Ottobre: mese missionario (3)

La missione è portare al mondo l’acqua che dà la vita: “Se tu conoscessi il dono di Dio – disse Gesù alla Samaritana – e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere”, tu stessa gliene avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua viva…, ma chi beve dell’acqua che io gli darò, non avrà mai più sete, anzi l’acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna” (Gv 4, 10.13).
E la Samaritana ha subito annunciato il Messia ai suoi connazionali. Infatti, come dice Giovanni Paolo II, nell’Enciclica Redemptoris missio: “La missione, oltre che dal mandato formale del Signore, deriva dall’esigenza profonda della vita di Dio in noi”).
La missione è dare la vita “per la salvezza del mondo”, comunicare la vita che ci ha portato colui che è venuto “perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza” (Gv 10, 10).

Ottobre: mese missionario (2)

La missione è credere che Gesù è morto “uno per tutti” (2 Cor 5, 12), anche per coloro che non lo sanno. Come Paolo che non ha conosciuto Gesù durante la sua vita terrestre, anch’io e ciascuno di noi, possiamo dire singolarmente: “Mi ha amato e ha dato se stesso per me” (Gal 2, 20) per me personalmente.
Ecco perché io non posso tacere questo fatto!
La missione è seguire le orme di Maria, che ben sapendo di portare nel suo grembo il Salvatore del mondo “si mise in viaggio verso la montagna e raggiunge in fretta una città di Giuda” (Lc 1, 39).
Missione è portare al mondo il fuoco che Gesù Cristo ha portato sulla terra e desidera che sia quanto prima acceso (cfr Lc 12, 45).
La missione è portare la luce che è Gesù Cristo, “la luce vera, quella che illumina ogni uomo” (Gv 1, 9).

Ottobre: mese missionario (1)

Che cosa è la missione? Perché si va in missione? Perché la Chiesa non solo è ma fa la missione?
Forse per conquista territoriale o numerica? Oppure per il potere e la dominazione?
O, forse per il prestigio internazionale o per colonialismo culturale o spirituale?
Che cosa è quindi la missione?
Ci sono cento modi per descriverla. Anche perché oggi, l’evangelizzazione (che è un altro nome della missione) è un’attività molto ricca e variegata nelle sue forme. Senza cercare una definizione scolastica preferisco descriverla con molteplici battute.
La missione è la gioia di credere nella “bella novella”, o “buona novella” portata ai poveri pastori e di continuare la sua diffusione:  “Non temete, ecco io vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato… un salvatore  che  è  il  Cristo  Signore” (Lc 2, 10-11).
La missione è la gioia di conoscere Dio come Padre e come amore e annunziare agli altri, come gli Apostoli, la persona e l’opera di Gesù Cristo, il Figlio unigenito del Padre:  “E noi stessi abbiamo veduto e attestiamo che il Padre ha mandato il suo Figlio come salvatore del mondo. Noi abbiamo riconosciuto e creduto all’amore che Dio ha per noi. Dio è amore; chi sta nell’amore dimora in Dio e Dio dimora in lui” (1 Gv 4, 14-16). Credere che Iddio mi ama produce una gioia che è contagiosa.

Ottobre missionario (2)

Se proviamo a riflettere insieme su quanto sta avvenendo sul palcoscenico della storia contemporanea,
rischiamo di scadere in una sorta di depressione dell’anima. Il fatto stesso che persistano minacce come la guerra nucleare, il terrorismo, i cambiamenti climatici, o la crescente esclusione sociale dei ceti meno
abbienti a livello planetario, è davvero molto inquietante.
Eppure, a pensarci bene, l’umanità ha le risorse per segnare la svolta, affermando il primato della persona umana, creata ad immagine e somiglianza di Dio, sul dio denaro o qualsivoglia interesse di parte.
Pertanto è necessario rilanciare, all’interno delle comunità cristiane, l’impegno missionario ad gentes, nella consapevolezza che il Vangelo rappresenta il rimedio per eccellenza contro ogni genere di recessione spirituale e materiale. Esso non può essere inteso come fosse un bene esclusivo di chi lo ha ricevuto: è anzitutto un dono da condividere, una bella notizia da comunicare a tanta gente che ha fame e sete di Dio. 

Ottobre missionario (1)

Lasciamoci attrarre e conquistare da Gesù Cristo, dal suo amore, affinché possiamo essere suoi testimoni nel quotidiano. Chi ama si mette in movimento, è spinto fuori da sé stesso, è attratto e attrae.
Tutti gli uomini e le donne nascono come esseri appassionati. La nostra vita non va avanti per ordini o divieti, ma per una passione: la passione verso Dio che nasce dall’aver scoperto la bellezza di Cristo e del suo amore.
Il Papa richiama a una ‘conversione missionaria’ della Chiesa e invita ogni fedele a discernere quale sia il cammino che il Signore gli chiede per raggiungere tutti coloro che hanno bisogno della luce del Vangelo”. Dio ci attira con il volto e la storia di Cristo. Lui è la bella notizia che ci dice che è possibile vivere meglio, per tutti. Donarsi agli altri, quindi, crea “attrazione”. Non si tratta un compito che qualcuno ci impone né un onere da sommare ai nostri doveri quotidiani, ma è l’espressione più esatta della nostra stessa identità. C’è una direzione e un significato in tutto quello che viviamo è il Regno di Dio che viene, portando a compimento in noi il disegno che il Padre ha su tutta l’umanità e sul cosmo intero.

Rosario missionario

Nella preghiera del rosario recitato insieme come comunità cristiana, prima della S. Messa delle ore 18.00, daremo un’intenzione missionaria.

Un rosario è “missionario” quando è capace di andare fino ai confini del mondo non soltanto con le parole, le lingue e le intenzioni, ma anche con il cuore!
Un rosario è “missionario” quando ogni singola parola del rosario ti interpella, te la senti addosso, ti scorre nelle vene e non ti lascia la coscienza tranquilla per il solo fatto che hai pregato per quell’intenzione missionaria!
Un rosario è “missionario” quando il pregare “per” e il pregare “con” coincidono! Un rosario è “missionario” quando il tempo della preghiera è lo spazio dove inizi ad agire! Un rosario è “missionario” quando lo reciti con cuore, mente, mani e occhi apertissimi… per sconfiggere il peggiore di tutti i mali: l’indifferenza! Infine, un rosario è “missionario” quando avrai il coraggio e la forza di vivere il resto della tua vita… a colori!

Il messaggio del Papa

Anche il Messaggio di Papa Francesco per la Giornata Missionaria Mondiale ci esorta ad essere testimoni
e profeti, con lo stesso coraggio di Pietro e Giovanni che, davanti ai capi del popolo e agli anziani, non hanno paura di dire: «Non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato» . Papa Francesco dice: “Nel contesto attuale c’è bisogno urgente di missionari di speranza che, unti dal Signore, siano capaci di ricordare profeticamente che nessuno si salva da solo. Come gli Apostoli e i primi cristiani, anche noi diciamo con tutte le nostre forze: «Non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato» ”. E più avanti Papa Francesco aggiunge: “I primi cristiani, lungi dal cedere alla tentazione di chiudersi in un’élite, furono attratti dal Signore e dalla vita nuova che Egli offriva ad andare tra le genti e testimoniare quello che avevano visto e ascoltato: il Regno di Dio è vicino. Lo fecero con la generosità, la gratitudine e la nobiltà proprie di coloro che seminano sapendo che altri mangeranno il frutto del loro impegno e del loro sacrificio. Perciò mi piace pensare che «anche i più deboli, limitati e feriti possono essere [missionari] a modo loro, perché bisogna sempre permettere che il bene venga comunicato, anche se coesiste con molte fragilità”.

Testimoni e profeti

Siamo chiamati a guardare questo tempo che viviamo e la realtà che ci
circonda con occhi di fiducia e di speranza. Siamo certi che, anche nel mezzo della pandemia e delle crisi conseguenti che ci accompagneranno per molto tempo ancora, il Signore non ci ha mai abbandonato e
continua ad accompagnarci. Il Regno di Dio non è solo una promessa per un futuro che sentiamo ancora troppo lontano. Il suo Regno è già inaugurato, è già presente: ne sappiamo leggere i segni e, da autentici missionari, lo facciamo conoscere perché sia una speranza rigeneratrice per tutti.

Ottobre: mese missionario

Il mese di ottobre, nella Chiesa italiana, è particolarmente dedicato alla preparazione e alla celebrazione della Giornata Missionaria Mondiale che ricorre sempre nella penultima domenica del mese.
Ogni anno questo appuntamento vuole alimentare la fraternità universale della Chiesa, ossia la comunione con tutte le Comunità Cristiane sparse nel mondo, oltre all’impegno di solidarietà con le Chiese di più recente formazione, con quelle che vivono nei paesi più poveri e con quelle che soffrono persecuzione.
Inoltre, dal punto di vista pastorale, il “mese missionario” diventa l’occasione per aiutare la nostra comunità cristiana e i tutti i credenti ad alimentare la propria “missione” nella Chiesa e nel mondo.
Il tema che è proposto per l’ottobre missionario di quest’anno viene a completare un percorso triennale di formazione missionaria. Per comprendere meglio il senso e il valore del tema proposto è bene ricordare la sequenza:

“Battezzati e inviati”: riscoprire la vocazione missionaria che è di tutti i battezzati (2019);
“Tessitori di Fraternità”: vivere il progetto di Gesù come discepoli che amano come Lui ha amato (2020); “Testimoni e Profeti”: annunciare il Regno di Dio, che verrà e che è già germogliato in mezzo a noi (2021).

Quarta domenica dell’ottobre missionario: FRATERNI

In questa ultima domenica del mese missionario la parola che ci guida è: Fraterni.

Il tema che ci ha accompagnato in questo mese trova nella liturgia della Parola di oggi il suo coronamento: potremo essere veri “tessitori di fraternità” soltanto se prenderemo sul serio il comandamento dell’amore, che è la sintesi di tutto l’insegnamento della Parola di Dio. Se il nostro amore per Dio è sincero, non può che tradursi in un concreto amore verso il prossimo, disposti ad accoglierlo e valorizzarlo con autentico spirito fraterno. Preghiamo perché il Signore ci liberi da ogni egoismo e chiusura e, nell’eucarestia

celebrata oggi in tutte le comunità cristiane del mondo, aiuti la sua Chiesa a dare il suo speciale contributo nel risollevare questo mondo dalla profonda crisi generata dalla pandemia con autentico spirito di fraternità universale.