Ancora una volta Gesù ci invita ad andare all’essenziale.
Ancora una volta ci strappa al gioco sottile delle simpatie ed antipatie, dei pregiudizi e dei sospetti, ci libera dai legami che ci impediscono di valutare in modo giusto e veritiero la realtà. Non perdiamoci a considerare elementi che sono solo superficiali, periferici, secondari. Vogliamo capire chi siamo noi, innanzitutto? Guardiamo a quello che facciamo, a quello che accade attorno a noi, a quello che produce la nostra azione! Intorno a noi c’è profumo di pulito, propensione ad essere limpidi, onesti e sinceri perché noi cerchiamo di essere tali? Vuol dire che siamo sulla buona strada!
Quanti ci stanno attorno ricevono costantemente da noi gesti e parole di benevolenza, di sostegno, di
solidarietà, di misericordia? Indubbiamente il nostro cuore è buono, non infetto da malattie: solo un cuore buono può produrre azioni di questo genere. Viceversa, al di là del nostro spirito “religioso”, delle nostre molte preghiere, della nostra assidua partecipazione ai sacri riti, la nostra presenza è una miccia continua di contrasti, di accuse, di sgarberie e di intimidazioni? Beh, nel nostro supposto rapporto con Dio c’è qualcosa che non funziona. Analogo metro Gesù ci chiede di assumere quando si tratta di valutare l’operato degli altri, di esprimere un giudizio, di dare un parere, di esprimere una scelta, una decisione.
Guardiamo i frutti! Uno non può essere lontano da Dio se è capace di gesti straordinari di bontà, di misericordia, di generosità. E, viceversa, uno può avere sempre in bocca il nome di Dio, ma la sua grettezza, il suo egoismo sono una prova del nove: la sua vita non è affatto sotto il sole benefico della presenza di Dio. Così ognuno di noi è condotto, nella vita quotidiana, a lasciar perdere altri criteri per andare dritto a ciò che conta. Ognuno è invitato seriamente a guardarsi allo specchio, per riconoscere la propria faccia ma anche le tante maschere che indossa, per vedere la trave che è nel suo occhio prima di lanciarsi alla scoperta della pagliuzza che è nell’occhio altrui. Esercizio utile, indispensabile a ogni cristiano.
Se non vuol ingannare se stesso e gli altri, pago solo di belle parole o di favole che si racconta.
Sì, perché prima o poi ci sarà un risveglio doloroso alla realtà!