Gli Atti degli Apostoli così scrivono: “Ogni giorno, tutti insieme, frequentavano il tempio, lodando Dio e godendo la simpatia di tutto il popolo”. Il canto da sempre è stato espressione di comunità. Insieme si canta lo stesso canto. Si può parlare in modi diversi e con parole diverse. Il canto rinsalda l’unione del gruppo. Quindi non cantare per cantare, non un fatto tecnico freddo, ma il canto racchiude tutte le diverse espressioni dell’uomo e del suo essere. Un cuore che canta, loda, è in festa e vive nell’amore.
Il canto è scuola di socialità che educa all’unione delle voci e dei cuori, alla comunione fraterna.
Il canto e la musica esprimono la comunità, favoriscono la fusione, danno fervore alla preghiera; essa, nella celebrazione, “acquista una espressione più gioiosa, il mistero della sacra liturgia e la sua natura gerarchica e comunitaria vengono manifestati più chiaramente, l’unità dei cuori è resa più profonda dall’unità delle voci, gli animi si innalzano più facilmente alle cose celesti e la celebrazione prefigura più chiaramente la liturgia che si svolge nella Gerusalemme celeste”.
