Discorso della Montagna: la Luce del mondo

La luce del mondo nella tradizione giudaica era rappresentata dal popolo santo di Dio («ti ho formato e stabilito come alleanza del popolo e luce delle nazioni») e dalla città di Gerusalemme («Gerusalemme… risplendente della gloria di Dio»). Ora, dice Gesù, questa luce si trova soprattutto nella vita di chi crede in Lui. La luce di cui parla Gesù è quella della verità, la Parola che può dare un senso all’esistenza e far diradare le tenebre dell’angoscia in questi nostri tempi disperati. Questa luce, dice Gesù, risplende nelle opere buone e belle. Ma nelle parole del Gesù di Matteo potrebbe esserci anche un senso ironico e forse soprattutto politico, se il lettore ideale a cui l’evangelista si rivolge avesse saputo che per Cicerone la «luce del mondo intero» era Roma .

Nonostante le nostre povertà di peccatori, grazie a Dio la Chiesa non smette mai di mostrare il lato più bello della propria esperienza, il volto della sua carità. Ogni volta che ciò è mostrato e “visto”, la gloria è resa a Dio.

Voi siete la luce del mondo, siete chiamati a brillare, a far luce a quelli che sono nella casa. Non si può mettere la sorgente di luce sotto il letto o sotto il moggio, una misura, un recipiente che serviva per misurare il grano, che normalmente veniva tenuto capovolto. Se il lucerniere viene posto sotto questo recipiente non fa più luce, diventava una realtà assolutamente inutile, come il sale che non ha più il potere di salare. Il compito della luce è quello di illuminare e voi come potete illuminare? perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli. È necessario che il mondo veda la vita dei discepoli e dalle opere riconosca la presenza del Padre. I cristiani sono coloro che hanno gustato la salvezza e, alla luce di Cristo, hanno compreso il senso della vita: per questo ne diventano i naturali portatori e trasmettitori. La Chiesa, dunque, non giudica e non conquista il mondo; lo serve per salvarlo. Gesù sta pensando a qualcosa di completamente diverso dall’esibizionismo, non dice: fatevi vedere. Poco dopo, infatti, dirà: non fatevi vedere nelle vostre opere buone, non esibite l’elemosina, la preghiera, il digiuno, nascondetevi, fatelo e non ditelo a nessuno; il Padre vostro vede nel segreto. Come fanno allora a vedere le opere buone se le fanno in segreto? Vedono la vita, si percepisce, eccome si percepisce. L’ostentazione dà fastidio, chi mostra le proprie opere in modo evidente non avvicina, ma allontana. La luce è discreta, una luce eccessiva dà fastidio, abbaglia, impedisce la visione, acceca addirittura la vista. Quando c’è troppa luce gli occhi patiscono, la luce illumina ed è come se non ci fosse, rende possibile tutti gli oggetti, li rende visibili senza essere urtante.