Il pellegrino è colui che conosce bene la meta da raggiungere e cammina sulla strada che conduce a tale meta. Il contrario del pellegrinaggio è il vagabondaggio.
Il vagabondo è colui che cammina fuori strada, che va a zonzo, senza una precisa meta da raggiungere.
Il pellegrino, anche se cammina molto adagio, si avvicina comunque alla meta.
Il vagabondo, invece, anche se corre, non si avvicinerà mai alla meta.
E poiché la vita è un viaggio con il biglietto di solo andata, senza ritorno, ogni persona è chiamata, con urgenza, a farsi l’esame di coscienza: Dove sto camminando e dove sto andando?
L’uomo, infatti, non ha su questo pianeta Terra la sua stabile dimora, ma vi soggiorna come straniero e pellegrino. “ Non abbiamo quaggiù una città stabile, ma cerchiamo quella futura”(Ebr.13,14). Chi trascura di prendere coscienza o, peggio ancora, chi non vuole prendere coscienza di tale realtà, si pone nel serio rischio di fallire la sua stessa esistenza. L’uomo non deve mai dimenticare che la vita non se l’è data lui, ma che gli è stata totalmente donata da Dio, tramite i genitori. E’ stato Dio, Creatore e Padre, a progettare l’universo e tutta l’umanità nel suo Figlio Gesù Cristo: perché egli divenisse, mediante la sua Incarnazione e la sua Pasqua, il Salvatore e il Signore di tutte le creature. E’ lo stesso Gesù Cristo che si propone a noi come strada da percorrere e come meta da raggiungere nel pellegrinaggio terreno:
“Io sono la Via, la Verità e la Vita. Nessuno viene al Padre, se non per mezzo di Me” (Gv.14,6).
Alla Luce di queste verità, ogni uomo, Immagine e Somiglianza di Dio, è chiamato a porsi seriamente davanti alla propria vita, per scoprirne il vero senso e i valori autentici, che Dio Creatore ha già posto nelle aspirazioni più profonde del suo spirito. “Tu ci hai fatto per Te, Signore, e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in Te”.