Partecipare al catechismo (1)

Iscrivere i figli a catechismo è assumersi un bell’impegno, quello di “accompagnarli” in un cammino. Portarli a catechismo nel giorno e nell’ora fissati. È già molto! Fedeltà e puntualità a questo appuntamento settimanale, infatti, sono un bel segno di serietà. Occorre però anche che i genitori apprezzino quello che i figli faranno a catechismo, che lo valorizzino parlandone a casa, che lo rendano credibile, prima di tutto con l’esempio. Non pensiamo che una famiglia mandi il figlio o la figlia a qualche corso o impegno (musica, sport, danza…) e poi a casa disprezzi quell’attività. Meno male! Per i bambini sarebbe incomprensibile e insostenibile! Non li aiuterebbe proprio: né a fare quella cosa, né a crescere sereni. Qualcosa del genere vale anche per il catechismo. I bambini hanno bisogno di essere accompagnati, non solo portati. Hanno bisogno di vedere, di toccare con mano, che anche papà e mamma – in qualche modo – ci credono. Se i bambini non respirano un po’ di “aria cristiana” in casa, è difficile che per loro venire a catechismo e all’oratorio sia bello e Significativo.

Per questo proponiamo ai genitori di trovare qualche momento, in casa, per far respirare loro un po’ di aria cristiana. Anzitutto volendosi bene e volendo il bene dei figli, ma anche con qualche gesto esplicitamente cristiano: una preghiera detta insieme, prima dei pasti o alla sera; una visita a Gesù, in chiesa; la partecipazione alla Santa Messa della domenica. Obiettivo del catechismo è l’inserimento nella Comunità per vivere la fede! È essenziale che i ragazzi e genitori si inseriscano attivamente nella vita della Comunità. La catechesi e i sacramenti sono momenti forti di essa e come tali vanno dunque inseriti dentro un cammino di esperienza comunitaria che trova il suo momento più fecondo e coinvolgente nella celebrazione dell’Eucarestia domenicale nel Giorno del Signore.