San Floriano Martire

Sempre con viva emozione ed interiore compiacimento sono lieto di unirmi alla vostra gioia, della comunità civile e religiosa, mentre insieme ci apprestiamo ad entrare nel vivo dei solenni festeggiamenti in onore del nostro patrono san Floriano martire, discepolo audace di Gesù, nostro esimio compagno di fede e di speranza nel futuro.
In questo Anno Giubilare, indetto dal papa Francesco, recentemente morto e risorto in Cristo e che ricordiamo con affetto nella preghiera, la nostra festa patronale costituirà un tempo singolare di grazia per divenire ‘pellegrini di speranza’ e si configurerà come un’intensa e proficua opportunità per incontrare ancora il Cristo e per ascoltarne la voce, tenendo così «accesa la fiaccola della speranza, che ci è stata donata e facendo di tutto, perché ognuno riacquisti la forza e la certezza di guardare al futuro con animo aperto, cuore fiducioso e mente lungimirante». Il Signore, che in san Floriano ha colmato il nostro popolo di innumerevoli doni di grazia e di santità, chiama in tal modo ancora una volta tutti e ciascuno di noi ad un rinnovato impegno di fedeltà evangelica e ci invita a prendere il largo verso nuove frontiere apostoliche, seguendo il luminoso esempio del nostro Santo, orizzonte della santità, misura alta della vita cristiana ordinaria. Viviamo perciò con gioia cristiana e con santo ardore questi giorni di festa in onore del nostro Patrono! Raccogliamo la sua testimonianza, senza disperdere il patrimonio di fede, che Egli ci ha lasciato! Custodiamolo come il tesoro più prezioso della nostra storia e trasmettiamolo alle nuove generazioni con la parola e con l’esempio, affinché anch’esse riscoprano la bellezza della fede, gli alti ideali di vita e gli autentici valori morali e sociali, che ne derivano! Nessuna difficoltà ci scoraggi: le prove diventino piuttosto occasioni di grazia per alimentare in noi la fiducia nell’azione provvidente dello Spirito, per purificare il nostro agire e nutrire la speranza, stretti gli uni agli altri in un rinnovato vincolo di fraternità e in un più convinto impegno di fede! Ritrovare coesione e slancio per il futuro non è infatti possibile senza questo sguardo contemplativo e trascendente, che dona sicura giustizia e fondata speranza alle nostre aspirazioni, supera stanchezze e delusioni, irrobustisce la carità. E ciò vale per la vita personale e sociale! È dunque questo il senso autentico della nostra Festa Patronale, che non può certamente ridursi a mero sentimento e folklore! Ed è questa l’offerta spirituale più gradita al Signore, che noi desideriamo deporre sul santo altare, attraverso le mani del nostro Santo!
Sarà così più facile – è questo il mio augurio – assicurare al nostro paese un futuro più ricco di speranza, costruendolo sui valori perenni del Regno di Dio che è il Regno della verità e della vita, il Regno della santità e della grazia, il Regno della giustizia, dell’amore e della pace. In questi giorni di festa, rinnovo volentieri tali auspici, invocando la celeste intercessione del santo patrono. Buona festa patronale!

Festa patronale

Al termine di questi giorni di Festa in onore del nostro Patrono san Floriano martire, voglio ringraziare dal più profondo del cuore tutti coloro che hanno partecipato ai momenti di festa, in particolar modo con la presenza alle celebrazioni liturgiche quale grande e bella testimonianza di essere e di appartenere ad una famiglia, la comunità cristiana. Ci siamo stretti, nella fede e nella preghiera, intorno al nostro Patrono, con momenti di grande partecipazione e devozione. 
Voglio ringraziare inoltre tutti coloro che si sono impegnati per la buona riuscita di tutti i giorni di festa. Un grazie a tutti coloro che hanno preparato la nostra Chiesa: uno splendore.
Grazie a tutti coloro che hanno prestato un servizio liturgico: ministranti, organisti, cantori, lettori.
Grazie a coloro che hanno preparato ed organizzato la Pesca di beneficenza.
Grazie al vostro impegno, al calore e alla passione che sempre mettete.

San Floriano, martire nostro Patrono

Nel cammino annuale il tempo della Festa Patronale rappresenta un’occasione speciale a livello identitario per la Parrocchia e per l’intero paese, oltre che per tanti nativi di san Fiorano, ora residenti in altri comuni, è il momento in cui ritornare a respirare l’aria del paese natio e gustare la gioia di ritrovarsi con gli affetti.
San Floriano non è solo il Patrono a cui ricorrere una volta l’anno ma un riferimento certo di vita bella, buona e santa che ci mostra come ogni condizione di vita sia propizia per corrispondere all’amore di Dio e per realizzare la propria gioia facendo la sua volontà, nella fedeltà a quanto chiede il Signore. “La santità è il volto più bello della Chiesa”, scrive Papa Francesco, invitando l’intero Popolo di Dio a camminare davanti al Signore con integrità, a non accontentarsi di “una esistenza mediocre, annacquata e inconsistente”, lasciandosi invece “stimolare dai segni di santità che il Signore presenta attraverso i membri del popolo di Dio… che diffondono la viva testimonianza di Lui, soprattutto per mezzo di una vita di fede e di carità”.
E se anche i più semplici possono offrirci modelli assai grandi, quanto più un santo come San Floriano, che ha avuto il coraggio di fare una scelta radicale: non rinunciare alla sua identità cristiana e manifestandola con fedeltà anche di fronte al pericolo della propria vita.
In San Floriano noi contempliamo un modello di vita cristiana e di uomo di Dio quanto mai attuale. Vogliamo guardare a Lui per cogliere l’attualità del Vangelo, la gioia del discepolato e della sequela, la bellezza dell’apostolato e della missione, lo stupore dell’appartenenza generosa alla Comunità cristiana e civile.

Questa Festa è anche un’occasione propizia per dire “GRAZIE!!!”.
Grazie a tutti coloro che in questa e in molte atre occasioni donano del loro tempo, competenza e passione alla Comunità Parrocchiale e alla Comunità Civile. È la bellezza dei volontari.
Il nostro Paese, soprattutto la nostra Parrocchia, vivono della disponibilità di questi volti, di questi nomi che mettono in evidenza uno dei aspetti più belli della vita comunitaria.
Dire grazie significa riconoscere e quindi accettare il fatto che si ha bisogno l’uno dell’altro. Concetto che è alla base del vivere sociale.
Ma soprattutto è un sentimento positivo, e genera un atteggiamento positivo verso la vita. Esempi da raccogliere e testimonianze da portare avanti: dimostrano a tutti noi che è possibile costruire una convivenza basata sulla cura e l’attenzione verso l’altro, e verso la propria comunità cittadina e parrocchiale.

Con queste considerazioni auguro a tutti voi di vivere serenamente e con i vostri affetti questi giorni di festa. San Floriano vegli sul cammino della nostra comunità civile e parrocchiale.

San Floriano Martire nostro Patrono (2)

Solo chi accoglie la prospettiva di Gesù incontra un Padre che lo ama e che lo rende capace di amare. La fede è amore: partecipazione al grande progetto di un Dio che si è rivelato come amore, e per questo apre la porta ad una vita più autentica, gioiosa, intensa.
La fede è annuncio di Gesù. Per questo Papa Francesco, ha chiesto a tutta la Chiesa di interrogarsi e di confrontarsi, alla scopo di orientare la fede verso l’inalterata verità del Vangelo.
E questo anche a noi, perché una Festa Patronale non è veramente comunitaria se, insieme, non ci impegniamo, sosteniamo vicendevolmente per una vita di comunità cristiana credibile e capace di annunciare Gesù. Attraverso la testimonianza di san Floriano, che ancora oggi si rivolge a tutti i credenti, la nostra Comunità di fede deve saper trasmettere e donare una propria, originale, attuale vita nello Spirito. Basta camminare insieme. Basta lasciare bruciare dallo Spirito ogni paura ed ogni orgoglio. Basta accogliere i doni della sua costante presenza in mezzo a noi per crescere nell’amicizia ed allontanare ogni motivo di divisione.
Ogni uomo sperimenta spesso la sera del mondo, della vita, della stanchezza, della delusione, della mancanza di speranza, della fame, anche della guerra. Ma quando il giorno comincia a declinare, quando si fa sera, il Signore resta con noi per nutrirci di sé. E la fede ci aiuta ad accogliere questo dono senza uguali: nell’Eucaristia Dio si fa nostro cibo e nostra vita. Prendendo a prestito il titolo del libro di un teologo moderno, la nostra Festa Patronale sarà dunque vera e feconda se giungeremo insieme a dire: “Dio c’è ed è bellissimo”.

San Floriano Martire nostro Patrono (1)

In occasione della nostra Festa Patronale in onore di san Floriano martire, desidero rivolgere un pensiero di gratitudine e di speranza:
– di gratitudine per quanti collaborano, con sempre maggiore generosità, alla crescita della nostra Comunità cristiana e civile;
– di speranza per tutti coloro che danno una testimonianza cristiana e umana impegnandosi al servizio del prossimo, nel costruire relazioni fraterne, superando inevitabili incomprensioni, tensioni e malintesi, dando del tempo ed energie per il bene comune.

La Festa Patronale di quest’anno è strettamente connessa con l’Anno Eucaristico diocesano.
La chiesa di Lodi e le comunità parrocchiali, quindi anche la nostra, riflettono sulla grande Presenza Eucaristica del Signore. Un itinerario che deve aiutare ciascuno di noi a sentirsi parte attiva della Comunità parrocchiale e diocesana. Usciti, quasi totalmente, dal periodo di pandemia, abbiamo la possibilità e l’occasione favorevole per ritrovare la dimensione comunitaria della nostra spiritualità. Ma ci stiamo accorgendo che la partecipazione alla vita ecclesiale stenta a riprendere e le troppe “assenze” segnano una realtà che ci interroga.
Per questo motivo, desidero ribadire con maggiore vigore, in occasione di questa Festa, guardando l’esempio del martire Floriano, questo interrogativo: Chi è il Dio in cui crediamo?
E’ la domanda fondamentale della fede, l’invito a conoscere sempre di più quel Dio che Gesù ci racconta nei Vangeli. Per diventare Comunità di fede viva è importante, allora, liberare la testa da vecchie ed asfittiche convinzioni religiose, per imparare ad ascoltare la testimonianza di quanti hanno incontrato Gesù vivo ed hanno trasmesso a noi le loro esperienze, il che significa cercare con costanza, nella nostra vita, quel tesoro nascosto che è la presenza di Dio.

Pesca di beneficenza 2023

Quest’anno, in occasione della Festa Patronale, riprende anche questa iniziativa a favore della Parrocchia. Si potrà “pescare” alla Scuola della Parola e della Carità.
Orario apertura:
Domenica 30 aprile dalle ore 9.30 alle 12.00 dalle ore 15.00 alle ore 19.00

Lunedì 1 maggio dalle ore 9.30 alle 12.00 dalle ore 15.00 alle ore 19.00
Giovedì 4 maggio dalle ore 9.30 alle 12.00 dalle ore 15.00 alle ore 19.00
Giovedì 5 maggio dalle ore 11.15 alle ore 12.00
Sabato 6 maggio dalle ore 20.30 alle ore 22.30

Dopo la sagra patronale

Da poco tempo sono terminati i giorni della nostra festa patronale. Giorni intensi che hanno coinvolto la nostra comunità parrocchiale e tutto il nostro paese. Ringrazio per la partecipazione di un buon numero di persone alle varie e molteplici iniziative.
Presenze che hanno dimostrato riconoscenza, gratitudine e apprezzamento.
Non è il tempo per un bilancio. Questo è il momento propizio perché questi giorni di abbondante semina possano portare in tutti noi, terreno fertile, frutti abbondanti.
Ringrazio in modo particolare tutte le persone che in maniera esemplare hanno dato tanta disponibilità, tempo ed energia perché tutto potesse essere ben organizzato, preparato e decorosamente realizzato.

S. Floriano: la ricchezza di essere comunità

Se si ascoltano alcuni dialoghi, se si partecipa a incontri, convegni, giornate di studio su temi legati all’uomo o alla società emergono di frequente alcune parole: individualismo, solitudine, assenza di relazioni. Questi concetti vengono ripetuti sia che si parli di giovani che di anziani, di persone sane o di malati. Sono convinto che molta verità sia presente in queste valutazioni: la nostra società oggi rischia di promuovere un certo individualismo che genera solitudine, malessere, egoismo. Alcune persone manifestano una sorta di nostalgia di vita comunitaria, semplice, una voglia di famiglia e di rapporti familiari affettuosi, attenti, capaci di prendersi cura gli uni degli altri. Non vi è dubbio che la persona umana sia fatta per la dimensione comunitaria; ogni persona ha bisogno di donare amore e di essere amata, di essere capita, accolta, di curare e di essere curata. La regola della comunità è l’amore, il bene dell’altro. Il bene degli altri non è mai un male per me; il bene è bene, sempre, per tutti.
La dimensione comunitaria è una ricchezza, in ogni circostanza. Le cose fatte insieme sono più belle, più ricche, più varie, più divertenti, più efficaci e coinvolgenti di qualunque altra cosa, anche di quella progettata dal più geniale degli artisti sociali. La comunità ha bisogno di tutti, tutti sono importanti e in questa importanza riscopriamo la nostra bellezza.
La religione cristiana dice che l’uomo è stato creato a immagine di Dio; il Dio dei cristiani è una comunità, una famiglia composta da tre persone, il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo: la Santissima Trinità. Tutti parlano della bellezza e dell’importanza della comunità, della vita insieme, della comunione, tuttavia nei dibattiti, nelle riflessioni sociologiche, nelle analisi, nella realtà emergono come vincenti e presenti altre parole: individualismo, solitudine, egoismo. Negli anni abbiamo capito, dalla fatica a costruire comunità, una cosa: la vita comunitaria ha un prezzo, non è un fatto del tutto spontaneo.
Se vogliamo godere dei benefici della vita in comune dobbiamo essere disposti a far morire una parte di noi, a rinunciare ad alcuni nostri desideri, ad una parte dei nostri progetti; la comunità ha bisogno di pazienza, di silenzi, di passi indietro, di capacità di chiedere scusa, di tanta umiltà. Solo morendo si può risorgere.
La comunità è un luogo, forse l’unico dove si può sperimentare insieme la morte e la resurrezione, la fatica della croce ma anche la gioia, la luminosità, la freschezza, il profumo della rinascita, di una vita nuova. Una comunità vera è una ricchezza anche per le altre persone, per chi è esterno alla comunità; è una fonte capace di dissetare anche altri che ad essa si avvicinano, assetati e incuriositi; l’amore e la luce che nascono da una comunità scaldano ed illuminano il freddo di molte tenebre.
Tutti possiamo essere costruttori di comunità: sarebbe la più grande opera che possiamo fare.
È questo il senso vero per il nostro paese che in questa settimana sta vivendo la festa patronale.

San Floriano, patrono

È ormai prossima la Festa del nostro Patrono san Floriano: 4 Maggio.
Innanzitutto Festa, perché è un momento importante, di gioia e anche un po’ di spensieratezza.
Nonostante la situazione ancora incerta, quest’anno si ritorna a poter vivere questo appuntamento con maggior apertura. La partecipazione ai festeggiamenti speriamo ritorni ad essere occasione di incontro e di momento popolare.
Nostro Patrono perché il Santo raccoglie tutta il paese di san Fiorano, tutta la comunità civile e religiosa. Occasione propizia perché si superi ogni avversità e ci si stringa la mano per camminare insieme. Infatti, specificità della “Festa Patronale” è di condividere un’esperienza di comunione e fraternità a partire dallo “stile di vita” del nostro Patrono.
Per questo dovrà essere un appuntamento che ci vede crescere nell’amicizia, nella stima reciproca e nella volontà di cercare il bene negli altri. È vero che la parrocchia è una grande famiglia, ma grazie al patrono san Floriano diciamo: l’intero paese di san Fiorano è una grande famiglia.
Come in una famiglia si festeggiano gli appuntamenti più significativi, così in questa grande famiglia si festeggiano gli appuntamenti più belli: la Festa Patronale appunto!
Quindi è auspicabile la partecipazione di tutti alle varie iniziative e proposte.
Ma la vita del nostro Patrono ci ricorda soprattutto, considerato la scelta fondamentale della sua esistenza, la Fede. Qui è in gioco la nostra testimonianza cristiana semplice ma schietta.
Essa non è un additivo alla fede, non è un optional; la testimonianza è l’espressione della nostra fede. La nostra fede va resa visibile e vivibile nella vita quotidiana, nelle scelte personali e civili, sociali e politiche, che coinvolgono tutti. I rischi del secolarismo sono presenti anche da noi.
Ma la tradizione solo quando è buona conduce al Vangelo, aiuta a fare un salto di fede e avverandosi man mano, di anno in anno potremmo dire di essere cresciuti, di essere cambiati.
Se questo non avviene, interroghiamoci sulla misura e sulla purezza della nostra fede, giudichiamo se veramente è cresciuto in noi il desiderio di conoscere il Signore Gesù e di essere suoi testimoni nel presente e nel futuro della nostra cittadina.
Dunque, la festa del Patrono riveste, soprattutto per la comunità parrocchiale, il richiamo alla fede, alla dimensione verticale della vita. San Floriano ci ricorda che tutto nella vita ha un’origine e un fine divino. Ricorriamo al Signore, per intercessione del nostro Patrono, perché riconosciamo la precarietà della nostra condizione umana, le sue fragilità e che, solo nel rapporto con Dio, ritroviamo la pienezza del nostro essere. E anche perché abbiamo bisogno di esempi di fede e di virtù. 
Il ricordo del santo Patrono, dunque, ci aiuta ad alzare gli occhi al cielo, a restare nella dimensione contemplativa della vita.