella volontà ci donano le ali perché possiamo correre e volare nella bellezza della vita di Dio. Non è mai un peso ciò che Dio comanda! È un dono che alleggerisce l’esistenza, che le dona slancio, entusiasmo, passione. Ecco perché chiediamo di amare ciò che il Signore ci comanda. C’è una grande tentazione nella nostra vita: è quella di accontentarci di una fede mediocre, di una speranza mediocre, di una carità mediocre.
E un’altra grande tentazione è quella di immaginare che la vita in Cristo sia un peso, una fatica, quasi un fardello posto sulle nostre spalle. È per questo che la nostra preghiera, da poveri, sale al Signore chiedendo una fede più grande, una speranza più grande, una carità più grande e un’esperienza della vita in Cristo che non sia un peso ma una leggerezza, che non sia un fardello ma una gioia, che non appesantisca il nostro cammino ma lo renda veloce come uno splendido volo attraverso l’esistenza. Questo chiediamo al Signore. Lo chiediamo per noi, certamente, perché capiamo che ne abbiamo bisogno e lo chiediamo con insistenza, con fiducia. Ma, in realtà, chiedendolo per noi, lo chiediamo anche per gli altri e soprattutto per coloro che, a motivo del nostro servizio, avremo modo di avvicinare durante l’anno catechistico. Perché? Perché avvertiamo un bisogno decisivo. Il bisogno che chi ci incontra possa sperimentare, attraverso di noi la bellezza della vita in Cristo, la gioia della vita in Cristo; la bellezza e la gioia di vivere la Parola del Signore e di accogliere la sua volontà nella nostra vita. Chiediamo questa grazia per essere realmente testimoni del Signore. La grazia che la bellezza e la gioia di appartenerGli si possa toccare con mano e la possano toccare con mano quei bambini, quei ragazzi, quei giovani, quegli adulti che accosteremo e ai quali trasmettiamo la fede, la vita in Cristo. Auguriamoci di poter convincere più con la vita che a parole, quanto sia importante e bello il cammino catechistico, sia ai bambini, che ai ragazzi, come agli adolescenti, senza dimenticare i giovani, i genitori e gli adulti.
In questi giorni ho letto una bellissima espressione: essere testimoni significa suscitare invidia. Suscitare invidia, perché chi ci guarda, chi ci vede, arrivi a dire: «Come è bello poter vivere così. Come vorrei anche io vivere così. Qual è il segreto di una vita così?». Non dimentichiamolo: questa è la prima testimonianza attraverso la quale la fede viene trasmessa. Questa è la prima catechesi. La radice di ogni autentica catechesi è suscitare invidia!
Un’invidia dovuta alla nostra vita in Cristo, così bella, così gioiosa, così piena, così attraente e affascinante. Chiediamo, nella preghiera, di essere una comunità cristiana che sappia suscitare in tutti i suoi figli, dai più piccoli ai più grandi, invidia.
Chiediamolo con cuore povero, perché il nostro servizio nell’anno catechistico che va a iniziare possa essere proprio così: una vita che suscita l’invidia ovvero il desiderio di seguire e abbracciare Colui che ha reso così bella, così gioiosa, così piena la vita di ciascuno di noi.

Oggi ricorre la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato

Quanto raccoglieremo durante le sante messe festive di sabato 23 e domenica 24 settembre verrà consegnato per questa finalità.

Chiusura anno catechistico

Cari Ragazzi, catechisti e tutti: oggi nella S. Messa dell’Ascensione del Signore celebriamo la fine dell’anno catechistico, durante il quale ognuno di noi ha scoperto qualcosa di bello e importante per la propria vita e per la propria fede. Ringraziamo insieme Gesù per i ragazzi e le ragazze che hanno preso parte a questo cammino che la Comunità parrocchiale ha offerto a loro in aiuto ai loro genitori.
Quando si fanno tratti di strada, qualcosa si raccoglie sempre: i frutti che sono nati, di quelli già evidenti e di quelli che ancora nascosti stanno maturando nel cuore di ognuno di loro. Grazie Gesù per i momenti di gioia vissuti specialmente durante le celebrazioni dei sacramenti della confessione, cresima e eucaristia e per la professione di fede 14enni. Grazie per i genitori che hanno collaborato nel cammino di fede dei loro figli. Grazie per i catechisti che si sono fatti compagni di viaggio in questo anno.
Qualcosa resterà nel cuore dei ragazzi e spero anche nei genitori certi che non siamo soli.
Siamo sicuri che lo spirito Santo che è sceso su tutti noi farà il lavoro più importante. Ricordando a tutti che Gesù non va mai in vacanza, preghiamo affinché durante l’estate le famiglie si ricordino di ritrovarsi riunite nella S. Messa domenicale in qualsiasi luogo chiesa perché Lui è sempre lì che ci attende.

Partecipare al catechismo (2)

È necessario slegare il catechismo dalla concezione “scolastica”, per fare un vero e proprio percorso di fede, che comporta un impegno costante dei genitori, oltre che dei figli, e anche la possibilità di accedere ai sacramenti indipendentemente dall’età, ma in relazione alla maturità acquisita durante il cammino.
E questa maturità la si raggiunge con l’appartenenza ad un gruppo, l’intrecciarsi di relazioni, la realizzazione di tante esperienze. Tutto ciò per vivere, con coerenza, esperienze vere, e non sbrigare delle formalità con superficialità. Spesso ci dimentichiamo che Dio ama davvero l’uomo e gli va incontro nella sua storia.
Cristo amore è lo spendersi di Dio per me! Se ho incontrato o se sto cercando di incontrare Cristo, perdono allora significato le domande: È obbligatorio andare a Messa la domenica? È obbligatorio andare al catechismo? È obbligatorio andare agli incontri per i genitori? È obbligatorio partecipare alla vita dell’oratorio?…
Se mi innamoro di qualcuno, non mi domando se è obbligatorio incontrarlo, trascorrere insieme del tempo, rimango semplicemente incantato e cerco di conoscerlo il più possibile. Così dovrebbe essere per i genitori, che dicono di essere cristiani (cioè innamorati di Gesù Cristo) a tal punto che decidono di iscrivere i propri figli al catechismo, perché, con il loro esempio e l’aiuto dei catechisti, anche i loro figli possano innamorarsi di questo Dio Amore.

Partecipare al catechismo (1)

Iscrivere i figli a catechismo è assumersi un bell’impegno, quello di “accompagnarli” in un cammino. Portarli a catechismo nel giorno e nell’ora fissati. È già molto! Fedeltà e puntualità a questo appuntamento settimanale, infatti, sono un bel segno di serietà. Occorre però anche che i genitori apprezzino quello che i figli faranno a catechismo, che lo valorizzino parlandone a casa, che lo rendano credibile, prima di tutto con l’esempio. Non pensiamo che una famiglia mandi il figlio o la figlia a qualche corso o impegno (musica, sport, danza…) e poi a casa disprezzi quell’attività. Meno male! Per i bambini sarebbe incomprensibile e insostenibile! Non li aiuterebbe proprio: né a fare quella cosa, né a crescere sereni. Qualcosa del genere vale anche per il catechismo. I bambini hanno bisogno di essere accompagnati, non solo portati. Hanno bisogno di vedere, di toccare con mano, che anche papà e mamma – in qualche modo – ci credono. Se i bambini non respirano un po’ di “aria cristiana” in casa, è difficile che per loro venire a catechismo e all’oratorio sia bello e Significativo.

Per questo proponiamo ai genitori di trovare qualche momento, in casa, per far respirare loro un po’ di aria cristiana. Anzitutto volendosi bene e volendo il bene dei figli, ma anche con qualche gesto esplicitamente cristiano: una preghiera detta insieme, prima dei pasti o alla sera; una visita a Gesù, in chiesa; la partecipazione alla Santa Messa della domenica. Obiettivo del catechismo è l’inserimento nella Comunità per vivere la fede! È essenziale che i ragazzi e genitori si inseriscano attivamente nella vita della Comunità. La catechesi e i sacramenti sono momenti forti di essa e come tali vanno dunque inseriti dentro un cammino di esperienza comunitaria che trova il suo momento più fecondo e coinvolgente nella celebrazione dell’Eucarestia domenicale nel Giorno del Signore.

Inizio anno catechistico

Cari genitori, dopo l’inizio della scuola, è giunto il momento di tornare anche al catechismo in presenza: le porte stanno per riaprirsi e, naturalmente nel rispetto delle norme vigenti, aspettano i vostri figli, per continuare a camminare nella fede. Aiutate i vostri bambini/ragazzi a vincere la pigrizia che forse in questo momento li può bloccare. Continuate a “fare famiglia” nella grande famiglia della nostra Parrocchia e a gustare la bellezza e la preziosità delle relazioni gratuite che per troppo tempo ci sono mancate! Ricordo sempre quanto sia sempre importante una stretta collaborazione tra voi famiglie e i catechisti che ringrazio già. Vi ricordo che sono tutti volontari, che ritagliano un po’ del loro tempo per i nostri bambini e ragazzi. E naturalmente rinnovo l’invito a farsi avanti, nuovi volti, forze fresche, anche solo per affiancare qualcuno di loro.
E allora ripartiamo con uno spirito nuovo affinché questo sia davvero un nuovo inizio.
Metteremo in programma alcuni incontri con i genitori i cui figli quest’anno dovranno celebrare un sacramento. Faremo tutto quello che è possibile affinché i vostri figli possano vivere il più serenamente possibile questo nuovo anno catechistico.
Nel rispetto dei protocolli vigenti ci saranno alcune regole da seguire, che ben conoscete, per il bene nostro e altrui, pur se costano fatica ed impegno.

Al primo incontro di catechesi i genitori sono invitati a consegnare alle catechiste e ai catechisti il foglio d’iscrizione compilato e firmato che sarà scaricabile dal sito parrocchiale. Sono anche invitati a consegnare 10 € di iscrizione al NOI

Iscrizione al nuovo anno catechistico

Per iscriversi al catechismo, sarà necessario compilare diversi moduli. Vi preghiamo di farlo per tempo così che i ragazzi possano arrivare ai loro incontri con i moduli già predisposti. In una serie di link qui sotto trovate tutto ciò che vi serve.

DOCUMENTI DA STAMPARE, COMPILARE E PORTARE AL CATECHISMO:

  • pagina 1 della SCHEDA DI PARTECIPAZIONE AI PERCORSI CATECHISTICI
  • pagina 3 della SCHEDA DI PARTECIPAZIONE AI PERCORSO CATECHISTICI solo se è necessario segnalare allergie, intolleranze o problemi di salute dei ragazzi. DA CONSEGNARE AL CATECHISTA IN BUSTA CHIUSA
  • MODULO DI ADESIONE AL NOI

DOCUMENTI DA LEGGERE E CONSERVARE A CASA:

  • pagine 2 e 4 della SCHEDA DI PARTECIPAZIONE AI PERCORSI CATECHISTICI

Vi ricordiamo che è possibile compilare i moduli direttamente all’interno del PDF.

L’iscrizione al catechismo e al NOI prevede una quota di dieci euro da consegnare al catechista.